Rame asportato dai binari, in Toscana 63 furti in 5 mesi

Un fenomeno legato al prezzo del metallo sui mercati internazionali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 luglio 2014 14:03
Rame asportato dai binari, in Toscana 63 furti in 5 mesi

Un Consorzio per trattare il rame usato, ulteriore strumento per tracciare “l’oro rosso” nelle varie fasi produttive, e favorire il controllo sui rottamatori da parte delle Forze dell’Ordine e dell’Agenzia delle Dogane.

In Toscana quest’anno, da gennaio a maggio, si sono verificati 63 furti (per un totale di oltre 18 mila kg di rame sottratto) contro i 51 e gli 80 registrati nei primi cinque mesi del 2013 e del 2012, quando erano stati rispettivamente 92 e 184 i colpi messi a segno nell’arco dell’intero anno e oltre 88 mila, complessivamente, i kg di rame trafugato. Dal 2012 ad oggi il Gruppo FS Italiane ha stimato un danno economico per i furti del rame – su tutto il territorio nazionale – pari a oltre 23 milioni di euro, di cui più di 10 milioni per i costi degli interventi necessari al ripristino della circolazione.

È la novità rilevante del Protocollo di Legalità contro i furti di rame sottoscritto questa mattina al Viminale – presente il ministro Angelino Alfano – da Ministero dell’Interno, Ferrovie dello Stato Italiane, Polizia di Stato, Agenzia delle Dogane, Confindustria, Enel, Telecom Italia, Vodafone e Anie.

Il documento conferma l’importanza dell’Osservatorio Nazionale, organo di gestione previsto dal Protocollo, che dalla sua istituzione – nel 2012 – ha il compito di elaborare strategie coordinate per la prevenzione e il contrasto dei furti di materiale in rame ed è promotore della Legge 119/2013, che introduce pene più severe nei confronti di chi compie furti a danno di Enti e Società che erogano servizi pubblici.

La strategia adottata dal personale di Protezione Aziendale del Gruppo FS Italiane e dalle Forze dell’Ordine, in particolare la Polizia Ferroviaria, ha permesso di conseguire risultati importanti grazie alle nuove azioni, coordinate e condivise, di prevenzione e contrasto ai furti di rame e alla scelta delle Forze dell’Ordine di incidere sul secondo livello delle organizzazioni criminali, ossia quello della ricettazione.

Il rame è ampiamente utilizzato sull’intera infrastruttura ferroviaria. In particolare, è impiegato negli impianti tecnologici, nei sistemi di segnalamento e alimentazione elettrica dei treni, in quelli di telecomunicazione e rappresenta il miglior conduttore elettrico disponibile sul mercato dopo l’argento, perché resistente alla corrosione e interamente riciclabile. Per queste sue caratteristiche è molto richiesto dal mercato internazionale, dove il sensibile aumento della domanda come materia prima, soprattutto nei Paesi emergenti del Nord-Est asiatico, non soddisfatto dalla produzione, alimenta i circuiti illegali.

La quotazione annuale media aggiornata a maggio 2014 vede il rame a 6,14 €/kg: proprio l’8 maggio 2014 è stata registrata la quotazione più bassa da gennaio 2012: 5,81 €/Kg (fonte: quotazione media cash Milano – siti ASSOMET e ISOCLIMA).

L’andamento del fenomeno nei primi mesi del 2014 ha visto complessivamente una diminuzione del 17% dei furti in linea rispetto allo stesso periodo del 2013 (959 furti tra gennaio e maggio 2013; 796 furti tra gennaio e maggio 2014). Nel primi cinque mesi del 2014 si sono verificati 830 furti di rame in linea e deposito, per un totale di circa 288.324 kg di materiale trafugato.

I risultati conseguiti non permettono tuttavia di abbassare la guardia perché il rame continua ad essere richiesto dai mercati internazionali e il suo prezzo si mantiene piuttosto alto. È stata pertanto ulteriormente sviluppata la collaborazione con l’Agenzia delle Dogane volta sia ad identificare gli autori di tale fenomeno, sia a tracciare i possibili collegamenti tra i furti e le attività delle organizzazioni criminali nazionali ed internazionali.

