Pubblica Amministrazione, precari e furbetti dal 1979 ad oggi

"Sono una dipendente della Pubblica Amministrazione ormai da 36 anni"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 gennaio 2015 10:05
Pubblica Amministrazione, precari e furbetti dal 1979 ad oggi

Marina, dipendente pubblico, racconta in una lettera aperta la sua vicenda lavorativa ed il testo viene diramato dai dipendenti della Provincia di Firenze in mobilitazione.Nel '79 c'erano i furbetti, poi sarebbero spariti. Oggi, stando alla lettera, esiste invece il “fannullone tanto additato dai media ed usato come capro espiatorio dalla stampa per giustificare l’attacco contro la Pubblica Amministrazione". Una Stampa che certo non se la passa bene ma che, a quanto pare, i dipendenti pubblici vedono schierata in cerca di capri espiatori. Restiamo come sempre obiettivi e lasciamo libero spazio al racconto di Marina.

 "Quando venni assunta nel 1979, devo ammettere che ci fosse un certo lassismo nel metodo e nei tempi di lavoro. Tra i precari, com’ero io, c’era realmente qualcuno che firmava (non c’era ancora la timbratura) e che usciva per i fatti suoi, poi però il contratto non gli è stato rinnovato. Beh quando non c’è rispetto delle regole. Poi negli anni successivi certe stortaggini non si sono più viste, nella mia amministrazione, come sicuramente in altre, è subentrata una grande correttezza rispetto all’orario, senz’altro molto di più di quanto vedevo fare ai dipendenti della Banca o dell’Ufficio sotto di noi che uscivano spesso per il caffè e, so per certo, che non timbravano.

Ho sempre avuto un grande rispetto per il mio lavoro e per le persone a cui era destinato. Ho sempre cercato di eseguirlo con intelligenza e cercando di superare le burocrataggini. Sono arrivata nell’85 in un ufficio con molto pubblico, ho trovato un clima ostile tra i colleghi e l’utenza. Ho cercato di non seguire questa scia, ho cominciato io per prima a rispettare le persone e, nel giro di non molto tempo, grazie anche a nuovi colleghi, il clima con il pubblico è cambiato.

Nel giro di qualche anno, le persone se ne andavano contente, qualche volta arrivavano arrabbiate ma poi uscivano soddisfatte, non sempre con tutti i problemi risolti, ma certo con la certezza di essere stati compresi.Ora lavoro in un ufficio interno, ma sempre per le persone e spesso a contatto con loro, dopo tanti anni il mio atteggiamento non è cambiato. Nonostante la forte carenza di organico che abbiamo, insieme alla mia “squadra” cerchiamo come prima cosa, di andare incontro al cittadino, di lavorare bene e tanto, perché sappiamo che dall’altra parte c’è qualcuno che del nostro buon lavoro, ne beneficia.

Non mi riconosco affatto nel “fannullone” tanto additato dai media ed usato come capro espiatorio dalla stampa per giustificare l’attacco contro la Pubblica Amministrazione. Di colleghi come me ne vedo tanti intorno. Non metto in dubbio che in alcuni posti ci siano ancora storture o personale in esubero, e sono d’accordo, aggiustiamo ciò che è storto. Nei decenni passati, e a volte ancora oggi, le assunzioni in cambio di voti sono state tante, ma non prendiamocela con chi lavora, prendiamocela con un sistema un pò marcio e che noi per primi vogliamo cambiare.

Trovo ingiusto, che come dipendente delle Province ora vedo vacillare il mio lavoro, la mia professionalità e soprattutto il vedere un futuro molto incerto per i servizi ai cittadini".

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