Riparte la produzione in Toscana

Ma consumi retail sono tra i peggiori a giugno 2021 (-23%) e per il lavoro servirà molto più tempo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 agosto 2021 07:36
Riparte la produzione in Toscana

Segni di ripresa economica, sempre più marcati ma con riflessi assai più lenti per quanto riguarda il mercato del lavoro. Cresce la domanda internazionale – mentre appare ancora debole quella interna – e l’economia toscana, da sempre vocata all’export, ne approfitta. La produzione industriale regionale, spiega l’Irpet nell’ultima nota congiunturale di luglio 2021, appare infatti in ripresa a rimorchio delle esportazioni.

Certo, chiarisce sempre l’istituto di programmazione economica della Regione, non vale per tutti i settori. Al comparto Moda (e in particolare per quanto riguarda il settore di tessuti e filati) manca ancora un quarto della produzione che aveva prima della crisi innescata dall’emergenza sanitaria e dalle restrizioni che ne sono conseguite. Anche per questo ad aprile, rispetto allo stesso mese del 2019 (un anno prima della pandemia), la Toscana sconta ancora un ritardo del 4,8 per cento sulla produzione industriale. Ma tolta la Moda, tutti gli altri principali settori hanno recuperato i precedenti livelli produttivi. E c’è anche chi, come le industrie che producono apparecchi elettronici, elettrici, ottici e computer, sono cresciuti a due cifre, del 14 per cento.

Merito per l’appunto dell’export, con le vendite estere toscane che nel primo trimestre 2021, rispetto agli stessi tre mesi del 2020, sono cresciute di più della media italiana (del 14,2 per cento contro il 6,1). La Toscana è la regione con la performance migliore da questo punto di vista. Ma cresce – del 5,87 per cento – anche rispetto ai valori pre-crisi del primo trimestre 2019. Solo il mercato di filati e tessuti appare, per l’appunto, in crisi, con il segno meno che accompagna comunque anche il settore del cuoio e della pelletteria (rispetto almeno al 2019, - 11 per cento) e, tra i più rilevanti, i prodotti in legno (- 15%), la carta e stampa (-9.9%) e i minerali non energetici (-22 per cento).

Quanto ad occupazione, mancavano all’appello a marzo 2021, rispetto al 2019, 67 mila avviamenti (-26%) e 11 mila addetti alle dipendenze (-1%). In particolare la flessione è forte nei servizi turistici (-14,8 per cento sul 2019 e -7,4 per cento sul 2020), nei settori finanziari, il commercio al dettaglio e l’insieme del made in Italy.

Da aprile 2020 a maggio 2021 le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate in Toscana, solo quelle per l’emergenza sanitaria, ammontano a 356 milioni. Tantissime. Basta pensare che dal 2009, primo anno della grande crisi economico-finanziaria arrivata dall’America, al 2014 ne erano state autorizzate ‘solo’ 308 milioni. Rispetto comunque all’anno scorso il monte ore di aprile e maggio di tutti i settori è inferiore, con la sola eccezione dei settori di alloggio, ristorazione e commercio: si tratta complessivamente di 18 milioni di ore in meno di ricorso alla cassa integrazione, pari ad una flessione del 16 per cento.

Tuttavia, secondo i nuovi dati dell’Osservatorio Confimprese-EY che analizzano l’andamento dei consumi di mercato di giugno 2021, nei settori abbigliamento e accessori, food&beverage (ristorazione servita, quick service e bar) e non food (retail cosmetica, arredamento, servizi, cultura), dai quali emerge che:

  • Il benchmark di giugno 2021 su giugno 2019 nell’anno pre-Covid registra un calo del -19%.
  • Il settore in maggiore sofferenza è quello di abbigliamento e accessori con -23%.
  • In recupero la ristorazione che chiude giugno a -20% (-48% maggio 2021 vs maggio 2019).

    Ottima performance per il non food che chiude a +3%.

  • Il bilancio del primo semestre 2021 vs lo stesso periodo 2019 è ancora negativo con una flessione pari a -44%.
  • Nei trend per regione, a giugno 2021 vs giugno 2019 l’Umbria si conferma peggiore regione in flessione del -24%. Seguono Toscana, Emilia-Romagna e Marche -23%, Lazio -22%, Veneto -21% e Lombardia -20%.
  • Nei trend per città, a giugno, si conferma Firenze a -43%, seguono Milano -36%, Bologna -35%, Venezia -32%, Napoli -30%, Roma -27%, Genova -24% e Torino -22%, Palermo -16%.

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