​Rivoluzione in Toscana: Multinazionali a caccia di piccole imprese

Nasce la necessità di incrociare esigenze e bisogni delle piccole e delle grandi imprese

Antonio
Antonio Lenoci
28 giugno 2016 16:03

Nel 2016 la Toscana si sveglia in una nuova era, quella della condivisione. La parola "sinergia" e la tanto decantata frase "fare rete" escono dal gergo formale e diventano una buona pratica quotidiana.Perché lo chiede l'Europa? Perché i Bandi internazionali sono oramai off limits per chi non collabora con altre realtà presenti sullo stesso territorio? Non solo.Il Gruppo Multinazionali e Grandi Imprese di Confindustria Toscana e la Piccola Industria Regionale lancia un progetto denominato Matching Pmi Academy dopo una gestazione di 12 mesi.

L'ennesima terminologia inglese che nasconde un problema fin troppo italiano: il dialogo. Le piccole imprese non cercano i grandi colossi e viceversa, se non all'interno di un mero rapporto di mercato in cui il pesce grande cerca il piccolo sono in caso di necessità, salvo eliminarlo davanti ad una proposta migliore e dunque in un rapporto precario e non duraturo.Il Gruppo ha tenuto il suo incontro annuale a Firenze, presso l'Amerigo Vespucci. “Occorre far dialogare le grandi e le piccole imprese con la stessa lingua, non è una necessità ma un imperativo" Fabrizio Monsani, coordinatore del Gruppo lancia un bel fulmine sul cielo toscano, ed il tuono si avverte dal Mediterraneo al Mare del Nord.Una risposta concreta alla Brexit? "La nostra proposta è di un anno fa però. La Toscana globale deve cogliere l'opportunità dei mercati internazionali per vincere.

Non può essere provinciale né accusare scontri tra campanili. Al tempo stesso l'Europa deve prendere Brexit come un Warning e capire che non può esserci una stanza di vetro dove si decide in pochi il destino di tutti”. Sono numerosi i settori merceologici coinvolti e le conoscenze necessarie a portare avanti ogni singolo ramo di impresa hanno bisogno di svilupparsi all'interno delle filiere produttive già esistenti in Toscana, magari attivando il networking tra imprese.Come? Di tre incontri formativi o Workshop per area territoriale in cui approfondire tematiche contrattuali e nuovi mezzi di comunicazione parla Francesco Ferragina di Kon Group che suscita una riflessione "Abbiamo chiesto alla nostra platea di imprenditori, cosa vorreste implementare? Ed abbiamo scoperto quanto poco ci sia di codificato nell'economia locale.

Si tratta di casistiche come la gestione e trasmissione degli ordini ed altri aspetti pratici".Sono stati selezionati interlocutori specializzati che porteranno ai piccoli imprenditori le loro esperienze.Ma il problema, detto in termini comprensibili anche per chi non mastica marketing? "Comunicare. Le imprese non parlano tra loro" sottolinea ripetutamente il presidente Monsani.Una sintesi durata 12 mesi per arrivare a 20 punti strategici che iniziano dalla comprensione reciproca e che vede nell'innovazione il denominatore comune tra piccola e grande impresa.Ma cosa è possibile fare quando si riuniscono Istituzioni e Multinazionali? "Innanzitutto siamo in attesa di un Piano Regionale di Sviluppo.

La Toscana ha bisogno di un progetto di reindustrializzazione e credo che questo sia nei piani del Consiglio regionale con un documento in approvazione entro l'estate. Interesse della Regione credo sia anche sentire chi opera nella crescita industriale e quindi anche Confindustria" risponde Monsani a Nove da Firenze.Multinazionale è sinonimo di profitto, ma ci sono anche l'indotto ed il lavoro. "Delle Multinazionali si ha una visione distorta. Spero oggi meno che in passato quando l'investitore veniva a raccogliere i frutti.

I monopoli non esistono più, oggi la Multinazionale ha creato mercati diversi: porta cultura e crescita delle risorse umane ed il loro sviluppo. Dico la verità.. se un domani decidesse di abbandonare il territorio ci lascerebbe valore in termini di risorse".Cosa possono fare grandi e piccole imprese insieme? "Non si tratta di aiutarsi. Nelle grandi imprese il buonismo non esiste. Esiste una reciprocità di interesse. La piccola può diventare qualcosa di diverso e la grande può diventare più competitiva.

Come? Uno dei progetti riguarda un concetto di Start Up diverso da quello pensato fino ad oggi dove per la grande si parla di un moltiplicatore a parità di costi di innovazione e dove la piccola impresa possa fare innovazione a costi compatibili".Negli obiettivi della rete toscana ci sono ricerca e sviluppo sulle materie prime, ma anche gli investimenti a lungo termine. Per attirare una Multinazionale servono le infrastrutture? "Sono la piattaforma base e se non c'è la piattaforma di lancio non si lancia niente.

Altrimenti possiamo solo immaginare che senza trasformare niente possano esserci benefici. Il non fare scoraggia gli investitori, offre l'immagine di un territorio che non vuole crescere. L'Aeroporto è un esempio.. in altri Paesi esistono Comitati che lotterebbero per avere l'Aeroporto".In conclusione, mancano gli investimenti? "Occorre - spiega Monsani - che gli imprenditori tornino a rischiare. Non è più possibile operare solo dove si ha un ritorno sicuro.

La Toscana ad esempio ha delle eccellenze tecnologiche, nonostante questo però le multinazionali impiegano del tempo per organizzarsi. Non si conoscono reciprocamente e su questo dobbiamo lavorare. Avremo un'alta adesione? Ricordiamoci che l'imprenditore partecipa se gli conviene.. non si sposta tanto per ascoltare"Ci siamo arrivati quando persino la Toscana sembra troppo piccola? "Oggi a Bruxelles c'è un ufficio Toscana-Umbria-Marche.. e questo è significativo.

Spero però che la Città Metropolitana di Firenze possa essere un esempio per capire che essere a servizio di tutti significa superare i confini geografici".

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