Recovery fund: in commissione regionale la voce dei parlamentari europei

Sentiti venerdì Simona Bonafè (Pd), Susanna Ceccardi (Lega) e Nicola Danti (Italia viva)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 febbraio 2021 20:56
Recovery fund: in commissione regionale la voce dei parlamentari europei

Firenze– La commissione per le politiche europee, presieduta da Francesco Gazzetti (Pd) ha sentito ieri in collegamento streaming gli europarlamentari Simona Bonafè (Pd), Susanna Ceccardi (Lega) e Nicola Danti (Italia viva) sul tema del Next Generation Eu e, più in prospettiva, anche sul programma di fondi strutturali per il prossimo settennato. Si tratta del primo di una serie di appuntamenti con gli eletti in Toscana al Parlamento Europeo che la commissione ha voluto per accompagnare la complessa fase di accesso ai fondi straordinari stanziati dall’Europa per far fronte alle conseguenze della pandemia.

Fondi che non si devono pensare come già acquisiti o di facile accesso, ha spiegato in apertura Susanna Ceccardi perché “siamo di fronte a un complesso quadro tecnico, con regole stringenti per l’accesso, gli impegni di spesa, i tempi. Non saranno risorse libere da vincoli, né la parte prevista in prestiti, né quella prevista in sovvenzioni”. Rispetto alle amministrazioni locali, “che vedo già proiettate negli annunci di opere da realizzare, così come sento il presidente Giani parlare di 80 per cento di risorse che arriveranno attraverso bandi”, ha aggiunto Susanna Ceccardi, “vorrei ricordare che tutto è da vedere, non sappiamo ancora come i singoli Stati potranno entrare in possesso di queste risorse, il procedimento non è semplice, né scontato.

Sappiamo invece che i singoli progetti saranno vagliati dalla Commissione europea e dal Consiglio dell’Unione”. Sono possibili riduzioni dell’erogazione dei fondi e, se la valutazione risultasse del tutto negativa, “la Commissione potrebbe decidere la risoluzione del contratto”. Risorse “non gratuite – i prestiti dovranno essere restituiti a partire dal 2027 entro il 2058 -, né certe, né libere”, ribadisce, sottolineando che “un maggiore livello di interfaccia con le Regioni avrebbe sicuramente favorito l’efficacia delle proposte”.

Nell’assicurare la disponibilità alla collaborazione con la commissione e più in generale “con la Toscana, così come con le altre Regioni del collegio nel quale sono stata eletta”, Susanna Ceccardi ricorda il monito di Mario Draghi, “che ha avuto modo di dire che se le risorse in arrivo saranno sprecate, il debito alla fine sarà insostenibile”.

Rispetto all’illustrazione dell’onorevole Ceccardi, “perfetta fin nei dettagli”, Nicola Danti segnala che “stiamo creando un debito comune europeo” e che al momento “è stato sospeso il patto di stabilità, che sarà oggetto di revisione”. L’Italia “ha avuto un riconoscimento molto importante”, osserva Danti, “è importante avere chiaro che le risorse stanziate non vanno pensate per costruire il singolo ponte o la strada che serve a ogni Comune, ma rispondono a un’idea complessiva di paese e a organizzare la ripresa.

Il Recovery non è il piano delle opere pubbliche, è la visione del futuro e la strategia per i prossimi anni. In questo piano le infrastrutture avranno un senso non per farsi la strada più larga, ma se permetteranno di accrescere la competitività del territorio. Non il singolo ponte, ma l’alta velocità”. La transizione verde “cambierà le regole e le linee di sviluppo”. Allo stesso modo, “sarà urgente la riforma della giustizia e servirà una riflessione sul sistema amministrativo e burocratico, da fare con le nostre Regioni: se non facciamo riforme, con i tempi che di solito servono oggi in Italia per realizzare le opere, questi soldi del Recovery non li spenderemo”.

