Quando classico è abbastanza: Norgaard

3-1 tra Fiorentina ed Empoli al Franchi. Norgaard convince il centrocampo a due meno

16 dicembre 2018 18:30
Quando classico è abbastanza: Norgaard
Immagine concessa da violachannel.tv

Quando si dice che la semplicità sia difficile e per questo poco apprezzata. Hanno affermato che fosse timido, in realtà Norgaard ha dimostrato una mentalità intuitiva e pragmatica imparando da solo un ruolo che sarebbe apparso a tutti complesso.

Lucido ha acquisito gradualmente fiducia e il senso dei meccanismi del sistema di Pioli: smista bene i palloni, prova le imbucate, osserva meticoloso e attento le posizioni degli avversari così da anticipare le loro mosse. Infatti durante due occasioni cancerogene per la difesa è riuscito con caparbietà a limitarne il peggio. Pure gli altri 10 viola hanno notato la dedizione che mette fino alla sostituzione, perciò lo servono sempre più spesso e lui quasi prende totale possesso dello sviluppo delle manovre, indicando i passaggi ai compagni.

Inoltre, attraverso una buona lettura dei momenti, capisce quando pressare alto e quando invece rimanere dietro a dare man forte alla linea difensiva. Nell’evoluzione della fase offensiva fa da punto d’appoggio per gli attaccanti e nella difensiva da tappa buchi inseguendo l’uomo fin dentro l’area di rigore se necessario.

Intrepido non ha paura del gioco rude e accetta i corpo a corpo. Ha buono stacco aereo e ottima fisicità.

Sicuramente calciatore che potrebbe equilibrare una squadra sbilenca, ma che possiede capacità non scontate da indirizzare.

Se dovesse essere scritta un’opinione sulla sua interpretazione del mediano sarebbe: ruolo interpretato in maniera “banalmente perfetta”.

Quando classico è abbastanza.

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