Sanità toscana: interrogazione sui metodi della Giunta Rossi per le nomine dei mega Direttori Generali

l Consigliere Paolo Marcheschi (Fdi) denuncia un conflitto di interessi e una violazione alla norma sull'indipendenza dei Commissari esaminatori. «Assumere, assumere, assumere»: sulla sanità Mugnai e Marchetti (FI) suonano la carica alla Regione. «Sistema verso la tempesta perfetta». Il consigliere regionale Andrea Quartini (M5S): “Il Pd mortifica il servizio pubblico e spalanca le porte ai privati”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 ottobre 2018 07:54
Sanità toscana: interrogazione sui metodi della Giunta Rossi per le nomine dei mega Direttori Generali

Firenze – “Dopo aver illustrato, con un video ad effetto, il gioco delle poltrone delle figure apicali della Sanità Toscana -dichiara il Consigliere regionale Paolo Marcheschi (Fdi) ribadisco con forza che i metodi del Presidente Rossi e dell'assessore Saccardi non sono né aperti né trasparenti, come invece imporrebbe la norma nazionale.

Ho già dimostrato come negli anni i Direttori delle Asl toscane e dei mega dirigenti della Sanità siano sempre state le stesse persone, scelte per fedeltà politica al duo Rossi-Saccardi. Adesso che una legge nazionale impone, per queste nomine apicali, di allentare il vincolo fra politica e gestione della sanità sarebbe stato lecito attendersi finalmente un segnale d’apertura verso professionalità “esterne” magari anche di altre regioni, che in questi anni sono state “respinte” dal sistema di potere toscano. Anche stavolta però -aggiunge Marcheschi- la Sinistra non molla.

Fatta la legge, trovato l’inganno. La Toscana ha trovato il modo di blindarsi ancora nominando soggetti interni al “al cerchio magico”. La Commissione, che sceglierà la rosa dei Direttori Generali da sottoporre alla nomina di Rossi, infatti è composta da due interni: un Dirigente della Struttura Regionale fedelissimo della Calamai, e da un membro dell’Istituto di S.Anna di Pisa che come noto è l’Istituto sovvenzionato dalla Regione Toscana per formare i propri dirigenti. Almeno uno è di nomina Ministeriale (Agenas) ma è certo che appare in evidente minoranza.

Ho dunque presentato un’interrogazione per verificare se non si configuri l’ipotesi della violazione della norma che impone “indipendenza” (Dlgls.171/2016) e di “conflitto di interessi”. Il Consigliere Marcheschi attacca il metodo scelte per le nomine e spiega la mancanza di indipendenza: “L’Istituto S.Anna può essere definito indipendente? E' un istituto che solo negli ultimi anni ha un accordo di collaborazione e ha percepito 1,6 mln di euro dalla stessa Regione Toscana.

E come potrà il membro del S.Anna giudicare migliori, i Dirigenti provenienti da altre scuole di formazione? La Dirigente del S.Anna si troverà a fare i colloqui con alcuni dei suoi Dirigenti “studenti” e mi risulta difficile immaginare che saranno bocciati proprio dall’Istituto che è pagato per certificare la professionalità. E come potrà il fedelissimo della Calamai e Rossi (dipendente Asl portato dalla Calamai stessa in Regione) giudicare con imparzialità e distacco colui che potrebbe essere un domani il suo futuro capo? Saranno comunque le ultime nomine perché il 2020 si avvicina e finalmente in Toscana, insieme al cambio del Governo, si libereranno energie e avrà spazio il merito”.

