Quanta Toscana allo sciopero del 16 dicembre a Roma?

Organizzati pullman. Dallo sciopero Cgil - Uil esonerato il settore della sanità pubblica e privata, comprese le Rsa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 dicembre 2021 12:37
Quanta Toscana allo sciopero del 16 dicembre a Roma?

Firenze, 14-12-2021 – “Insieme per la giustizia”: Cgil e Uil hanno proclamato lo sciopero generale di 8 ore per giovedì 16 dicembre, con manifestazione nazionale a Roma e con il contemporaneo svolgimento di analoghe e interconnesse iniziative interregionali in altre 4 città, Bari, Cagliari, Milano e Palermo.

Alla manifestazione nazionale di Roma convocata a Piazza del Popolo alle ore 10 intervengono, tra gli altri, Maurizio Landini, segretario generale Cgil e PierPaolo Bombardieri, segretario generale Uil. Qui confluiscono le delegazioni di Lazio, Campania, Toscana, Abruzzo, Molise, Umbria, Marche, Romagna. Dallo sciopero è esonerato il settore della sanità pubblica e privata, comprese le Rsa, per salvaguardare il diritto prioritario alla salute dei cittadini in questa fase di emergenza pandemica.

Dalla Toscana in tanti e tante andranno a Roma con treni e pullman organizzati dal sindacato o anche con mezzi propri.

Dice la segretaria generale di Cgil Toscana Dalida Angelini: “Vogliamo che questo paese cambi ripartendo dal lavoro, dalle pensioni, dal fisco, dai temi che interessano la vita reale delle persone e che sono contenuti nella piattaforma unitaria di proposte che abbiamo presentato al Governo, solo che il confronto tra le parti va fatto realmente e non a cose fatte. Una delle prime questioni dell’Italia è la precarietà del lavoro e l’assenza di politiche industriali: anche nell’attuale fase di ripresa economica, le assunzioni in grande maggioranza vengono fatte con contratti precari.

Così come sulle pensioni servono riconoscimenti per le donne e per chi svolge lavori usuranti. C’è inoltre un problema salariale: lavoratori e pensionati sono quelli che pagano il grosso dell’Irpef, occorre alzare le buste paga e le pensioni usando la leva fiscale, bisogna premiare le fasce più deboli, solo che il Governo fa l’esatto opposto offrendo benefici ai redditi più alti, utilizzando sempre le stesse ricette sbagliate del passato. La politica ascolti le nostre rivendicazioni per una maggiore giustizia sociale, senza risposte la nostra mobilitazione non si fermerà”.

Spiega il segretario generale di Uil Toscana Annalisa Nocentini: “Giovedì 16 dicembre saremo in piazza non contro qualcuno o qualcosa, ma per un Paese migliore e più giusto, che consideri inaccettabile la precarietà che tiene sotto scacco tantissimi lavoratrici e lavoratori, che non ceda ai ricatti su temi delicati come la sicurezza nei luoghi di lavoro, che investa risorse per evitare delocalizzazioni in nome di un profitto incontrollato che non lascia alcuna ricaduta sul territorio. Manifesteremo in piazza a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori per chiedere un welfare più attento alle persone, una redistribuzione della ricchezza che parta dalla riduzione del costo del lavoro, pensioni dignitose per chi dopo 41 anni di lavoro voglia andare in pensione.

Non ci lasceremo intimidire da chi vorrebbe tacciare lo sciopero generale come un atto irresponsabile di lesa maestà. In tutto il Paese c’è una fetta larga di popolazione sempre più povera e inascoltata che reclama diritti e tutele. La politica non può fare finta di niente e voltarsi dall’altra parte, abbia il coraggio di affrontare i problemi reali”

LE RAGIONI DELLA MOBILITAZIONE

La legge di bilancio e i provvedimenti messi in campo non danno risposte sufficienti per Cgil e Uil, che vogliono cambiamenti concreti per le lavoratrici e i lavoratori, i pensionati e le pensionate e per rafforzare la coesione sociale e territoriale.

Insieme per:

  • contrastare la precarietà e garantire occupazione stabile a partire da giovani e donne
  • intervento fiscale equo per i redditi bassi e medio bassi e per maggiore redistribuzione e progressività
  • una seria lotta all’evasione fiscale
  • una riforma delle pensioni che consenta flessibilità in uscita, facilitando chi fa lavori gravosi e i lavoratori precoci, prevedendo la pensione di garanzia per i giovani e la valorizzazione del lavoro di cura
  • la scuola e per un sistema di istruzione di qualità a partire dalla stabilità del lavoro
  • nuove politiche industriali per affrontare la transizione ecologica e digitale
  • dare soluzioni alle crisi industriali, contrastando le delocalizzazioni e con un ruolo forte e protagonista dello Stato
  • per aumentare le risorse per la sanità e per stabilizzare il personale
  • approvare la legge sulla non autosufficienza e aumentarne le risorse
  • ridurre le disuguaglianze a partire dal Mezzogiorno, perché coesione sociale significa non lasciare indietro nessuno

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