Rossi all'Urtofar: "Con le Spa rischio di snaturare il ruolo sociale delle farmacie"

All’Auditorium del Palazzo dei Congressi il Congresso Regionale dei Titolari di Farmacia della Toscana. Gelli (Pd):”Saranno presidi sempre più importanti per assistenza cittadino. Aumentarne il numero avrebbe destabilizzato l'intero sistema"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 marzo 2015 19:08
Rossi all'Urtofar:

FIRENZE – "Non mi convince l'apertura alle società di capitali e l'eliminazione del limite di quattro farmacie per società, che aprirebbe la strada ai grandi capitali e snaturerebbe l'autonomia e il ruolo della farmacia come presidio sociale e sanitario del territorio e il suo rapporto con i cittadini. Se la legge si farà in questi termini, quando dovrò esprimere un parere mi dirò contrario". Così il presidente della Regione Enrico Rossi è entrato su uno dei temi caldi aperti dal disegno di legge del ministro Guidi sulla concorrenza, all'incontro promosso oggi al Palacongressi di Firenze da Urtofar, l'unione regionale toscana dei farmacisti titolari, per fare il punto sul ruolo e prospettive delle farmacie nel sistema sanitario regionale.Il Congresso Regionale dei Titolari di Farmacia della Toscana aveva per tema proprio “Il ruolo della Farmacia nel SSR.

Attualità e prospettive”. Si è discusso alla presenza dei maggiori rappresentanti regionali delle grosse difficoltà che vivono in questo momento le farmacie a causa della perdurante crisi economica e del disegno di legge del governo sulle liberalizzazioni che apre a scenari preoccupanti con ipotetiche ripercussioni negative sul servizio e sui cittadini. Le conclusioni affidate al Dr. Luigi Marroni, Assessore al Diritto alla Salute e Coesione Sociale della Regione Toscana e al Dr. Marco Nocentini Mungai, presidente U.R.TO.FAR (Unione Regionale Toscana Farmacisti Titolari).

Non cedere sulla questione delle spa non vuol dire, secondo Rossi, rinunciare, anche in questo settore, a razionalizzare. E' quanto la Toscana ha fatto in passato, con le legge del 2006, e oggi sta nuovamente facendo con la legge di riforma che sarà approvata fra poche settimane. "Uno scenario come l'attuale – spiega Rossi - che vede il Pil regredito di 8 punti e un taglio di bilancio di 570 milioni su poco meno di 8 miliardi e mezzo complessivi, ci obbliga a spendere meno, anche in sanità. Dal momento che in Toscana non vogliamo aumentare le tasse, quello che possiamo fare è lavorare con ancora maggior decisione sugli sprechi, eliminare doppioni e privilegi, fare meno centri ma più qualificati, sfoltire i primariati dando così più spazio ai giovani, diversificare sul territorio concentrandoci sulla qualità.

Perchè devono esistere, ad esempio, 8 cardiologie interventiste nell'area centrale della toscana? Tutte le Unitò operative univeristarie o osape daliere hanno una casistica adeguata? Solo analizzando a fondo questi aspetti potremo uscire nella sfida che ci poniamo di tagliare il 7% della spesa senza nulla togliere nella risposta ai cittadini". Per questo sforzo la Regione chiede la collaborazione di tutti i soggetti del mondo sanitario. Anche i farmacisti, ha ricordato Rossi, saranno chiamati a confrontarsi con la proposta di riforma e a dare il loro contributo nelle prossime settimane.

Anche sull'ipotesi di riduzione delle Asl a tre macroaree, Rossi spiega che la Regione intende andare avanti "La riforma è necessaria e ci dobbiamo provare – spiega – perchè l'obiettivo è troppo importante: dobbiamo far transitare questo sistema sanitario e tutte le conquiste fatte attraverso la crisi, per riconsegnarlo alle generazioni future, evitando che la crisi conduca verso una privatizzazione che escluderebbe molti cittadini da un diritto fondamentale. E' una sfida enorme, ma credo che, insieme, ce la possiamo fare"."Le farmacie rappresenteranno sempre di più dei presidi fondamentali del nostro sistema sanitario in grado di svolgere assistenza e garantire servizi al cittadino".

Lo ha dichiarato Federico Gelli, deputato e responsabile nazionale Sanità del Pd, intervenendo oggi a Firenze al convegno "La farmacia è inserita nel nostro sistema per garantire il diritto alla salute e non c'è paese europeo che non definisca una programmazione per stabilire il numero delle farmacie presenti sul territorio. Raddoppiarne il numero, così come era previsto nel decreto liberalizzazioni nella fase iniziale - conclude Gelli - avrebbe messo in discussione il ruolo stesso della farmacia come primo presidio sanitario sul territorio soprattutto nei piccoli paesi rurali."

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