Si tratta, insomma, di stabilire “poche priorità, che devono stare in un quadro di riforme nazionali, a sua volta inserito in un quadro di riforme europee”. Allo stesso modo “il digitale - dice in risposta ad una sollecitazione della consigliera Anna Paris (Pd) – può segnare una svolta, permettere di abbattere i tempi e ridurre le distanze, a vantaggio delle aree interne”.Il Parlamento europeo questa volta “non sarà spettatore”, dice Simona Bonafè, indicando il tratto distintivo rispetto al 2008, “quando erano stati i governi nazionali a gestire la crisi.

Oggi c’è una condivisione del rischio, si torna su un binario di equità fiscale”. Di fronte a questo cambio di paradigma, sostiene la parlamentare del Partito democratico, “bisogna saper cogliere l’occasione, cambiare la governance, impegnarci per far sì che la clausola di salvaguardia cessi alla fine di questa crisi. Non si dovrà tornare allo situazione ex ante. Dovremo uscire dall’ossessione del debito e pensare in termini di sostenibilità del debito”. Come italiani, dice ancora Bonafè, “abbiamo una grande responsabilità: siamo il primo paese per risorse assegnate da Next Generation Eu.

All’interno dei piani nazionali, va ancora chiarito il ruolo delle Regioni. Sarà un passaggio fondamentale. Dobbiamo presentare i piani di qui al 2023, bisogna riprendere subito il confronto con il governo appena sarà possibile. Per modernizzarsi, per avere la massima efficacia, i progetti dovranno nascere a partire dalle Regioni, attraverso il dialogo tra ministeri e Regioni”.Da tutti e tre gli europarlamentari arriva la disponibilità a proseguire il confronto con la commissione, in questa fase decisiva.

“Si sta componendo un quadro molto sfidante – dice il presidente Gazzetti – che vede toccare settori fondamentali e strategici per tutte le nostre comunità”. Disponibilità raccolta dai commissari: “Ci sono tanti temi da discutere, penso alla cyber security, all’economia circolare”, osserva la consigliera Valentina Mercanti (Pd).Il vicepresidente Giovanni Galli (Lega), manifesta la “preoccupazione, la sensazione che tutto sia calato dall’alto. Ci sentiamo spiazzati, abbiamo l’impressione che tutto il lavoro fatto dalla Regione, con il piano inviato il 5 novembre, magari fatto in tutta fretta, non abbia proposto un’idea di Toscana”.Si dovranno superare i localismi, sostiene Andrea Vannucci (Pd).

Non si dovrà “fare una lista della spesa, ma presentare un disegno toscano in grado di essere inserito nel più ampio disegno nazionale ed europeo”. Il compito principale, ora, dice Massimiliano Pescini (Pd) “sarà quello di utilizzare al meglio il tempo che abbiamo, lavorare per capire opportunità e tempi. La Toscana ha discusso per prima, ha messo in piedi una cabina di regia, della quale fanno parte Giani, Gazzetti, Gianni Anselmi e i maggiori rappresentanti degli enti locali”.Nel corso del dibattito, Nicola Danti ha informato la commissione “stiamo tentando di fare un certificato vaccinale europeo, porteremo la proposta nella prossima plenaria.

Se ci riuscissimo, avremmo la possibilità di garantire una mobilità in Europa più facile per coloro che saranno vaccinati”.“Le criticità ci sono”, ha aggiunto Susanna Ceccardi, “però dobbiamo comunque cogliere le opportunità. Come parlamentare europea, contribuirò a votare le parti buone di questa proposta e mi asterrò magari sulle altre, quelle che non convincono o non hanno sufficiente chiarezza”.“Il canale di collaborazione è aperto, le sfide che abbiamo di fronte necessitano di questo tipo di rapporto”, ha osservato in conclusione del dibattito Francesco Gazzetti.

“Dobbiamo darci un compito supplementare: consolidare la ricorrenza della Giornata europea, che vogliamo vivere come occasione per ricordare la centralità dell’Europa, guardando alle nuove generazioni”.In apertura di seduta, il presidente Gazzetti ha espresso il cordoglio personale e a nome di tutta la commissione per la morte di Paolo Bartolozzi, “politico che ha reso onore alla Toscana e all’Italia con la sua attività, prima in Consiglio regionale, poi come parlamentare europeo”.

Alle condoglianze si sono uniti i parlamentari europei intervenuti.

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