Referendum di domenica 17 aprile: seggi aperti dalle 7 alle 23

Cenni (Pd): “Recarsi alle urne è sempre un atto di responsabilità civile”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 aprile 2016 14:42
Referendum di domenica 17 aprile: seggi aperti dalle 7 alle 23

Domenica 17 aprile si vota per il referendum popolare abrogativo relativo alle estrazioni di petrolio e gas in mare nei giacimenti attivi entro le 12 miglia dalla costa (le cosiddette trivellazioni) nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale. Le Regioni che hanno promosso il referendum sono Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise. L'Emilia Romagna, la regione maggiormente interessata per numero delle piattaforme marine, non ha aderito al referendum.

La sentenza della Corte Costituzionale (1) sottopone al giudizio degli elettori, l'abrogazione dei dispositivi di legge (2-3) che prevedono la concessione delle attivita' estrattive fino ad esaurimento del giacimento. Il testo interessato e' il seguente: "I titoli abilitativi gia' rilasciati sono fatti salvi per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale." La parte sottoposta a referendum e' la seguente: "per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale". Il testo emendato, nel caso vincesse il SI, suonerebbe cosi': "I titoli abilitativi gia' rilasciati sono fatti salvi".

I seggi saranno aperti dalle 7 alle 23. Per il voto è necessario presentare la tessera elettorale e un documento di identità emesso da un ente pubblico, in corso di validità e provvisto di foto riconoscibile. Gli elettori sprovvisti di questi documenti (o in possesso di quelli scaduti) possono rivolgersi, per il rilascio o il rinnovo, agli uffici del proprio comune di residenza. Per evitare il possibile sovraffollamento degli ultimi giorni, è consigliabile verificare per tempo il possesso dei documenti necessari per l'espressione del voto.

COME SI VOTA

Si esprime il proprio voto tracciando un segno sul SI oppure sul NO: il voto SI indica la volontà di abrogare la normativa richiamata dal quesito referendario; il voto NO indica la volontà di mantenere la vigente normativa richiamata dal quesito referendario.

I referendari si sono lamentati del poco spazio e risalto dato dai quotidiani e dai telegiornali locali alla consultazione.

«Intanto bisogna precisare che il 17 aprile non si voterà per lo stop alle trivelle. Si chiede solo se dopo la scadenza della concessione in atto si debba chiudere la piattaforma o continuare a prelevare petrolio e gas fino ad esaurimento delle risorse. Non è che se dovesse vincere il Sì dal 18 aprile in Italia non si potrà più trivellare nelle acque territoriali, cioè a circa 22 chilometri dalla costa, perché già è così. La legge di stabilità, approvata lo scorso dicembre, ha già previsto tutte le modifiche necessarie ed è pretestuoso attribuire significati simbolici a questo referendum.

E chiariamo anche che non riguarda neppure nuove trivellazioni per la ricerca di gas e petrolio. Quindi superiamo questa enorme trappola lessicale. In caso di vittoria del Sì il nostro fabbisogno di gas aumenterebbe, rendendoci ancora più dipendenti dall’importazione di gas e petrolio dall’estero e intendiamoci non è che importare non inquini. Inoltre la vittoria del Sì provocherebbe la perdita di lavoro per migliaia di persone. Riteniamo che il lavoro e le eccellenze del Paese vadano difese e valorizzate e non svendute dietro slogan faziosi e lontani dalla realtà.

Un Paese moderno deve avere proprie risorse energetiche che vanno utilizzate, ricercate e sviluppate con know how, competenza e rispetto dell’ambiente come è stato fatto sino ad ora. Per tutte queste motivazioni riteniamo questo referendum inutile e sbagliato e sul quale si stia facendo una demagogia strumentale. La Costituzione prevede due modi per contrastare un referendum: votare No o l’astensione. Noi come Pd Empolese Valdelsa crediamo che anche chi non andrà a votare per questo referendum non sia un cittadino passivo.

E’ anzi un cittadino che fa una scelta politica precisa e legittima: utilizzare uno dei diritti che la Costituzione gli riconosce per impedire che prevalga il Sì, che come abbiamo già detto riteniamo una scelta sbagliata e pericolosa» così Enrico Sostegni, segretario territoriale PD Valdelsa.

"Il Governo ha fatto un buon lavoro, che va riconosciuto ed apprezzato, con la legge di stabilità 2016, recuperando il divieto di trivellazione entro le 12 miglia, ristabilendo competenze e ruolo degli enti locali, rivedendo percorsi privilegiati per permessi di ricerca, e di fatto accogliendo quanto le Regioni proponenti chiedevano con cinque dei sei quesiti referendari -afferma Susanna Cenni, deputato del Pd, ed esponente dell'esecutivo nazionale degli Ecologisti DemocraticiMa il tema delle concessioni illimitate entro le 12 miglia resta in campo e sarebbe stato opportuno affrontarlo.

Come gli altri quesiti, o con una modifica normativa o con un incontro tra Regioni proponenti e Governo. Questo, però, non è stato fatto. Le risorse presenti nei nostri mari sono più che residuali rispetto al nostro attuale fabbisogno, (per il gas il 3 per cento, per il petrolio l'1 per cento) e i costi strutturali ed ambientali superiori al beneficio economico. La vittoria del “sì” non provocherebbe alcun tracollo occupazionale, poiché le concessioni andrebbero a scadenza, ci sarebbero i lavori di ripristino ecc..

Le stime sulle potenzialità in termini di imprese e occupazione nelle rinnovabili, comunque, sono assai superiori al numero degli addetti oggi operanti nel settore delle fonti fossili. Stiamo già facendo buone cose in Italia: le rinnovabili rappresentano il 40 per cento della produzione di energia elettrica e il 17 cento dell'energia complessiva. Possiamo fare di più riscrivendo la strategia energetica nazionale. Non sarà questo referendum a fermare l'uso delle fonti fossili, ne sono consapevole.

Credo, però, che la vittoria dei “Sì” rappresenterebbe un chiaro messaggio al governo, un invito a lavorare in tempi certi per modificare la nostra strategia energetica nazionale, ed accelerare quegli impegni che ci siamo assunti con Cop21 a Parigi: ridurre al massimo l'uso di fonti fossili, investire decisamente sulle energie rinnovabili. La vittoria del Sì fermerebbe solo il rinnovo di 21 concessioni entro le 12 miglia, ma sarebbe un segnale concreto per rivedere o riscrivere la strategia energetica nazionale.

Per questo è utile mettere in campo ogni sforzo possibile per incoraggiare i cittadini a non disertare le urne, per cogliere un’opportunità di pronunciamento democratico, e per far prevalere un Sì consapevole, un sì chiesto con forza anche da buona parte del mondo agricolo e della pesca".

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