Selfie in piazza Duomo a Firenze, la mania della prolunga

Un agente della Municipale si avvicina e perquisisce la borsa del venditore che propone ai turisti l'imperdibile prolunga per il selfie a distanza

Antonio
Antonio Lenoci
22 ottobre 2014 16:12
Selfie in piazza Duomo a Firenze, la mania della prolunga

Non passano inosservati i venditori di prolunghe per selfie che aumentano in prossimità dei monumenti. La concentrazione a Firenze è in piazza Duomo, tra la facciata di Santa Maria del Fiore, le porte del Battistero di San Giovanni ed il Campanile di Giotto.Davanti al sagrato della cattedrale fanno "i' solco" i venditori di bastoncini colorati dall'impugnatura ergonomica per le foto fai da te (su E-bay si trovano attorno ai 16-20 euro) che, come ogni prodotto che si rispetti, si differenziano per qualità e tenuta.

Il telescopio non deve traballare troppo e non si deve richiudere durante lo scatto, l'impugnatura deve essere preferibilmente in spugna e non in plastica, come accade per i manubri delle biciclette ad esempio, perché il sudore può sfocare lo scatto e il ricordo è perduto.Il problema più grande dei selfie? Che si vede quel braccio teso nella innaturale posa di chi si allunga per afferrare l'uomo invisibile. Il selfie di coppia? Uno guarda l'obbiettivo, e l'altro guarda dove deve premere con il risultato di avere visioni opposte del mondo. Che poi ci sarebbe il Timer per l'autoscatto, ma a volte "fa fatica" impostarlo e psicologicamente se la fotocamera resta in mano, l'essere umano homo sapiens, si rifiuta di affidare alla macchina i tempi di reazione.

Con il bastoncino la mente si allarga e si accettano anche i tempi dell'apparecchio.. 5,4,3.. sorridi, adesso, no adesso no.. fatto. Si rifà. Con la pellicola ci pensavi due volte.Un bel giorno, come è accaduto per la ruota (e per l'uovo di Colombo) ecco la soluzione globalmente riconosciuta ed apprezzata. Alla sommità di un bastoncino telescopico si applica la fotocamera e si cerca di far entrare nell'inquadratura il più possibile. E il fotografo occasionale? "Tempi Moderni" di Charlie Chaplin ci ha insegnato come il progresso sottragga dignità all'essere umano sostituito dalla tecnologia ed anche il passante sequestrato per la foto ricordo ha fatto il suo tempo.Basta: teste tagliate, scatti a distanze abissali, mani tremanti di anziani inesperti, e ancora "Dove pigio, spingo, premo..

qui!?" per non parlare di "E' venuta?" detto anche davanti all'immagine digitale ben impressa sullo schermo.La selfie mania si è fatta furba ed ha preso le distanze dal soggetto creando un fotografo immaginario che agisce a comando. Siamo ancora più soli, nell'universo.

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