Banca Etruria: consumatori cercano risposte, esposto del Codacons

Peretti (Ugl): “Accertare responsabilità senza ingiustizie e favoritismi”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 dicembre 2015 13:10
Banca Etruria: consumatori cercano risposte, esposto del Codacons

E' stato depositato stamattina l’esposto del Codacons alla procura della Repubblica di Arezzo per la vicenda Banca Etruria. L’associazione, che ha raccolto il maggior numero di richieste di aiuto da parte dei risparmiatori di Arezzo e dell’intera Toscana, ha infatti redatto una denuncia in cui si chiede alla magistratura di indagare per il reato di truffa a danno dei risparmiatori. Secondo il Codacons, infatti, nella vicenda di Banca Etruria potrebbero essere ravvisabili le fattispecie previste dall’art.

640 del codice penale secondo cui “Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno”, e dagli artt. 2621, 2622, 2625, 2638 del Codice Civile. Ma il Codacons va oltre e nell’esposto chiede alla Procura di Arezzo di aprire una indagine anche nei confronti degli organi di vigilanza, per aver permesso il prorogarsi di una situazione grave e pericolosissima per i risparmiatori e gli azionisti, che ha portato oggi al disastro di perdite a danno degli investitori, concorrendo negli eventuali illeciti che saranno accertati dalla magistratura.

L’Asso-consum, associazione per la difesa dei consumatori, degli utenti e dei cittadini, componente CNCU, plaude l’operato della Procura della Repubblica di Arezzo in merito ai filoni d’inchiesta portati avanti sulla Banca Etruria. "Inchieste sollecitate dagli esposti presentati da Asso-consum circa tre settimane fa. Proseguire l’indagine sui membri del consiglio d’amministrazione che hanno sfruttato la carica per fini personali e di continuare a controllare l’operato dei revisori come già richiesto negli esposti presentati dall’Associazione sia alla procura di Arezzo che alle Procure delle città di riferimento delle altre tre banche in default". “Abbiamo messo in evidenza fin da subito la probabilità che membri del consiglio d’amministrazione, consiglieri e sindaci revisori delle quattro banche in default avessero ricevuto fondi” dichiara il presidente Aldo Perrotta. “Chiediamo di proseguire sulla linea portata avanti dalla Procura.

Sicuramente la lista dei membri del consiglio d’amministrazione corrotti non si ferma agli attuali nomi. Bisogna, inoltre, allargare l’indagane ai vertici amministrativi delle banche (direttori generali etc) verificando se abbiano segnalato o meno le criticità economiche delle stesse”.

“Non vorremmo che si creasse la paradossale situazione in cui i lavoratori paghino per prodotti finanziari, come le obbligazioni subordinate, emessi dai vertici aziendali. Gli stessi vertici aziendali che, attraverso l’odiosa pratica delle pressioni commerciali, hanno di fatto costretto i lavoratori a ‘piazzare’ quei prodotti che oggi qualcuno afferma non debbano assolutamente essere venduti allo sportello”. Così il segretario generale dell’Ugl Credito, Piero Peretti, commenta le notizie relative ai tre filoni di inchiesta che la Procura di Arezzo ha attivato su Banca Etruria, nell’ambito dei quali non risulta indagato l’ex vice presidente Pier Luigi Boschi. Per il sindacalista “oltre ad essere ormai evidente che l’emissione delle obbligazioni subordinate non doveva essere consentita, soprattutto alla luce dei tre miliardi di crediti cattivi accumulati negli ultimi periodi dal solo istituto aretino, deve essere chiaro una volta per tutte che la responsabilità della situazione di Banca Etruria, così come delle altre tre banche coinvolte nel salvataggio, Banca Marche, Carife e Carichieti, non è da ricercare tra i bancari ma tra chi, fra i membri dei cda e i manager, ha concesso prestiti scriteriati e ha gestito in modo irresponsabile il patrimonio aziendale e i risparmi dei clienti”.

Un blitz messo in atto in piena notte “La tua amica banca ti ha tradito” uno striscione e delle cravatte annodate a simboleggiare “il cappio messo al collo dei risparmiatori dagli usurai in doppiopetto” sono comparsi nella notte davanti alle filiale di Scandicci di Banca Etruria. A rivendicare l’azione è CasaPound Italia. “Basta bruciare i risparmi degli italiani in finanza tossica – sottolinea Cpi – Il caso di Banca Etruria e affini ha dimostrato nella maniera più tragica il fallimento del sistema, completamente liberalizzato, che avrebbe dovuto risollevare le sorti dell’economia nostrana e che invece ha portato solo a danni e truffe.

E i truffati, neanche a dirlo, sono i più deboli: non i grossi imprenditori in foulard, non gli speculatori o i mafiosi, ma famiglie qualunque che, credendo ancora nell’Italia, nelle sue banche e nelle sue imprese, hanno consegnato i risparmi di una vita nelle mani della Banda Bassotti. Famiglie che il governo ha cinicamente scelto di abbandonare a loro stesse, salvo poi, di fronte alla tragedia di Civitavecchia, avere un ripensamento in corner e varare quell’intervento ‘solidale’ quando non ha proprio potuto più farne a meno. Rimettiamo il sistema bancario sotto il controllo dello Stato – conclude CasaPound Italia - Economia reale SI, obbligazioni e derivati NO”.

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