Regione Toscana: i dirigenti vanno in pensione, o no?

Resistenza interna al progetto esuberi della Giunta. Il gruppo FdI: “Da sempre chiedevamo di arrivare a tre ASL chiudendo le SdS”

Redazione Nove da Firenze
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19 ottobre 2014 22:17
Regione Toscana: i dirigenti vanno in pensione, o no?

Regione Toscana utilizzerà la possibilità, data dalla L. 125 del 30.10.2013, per riorganizzarsi realizzando diversi obiettivi insieme: una politica di risparmio strutturale, lo snellimento ed il ringiovanimento, sia come mansioni che come età, della macchina organizzativa. Passaggi obbligati se si vuole costruire una Pubblica Amministrazione adeguata al tempo presente: minori costi, minori rigidità, e finalmente l’utilizzo delle innovazioni tecnologiche ed organizzative che caratterizzano la nostra epoca. In particolare, la Regione Toscana, Consiglio Regionale compreso, potrebbe, utilizzando la normativa, far uscire nei prossimi due anni una quarantina di dirigenti e 229 dipendenti (fra cui una settantina di posizioni organizzative).

Un’operazione frazionata in tre anni, facilmente gestibile. L'operazione, progettata dall'assessore Bugli ha incontrato però l'opposizione della maggior parte dei dirigenti che verrebbero esuberati –nonostante l'ottima pensione che riceverebbero- e dei dirigenti “incaricati”, che non posseggono la qualifica dirigenziale.

"Proprio nel momento in cui anche il Governo dichiara il fallimento del sistema della pubblica amministrazione basato sulla responsabilità dirigenziale e ci sono da trovare soldi per far fronte ai tagli dell'ultima manovra finanziaria la Regione Toscana brucia 20 milioni perché continua ad essere ostaggio dei propri dirigenti -intervengono i Cobas della Regione Toscana- Il risparmio è stimato in 20 milioni, ma, il risparmio, se dichiarati gli esuberi fin dal 2014, comincerebbe nel 2015. Un risparmio strutturale, ripetuto ogni anno e che permetterebbe, in questa fase di crisi economica prolungata, alla Regione Toscana di non aumentare la tassazione e le imposte regionali.

“Meglio tardi che mai. Da destra da sempre proponiamo di arrivare a tre Asl e un Estav, chiudendo le Società della Salute. Finalmente – sottolinea il gruppo regionale FdI, commentando l’annuncio del governatore Enrico Rossi di dover accorpare 10 Asl riducendole a tre - anche Rossi ci è arrivato. Mancano ancora gli ultimi due passaggi: primari per merito con concorso vero e non con nomina politica e basta impicci con le compravendite degli immobili. Ma non possiamo pretendere così tanto da Enrico Rossi che nei buchi dei bilanci e nella costosa macchina burocratica, di potere e cliente della sanità toscana ha costruito la propria carriera politica”.

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