RSA e liste d’attesa: a Firenze mancano 4 milioni di euro

Dmitrij Palagi, Sinistra Progetto Comune: “Dispiace che Palazzo Vecchio non voglia assumersi un ruolo preciso”

Redazione Nove da Firenze
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07 ottobre 2024 22:01
RSA e liste d’attesa: a Firenze mancano 4 milioni di euro

A settembre 2024 c’erano circa 160 persone in lista di attesa RSA, di cui circa il 28% con richiesta di intervento economico integrativo sociale. Quindi servirebbero altri 4.100.000 €, per quanto riguarda la copertura delle cosiddette quote sanitarie e quote sociali. È facile immaginare che ci siano tante altre famiglie in una condizione di bisogno, che nelle difficoltà del sistema rinunciano anche solo all’idea di domandare. A fronte di un invecchiamento costante della popolazione, non aumenta la spesa per la parte sociale delle strutture residenziali e semiresidenziali sociali e sociosanitarie, per persone anziane o con disabilità. Erano poco più di 13 milioni nel 2019 e sono poco più di 13 milioni nel 2023 (nel 2021 e nel 2022 si era addirittura scesi a circa 12 milioni e mezzo circa).

«Curioso il passaggio in cui la Giunta sostiene di non vedere ragion d’essere per una specifica programmazione di strutture e posti letto sul territorio zonale. Tra i compiti della Società della salute c’è quello di programmare le attività territoriali con i bisogni sanitari e sociali, garantendo continuità ai i percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali. Purtroppo, è vero che la maggior parte della titolarità della gestione delle RSA è in grandissima parte in capo a soggetti privati, ma è previsto esplicitamente un ruolo del Comune per il rilascio di autorizzazione da parte delle strutture. Questa autorizzazione ha bisogno di un parere obbligatorio, anche se non vincolante, da parte della Società della Salute. E per dare quel parere non si può prescindere dall'idea di fabbisogno e di offerta» dichiara Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune.

«Ringraziamo l’Assessore Paulesu per le risposte a una nostra interrogazione. Ci chiariscono un quadro che non condividiamo. I soldi li mette la Regione, ma la programmazione viene rimandata ai percorsi individuali di chi è in carico ai servizi sociali e ai gestori in prevalenza privati. Non c’è seria programmazione e previsione del fabbisogno, in prospettiva. Così il sistema regge? Dalle mobilitazioni in corso in queste settimane ci sembra di poter dire che non c’è adeguata consapevolezza dei problemi in cui siamo. Per questo presenteremo una mozione in questi giorni, con la finalità di rilanciare il ruolo di Palazzo Vecchio, magari per dare un esempio virtuoso anche ad altri enti locali».

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