La sottrazione di rame non comporta problemi di sicurezza al trasporto ferroviario. La sua asportazione determina l’attivazione istantanea dei sistemi di sicurezza che governano le tecnologie utilizzate per la gestione della circolazione dei treni che, di conseguenza, si fermano immediatamente con l’automatica disposizione a via impedita dei segnali delle stazioni e delle linee interessate. La circolazione risulta pertanto notevolmente perturbata, con conseguenti e considerevoli ritardi.

Nei primi 5 mesi del 2014 i disagi subiti a seguito dell’asportazione del materiale e dei tentativi di furto hanno coinvolto nel primo caso 6.048 treni per oltre 74mila minuti di ritardo (corrispondenti a 52 giorni), nel secondo 1.198 treni per oltre 23mila minuti di ritardo (17 giorni), con un totale di 7.246 treni per oltre 98mila minuti di ritardo (69 giorni).

Nello stesso periodo, nella sola Toscana sono stati complessivamente 243 i treni coinvolti, per un totale di più di 75 ore, oltre 3 giorni.

Nonostante l’impegno profuso e le attività di prevenzione svolte in sinergia con le Forze dell’Ordine, i passeggeri subiscono disagi per il trasbordo e sono costretti ad acquistare ulteriori soluzioni di viaggio. Giungendo in ritardo a destinazione, tendono a manifestare la loro insoddisfazione attraverso iniziative che ledono l’immagine societaria.

Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane) per contrastare il fenomeno, oltre ad aumentare in funzione preventiva il livello di attenzione, ha potenziato i controlli svolti dal personale tecnico lungo le linee maggiormente colpite. Attualmente si sta provvedendo a sostituire progressivamente nelle aree particolarmente esposte il rame con alluminio, alluminio-acciaio e materiali alternativi, metalli e leghe meno pregiati e quindi meno appetibili per la criminalità. In alcuni casi, invece, si è scelto di adottare ulteriori misure di difesa quali ad esempio l’interramento, l’isolamento del rame con la cementificazione dei cavidotti e l’ausilio di strutture di cemento, l’impiego di recinzioni e blindature, oltre all’implementazione di sistemi di allarme e videosorveglianza.

Il problema coinvolge anche le altre nazioni europee. Per questo motivo è stata interessata Colpofer, l’associazione internazionale che riunisce le Forze dell’Ordine che operano in ambito ferroviario e le Strutture di sicurezza delle società ferroviarie continentali. L’esperienza maturata dalla PolFer è valsa al nostro Paese il ruolo di capofila europeo nel contrasto al fenomeno dei furti di rame, incaricato di promuovere annualmente un’azione congiunta delle 11 principali Polizie Ferroviarie continentali per affinare metodologie di indagine e di intervento.

Il protocollo rinnovato oggi risale al febbraio 2012, quando è stato istituito l’Osservatorio Nazionale Furti Rame. L’Osservatorio si è fatto promotore della Legge 119/2013, che dal 15 ottobre ha introdotto pene più severe per i furti a danno degli Enti erogatori di servizi pubblici e ha inteso dare risalto alle attività intraprese dalle società interessate dal fenomeno, anche mediante la diffusione delle informazioni attraverso la pagina web disponibile sul sito del Ministero dell’Interno.

Numerose le azioni dell’Osservatorio in questi anni: strategie di prevenzione e contrasto strutturate anche con modelli d’intervento territoriale adeguati alle differenti realtà, sensibilizzazione delle Forze di Polizia, campagne pubblicitarie atte a diffondere la conoscenza del fenomeno e i suoi impatti negativi sui servizi essenziali, condivisione di best practice e informazioni utili alle Forze dell’Ordine per la repressione dei reati.

Il Protocollo, che avrà durata di due anni, è stato siglato, oltre che dal Ministro dell’Interno, Angelino Alfano e dall’AD di FS Italiane, Michele Mario Elia, da Alessandro Pansa Capo della Polizia, Antonello Montante Delegato di Confindustria per la Legalità, Francesco Starace AD di Enel, Giuseppe Peleggi Direttore Generale dell’Agenzia delle Dogane, Damiano Toselli Direttore Security di Telecom Italia, Stefano Bargellini Direttore Security, Safety and Facilities di Vodafone, Claudio Gemme Presidente della Federazione Anie.

In evidenza