Riccardo Magherini: Gli Amici del Maghero ed il caso Social

Adesivi, magliette, incontri, dibattiti e fiaccolate, l'Oltrarno ha 'adottato' Riccardo Magherini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 marzo 2016 14:11

Risale ad inizio Marzo l'evento in cui Firenze ha mostrato nuovamente la sua vicinanza alla famiglia di Riccardo Magherini, il giovane morto nella notte tra il 2 e il 3 marzo del 2014 in San Frediano. La memoria del 40enne vive sul web, attraverso i Social, c'è un Canale You Tube a suo nome: "Questo è il mio canale. Si... non sono più io a poter inserire video da condividere con le persone a me care...

momenti belli passati con gli amici e le loro famiglie. Non posso più perché... perché non ci sono più. C'è però chi per me sta raccogliendo il mio passato e tutto ciò che sarà fatto in mio nome, per migliorare, per aiutare chi ha bisogno...".E soprattutto attraverso gli aggiornamenti del Gruppo "Gli Amici del Maghero" dove padre e fratello di Riccardo intervengono direttamente.Immagini arrivano in diretta dall'Aula del Tribunale di Firenze.

Delle ultime ore: "Stiamo aspettando che il Giudice si pronunci riguardo la nuova perizia sul "Proni si respira meglio" avanzata la scorsa udienza" cui segue "Bocciata completamente la linea difensiva del 'Proni si respira meglio'. 31 maggio 7 e 14 giugno le prossime udienze parola alle parti... si corre verso la conclusione del processo".

Il 3 marzo, la famiglia ha voluto dedicare per il secondo anno a Riccardo una giornata in sua memoria. Prima una messa, seguita da una fiaccolata partecipata dai cittadini, partita da piazza del Cestello, per proseguire poi sul Lungarno fino ad arrivare a Ponte Vespucci dove appariva uno striscione con la scritta: “Il tempo non cancella né la scritta né il dolore, ma neanche il sangue dalle vostre divise”. 

Nell'estate 2014 il padre di Riccardo, Guido Magherini, lanciò un appello al sindaco di Firenze Dario Nardella affermando che “se la legge è uguale per tutti, anche la famiglia Magherini ha diritto ad avere accesso alla verità e alla giustizia.” Ma la vicinanza, oltre le buone intenzioni, le frasi fatte oppure i saluti di circostanza, è arrivata dai residenti dell'Oltrarno che si sono stretti ai parenti della vittima come una grande famiglia.

I fiorentini, dopo aver offerto materiale e testimonianze seguono ancora la vicenda con grande partecipazione e proprio mediante i Social Network riescono ad esprimere la loro opinione sugli atti giudiziari, sulle intercettazioni sbobinate e rilette a mente fredda, facendo sentire la famiglia meno sola e contribuendo ad organizzare eventi in modo da mantenere sempre viva la memoria. Il caso di Riccardo può contare su un data base sociale fatto di commenti che costituiscono oggi un precedente.Già i primi mesi dopo l'accaduto, alcuni tassisti fiorentini, attaccarono sulle loro vetture l'adesivo “We love Riky”, che fu poi mostrato in Consiglio Comunale.

E ancora: la creazione del Gruppo Facebook che ad oggi conta 15.096 membri. Anche in questo modo il caso Magherini ha acquisito rilievo nazionale: immagini inedite, audio emersi in fase investigativa, e video, uno dei quali mostrato al festival dei diritti di Todi con le ultime ore di Riccardo, fino al suo decesso. La famiglia di Magherini, già conosciuta e rispettata prima del tragico evento, è stata così supportata dalla nuova Comunicazione Digitale.

Una riflessione stridente, ma necessaria a comprendere il potere dell'amplificatore sociale costituito da mezzi quali You Tube, Twitter oppure Facebook, che in modo immediato forniscono elementi di discussione di massa.L'auspicio che Andrea Magherini ha voluto rilanciare attraverso Nove da Firenze è "Affinché quello che è accaduto a mio fratello non accada più" e per ottenere ascolto, per lasciare un segno è necessario a volte attraversare quella linea immaginaria che tutti i giorni vede l'umanità in bilico tra la cronaca ed il marketing, tra l'essere e l'apparire.

Non basta avere un cuore grande se non lo si riconosce nella sua forma più riconoscibile, magari colorato di un bel rosso acceso.Tra le frasi postate in rete: “Dovete dire che è morto da solo... Non funzionò né con Federico Aldrovandi, tanto meno funzionerà con Riccardo” a richiamo dell'evento che vede impegnato l'avvocato Fabio Anselmo, presente con Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, il 15 e il 16 Marzo a Bruxelles per parlare di abusi di potere e vittime di tortura. Gli adesivi si staccano, le scritte scoloriscono..

non troppo diversamente accade per la memoria e la coscienza. I Social, la rete in generale, è un archivio prezioso al quale l'umanità potrà sempre attingere.di Rosa Marchitelli e Antonio Lenoci

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