San Salvi, il parco abbandonato adesso non c'è più

Tutto esaurito per la leggendaria Passeggiata nel parco ad uso pubblico, che il pubblico non ha mai saputo apprezzare

Antonio
Antonio Lenoci
11 agosto 2015 13:27
San Salvi, il parco abbandonato adesso non c'è più

Compagnie teatrali e privati cittadini, artisti e comitati hanno alzato la voce all'ombra degli alberi, migliaia di fiorentini e non fiorentini hanno preso parte alle visite guidate deridendo amaramente quelle amministrazioni che non hanno saputo sfruttare il potenziale di un bene incalcolabile. Voci inascoltate perché il Parco, si è detto, "è del Comune, anzi dell'Azienda Sanitaria. anzi...".  Adesso che tutto è distrutto Firenze piange. Ma San Salvi è un luogo strano, ci vive un popolo curioso: serrato, unito, invincibile.

Il popolo di San Salvi chiede aiuto e sempre il popolo di San Salvi aiuta. Di chi è San Salvi? Forse questa è l'occasione per rispondere finalmente a questa domanda. “Grandi alberi rigidi contorti solenni, macchie d’ombra profonda, squarci d’azzurro fra i rami verdissimi. Sotto le fronde un popolo bizzarro oscilla senza meta in un clamore confuso” questo l’incipit di “I tetti rossi”, rarissimo libro su San Salvi del 1931, dello scrittore psichiatra Corrado Tumiati.

Basterebbero queste poche parole per testimoniare l’importanza del Parco all’interno della vita del manicomio fiorentino e dell’intera città. La recente devastazione potrebbe essere l'occasione per ricordarsi del polmone verde tra le zone di Rovezzano e Coverciano, questo almeno sperano coloro che l'area non l'hanno mai abbandonata.Sono anni che si chiacchiera del futuro di San Salvi, anni in cui nel piccolo paese autonomo dei "pazzi" sono stati chiusi padiglioni, aperti asili nido, razionalizzati spazi sanitari, destrutturate residenze sanitarie assistite e murati vecchi teatri con l'ambizione incomprensibile di voler creare percorsi di guida urbana dedicati ai ragazzini ed avviare progetti di recupero dei detenuti con la riparazione delle biciclette usate ed asportate dalle pubbliche vie, mentre a pochi metri si sparava per regolare i conti, tra palazzine occupate e giardini ricolmi di siringhe usate.

Tutto ciò come se nulla fosse. Cose da pazzi, appunto. Quelli veri, quelli che abitano il mondo, fuori dalle mura.

Nell'estate 2015 la “passeggiata”, mitico viaggio-iniziazione di e con Claudio Ascoli (nata nel 1998, 545 repliche e 45.000 spettatori!), diventa una visita nel parco devastato,  mercoledì 12 agosto ore 21 e 30, già “tutto esaurito”: gli interessati possono prenotare per le repliche di giovedì 13 e venerdì 14. "Ingresso 10 €, posti limitatissimi, prenotazione obbligatoria: tel. 055 6236195 o mail info@chille.it. La “Passeggiata” si svolgerà solo in spazi assolutamente sicuri" fanno sapere gli organizzatori.

Il tornado del 1° agosto che ha investito la zona sud di Firenze, ha completamente distrutto il parco di San Salvi: decine e decine di alberi centenari, pini e cedri del librano, sradicati e crollati al suolo. Gravi danni anche ai Chille ed al loro Teatro all’aperto, da molti anni spazio cult dell’Estate fiorentina. Ma la compagnia grazie al sostegno dei suoi spettatori (braccia e risorse…coordinate su www.chille.it) ha compiuto il miracolo, e così, in attesa del grande concerto di ferragosto con Riccardo Tesi e banditaliana, l’Estate a San Salvi riapre con la mitica Passeggiata “C’era una volta…il manicomio”, il cui sottotitolo recita “Il Parco che non c’era…non c’è più”.

Spiega Ascoli "Abbiamo titolato così perché San Salvi ha ancora, nonostante mille promesse e il succedersi di tanti amministratori, lo status di Parco privato ad uso pubblico". Cosa vuol dire tutto questo? Significa che quest’enorme patrimonio di verde, da tempo assurdamente abbandonato ed oggi distrutto dalla furia del vento, è ancora di proprietà privata della Asl: Asl che a questo punto dovrebbe provvedere al ripristino?! Alla disgrazia della calamità naturale si aggiunge così quella umana di tempi infiniti per qualcosa che potrebbe attuarsi, volendo, in pochi giorni.

E il racconto surreale di Ascoli sulle vicende sansalvine si arricchisce di un’altra perla!

 San Salvi paga pegno come avvenne nei giorni dell’alluvione di Firenze, quando venne dimenticata per molti giorni, nonostante le sue mura avessero costruito un ìnvaso provvidenziale per alcuni quartieri fiorentini.

I Chille sperano che il loro Teatro, la loro nuova Passeggiata, gli occhi di tanti spettatori possano riaprire un dibattito sul tema, e soprattutto riportino la vita a San Salvi.

Da parte loro, intanto, un piccolo gesto simbolico: il prossimo 9 settembre, giorno del contro-anniversario della nascita del manicomio inaugurato il 9 settembre 1890, al posto del grande pino sradicato il 1° agosto, pianteranno un piccolo albero di melo.

Chi ne vuole sapere di più o prenotarsi, contatti i Chille: tel. 055 6236195, mail info@chille.it, o www.chille.it.

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