Scadono 600 contratti in Usl Toscana Centro, Meyer e Careggi

Allarme di Fp Cgil Firenze che chiede rinnovi e assunzioni. Nursind: “Dalla Regione No alle nostre richieste”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 settembre 2022 20:29
Scadono 600 contratti in Usl Toscana Centro, Meyer e Careggi

Firenze, 3-9-2022 - Nei prossimi 40 giorni andranno in scadenza oltre 600 contratti di personale sanitario e socio sanitario che attualmente lavora con contratti a tempo determinato e tramite agenzie interali nelle aziende USL Toscana centro, AOU Careggi e AOU Meyer. Tra infermieri, ostetriche, Operatori Socio sanitari, tecnici di laboratorio e tecnici di radiologia, nella USL Toscana Centro i contratti in scadenza sono almeno 410, nell’AOU Careggi sono almeno 192 e nell’AOU Meyer sono almeno 20.

Dice la Fp Cgil Firenze: “Si tratta di professionisti e professioniste che hanno acquisito competenze e professionalità importanti e che in questi mesi e anni sono stati fondamentali per garantire ai cittadini l’erogazione dei servizi sanitari; il sistema sanitario non può fare a meno di loro. Siamo preoccupati perché, se anche questo personale venisse a mancare, sarebbe un altro duro colpo alla tenuta dei servizi essenziali che le aziende erogano ai cittadini, con ulteriore aumento delle liste attesa, dei carichi di lavoro, del potenziale rischio per il personale in servizio”.

Il sindacato chiede di correre ai ripari: “Pensiamo che in questo momento di forte pressione negli ospedali e nel territorio non si possano perdere ulteriori risorse. Chiediamo che si dia l’autorizzazione alle aziende di procedere ad assumere attingendo alle graduatorie che sono in vigore, di rinnovare i contratti in scadenza e di dare seguito alle stabilizzazioni del personale che ha i requisiti”.

INFERMIERIOSStecnici sanitariTempo determinatoInterinaleTempo determinatoInterinaleTempo determinatoInterinaleTotale
USL TC
CAREGGI
MEYER
Totale125226511585012622

Fumata nera l’altro giorno all’incontro con la Regione che si è tenuto in Prefettura a Firenze dopo che il NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche, aveva proclamato lo stato di agitazione del personale del Servizio sanitario regionale. Tra le richieste dell’organizzazione sindacale c’era una revisione delle dotazioni organiche, insufficienti a garantire cure e assistenza adeguate ai cittadini, lo stop al blocco delle assunzioni, che riguarda anche il turnover del personale cessato, il rifinanziamento del fondo per il personale nei reparti Covid e l’immobilismo della Regione dopo le denunce del NurSind sugli atti di violenza verso gli operatori sanitari.

“Ebbene - spiega il coordinatore regionale Giampaolo Giannoni - a fronte di queste richieste abbiamo verificato con sconcerto una chiusura totale da parte dei nostri interlocutori. Siamo quindi costretti a proseguire con lo stato di agitazione: nelle prossime settimane organizzeremo una manifestazione sotto la sede della Regione proprio per rendere note in maniera ancora più chiara le enormi difficoltà che sta vivendo il personale sanitario. Difficoltà che finiscono per riverberarsi sulla popolazione, che non può contare su un’assistenza sanitaria adeguata.

E’ bene che sia chiaro un concetto: questi tagli non creano disagi soltanto al personale sanitario. Noi siamo in prima linea, certo. Ma a rimetterci sono soprattutto i cittadini”. “Il ‘no’ che ci ha fatto più male - prosegue Giannoni - riguarda gli organici: al momento non esiste nessun modello che definisca a livello regionale il reale fabbisogno del personale infermieristico, che vive oggi una condizione di straordinaria sofferenza. Gli standard scientifici ci dicono che un rapporto 1 a 8 tra infermiere e pazienti rischia di essere pericoloso: ebbene in molti reparti di degenza tale rapporto arriva a 1 a 15, in alcune Rsa 1 a 35.

Abbiamo colleghi con centinaia di ore di straordinario che lavorano con il sistema della produttività aggiuntiva, quindi con maggiori spese a carico delle aziende, per ricoprire ii turni ordinari. Persino i reparti di rianimazione sono sotto organico. Siamo fuori da ogni logica e quando chiediamo nuovo personale alle aziende sanitarie per far fronte a questa situazione catastrofica ci viene risposto che ‘la Regione non autorizza’. Siamo arrivati al punto che le aziende sanitarie non concedono più nemmeno le aspettative a chi ne ha bisogno, magari per gravi motivi personali spesso legati a fragilità: la situazione di sotto-organico cronico non lo consente”.

“Stante questa situazione - le parole del coordinatore toscano del NurSind - ci saranno sicuramente problemi a ripartire con tutti i servizi ordinari al termine del periodo di ferie e questo porterà a nuovi disagi alla popolazione. Se aggiungiamo che il turnover è in forse, con contratti in scadenza e nessuna risposta su cosa accadrà, e che le graduatorie del personale infermieristico e Oss sono ferme, il quadro della situazione è completo. Non va certo meglio dal punto di vista economico: ormai da cinque anni non riceviamo più le cosiddette risorse aggiuntive regionali, che ci avrebbero consentito delle piccole integrazioni agli stipendi del personale.

Durante l’incontro in prefettura ci è stato risposto in maniera fin troppo chiara che con la situazione attuale non c’è alcuna prospettiva di sblocco di queste risorse”. “Siamo amareggiati - conclude Giannoni -. Amareggiati per la scarsa sensibilità dimostrata dalle istituzioni regionali nel comprendere il sacrificio fatto in questi anni dal personale sanitario e la drammaticità del momento che stiamo vivendo. Amareggiati perché noi parliamo di problemi concreti, di lavoratori che mancano e la Regione ci risponde con espressioni come razionalizzazione e salvaguardia degli equilibri di bilancio.

Questa salvaguardia, ci domandiamo, deve essere fatta sulla pelle del personale sanitario? E’ possibile che i due anni e mezzo di lotta alla pandemia non hanno insegnato niente? E che non ci sia interesse per la qualità del trattamento sanitario che viene erogato alla popolazione?”.

"Siamo alle solite: alla carenza di personale di organico medico si reagisce tagliando servizi al cittadino. In questo caso il taglio è ancora più odioso perché riguarda i pazienti più piccoli. All'ospedale di Volterra, infatti, il reparto di pediatria non è più funzionante per mancanza di medici specializzati. Viene da chiedersi come la direzione dell'Asl Nord Ovest sia arrivata a questo punto e chi ha redatto il piano delle assunzioni e gestito la programmazione aziendale. La Regione Toscana a guida Pd deve dare una risposta su cosa vuole farne delle aree interne, perché è chiaro che con queste scelte politico-sanitarie si va a mortificare ogni sforzo per risollevare economicamente e residenzialmente un'area vasta e importante come l'Alta Valdicecina.

Un bambino di Volterra o dell'Alta val di Cecina ha forse meno diritti di uno di Firenze? Qualora eletto al Senato, porterò avanti nelle aule parlamentari la battaglia per ripristinare il reparto di pediatria a Volterra". Lo dichiara in una nota Manfredi Potenti, deputato toscano della Lega e candidato unitario del centrodestra al Senato nel collegio uninominale Pisa-Livorno".

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