«Assumere, assumere, assumere: o la Regione aprirà i canali di accesso di nuovo personale sanitario tra medici, infermieri e tutti i livelli operativi al sistema salute toscano, o su quest’ultimo si scatenerà la tempesta perfetta. Fulmini e saette, però, si abbatteranno sui cittadini»: a suonare la carica alla giunta regionale invocando un piano di assunzioni di personale sanitario ci pensa Forza Italia da dove intervengono a gran voce il coordinatore regionale onorevole Stefano Mugnai (che alla Camera dove è vicecapogruppo della compagine azzurra fa parte della commissione sanità) e il capogruppo in Consiglio regionale Maurizio Marchetti. Entrambi da tempo sostengono la necessità di dare gambe, nonché camici, a una sanità regionale che va incontro attualmente a una nuova stagione di pensionamenti la quale segue tempi di blocco del turn over, riduzioni, tagli e accorpamenti: «Ora – mettono in guardia Mugnai e Marchetti – a una situazione già compromessa da una riforma sanitaria targata Rossi-Saccardi e tutta accorpamenti e contrazione di posti letto, la quale ha lasciato medici e altri sanitari oberati di carichi di lavoro e costantemente in affanno, sta per aggiungersi l’effetto nefasto di una manovra di governo che, si apprende dalle dichiarazioni di esponenti di maggioranza e di ministri, non terrà affatto conto delle esigenze della sanità». Un mix micidiale, secondo Forza Italia: «Soprattutto – affermano – un mix destinato a far compiere al sistema salute toscano il centimetro finale oltre l’orlo del baratro».

Mugnai e Marchetti lo sostengono da tempo, ciascuno nei rispettivi ruoli e percorsi: «Rossi & C. finora hanno investito solo sul consenso, e adesso la macchina della salute si ritrova senza il necessario carburante costituito da chi deve curare. Senza medici e personale sanitario è impossibile rispondere ai bisogni di assistenza e cura crescenti espressi dalla popolazione. Non basta che nella Asl Centro si stabilizzi, ed era ora, anzi è tardi, chi già lavora quotidianamente nelle corsie o nel sistema del soccorso o altro.

Bisogna assumere nuovo personale in più, così da allineare l’offerta di salute alla domanda dei cittadini sospinti da tagli e disservizi sempre più ai margini del sistema». «E’ l’opposto», sottolineano Mugnai e Marchetti: «Al centro del sistema sanitario devono esserci le persone. Quelle che curano e quelle che di cure hanno necessità. Non gli apparati e le burocrazie che fin qui la sinistra ha coltivato, tagliando il necessario così da spremere i professionisti della salute come limoni, con uno stress a livelli pericolosi per chi lo subisce e per i pazienti.

Lo diciamo noi opposizione brutta e cattiva? No: lo dicono i medici stessi anche attraverso i media. Noi siamo al fianco loro e dei loro pazienti di ieri, di oggi e, speriamo il meno possibile, di domani».

“Bene le strutture sanitarie private, ma prima si pensi a tutelare gli istituti ospedalieri pubblici”: così il consigliere regionale del Movimento 5 stelle, Andrea Quartini, interviene sulla vicenda di Figline Valdarno, dove tutti i livelli istituzionali sono attesi all’inaugurazione di un complesso sanitario privato. “Le presenze, tra gli altri, dell’assessore regionale Stefania Saccardi, del sindaco Giulia Mugnai e del direttore del presidio ospedaliero Maurizio Griofoni ci lasciano quantomeno perplessi.

È infatti innegabile che l’iniziativa privata abbia tutto il diritto di sorgere e crescere sul territorio, ma è altrettanto chiaro che quando si parla di salute dei cittadini l’attenzione primaria dovrebbe sempre e comunque andare verso realtà pubbliche: esattamente l’opposto di quanto avvenuto sino a oggi, con tagli orizzontali e scelte che hanno causato un progressivo e sensibile depotenziamento dell’ospedale di Figline Valdarno. Un servizio pubblico – prosegue Quartini - mortificato da continue revisioni al ribasso che hanno portato, come inevitabile riflesso, l’espansione dell’alternativa privata soprattutto in quelle prestazioni di maggior ricavo economico come i servizi radiologici.

Servizi proprio al centro dell’inaugurazione di cui stiamo parlando”. Ancora una volta, dunque, la politica non fa gli interessi dei cittadini. “Gli standard qualitativi e lavorativi delle cliniche private non potranno mai essere all’altezza di quelli assicurati dal sistema pubblico. E questo – conclude l’esponente del M5S - in ragione del profitto che i vertici di tali realtà puntano legittimamente a perseguire. Siamo indignati dalla progressiva privatizzazione della sanità toscana, un modus operandi avallato se non addirittura, nei fatti, incoraggiato dalle scelte delle istituzioni a guida Pd”.

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