Prima mondiale di Robert Wilson con Pessoa. Since I’ve been me

Il prossimo maggio dal 2 al 12 alla Pergola una produzione internazionale nata a Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 aprile 2024 13:35
Prima mondiale di Robert Wilson con Pessoa. Since I’ve been me

Nasce al Teatro della Pergola il nuovo spettacolo di Robert Wilson ispirato a Fernando Pessoa, l’enigmatico poeta portoghese dai molti eteronimi. Pessoa. Since I’ve been me è in prima mondiale a Firenze dal 2 al 12 maggio.

Lo spettacolo su testi di Pessoa, con regia, scene e luci di Robert Wilson, la drammaturgia di Darryl Pinckney, i costumi di Jacques Reynaud, la co-regia di Charles Chemin, è portato in scena da Maria de Medeiros, Aline Belibi, Rodrigo Ferreira, Klaus Martini, Sofia Menci, Gianfranco Poddighe, Janaína Suaudeau, che danno vita a Pessoa. Since I’ve been me in italiano, portoghese, francese, inglese (con sovratitoli in italiano).

Commissionato e prodotto da Teatro della Pergola di Firenze e Théâtre de la Ville di Parigi nel segno del progetto comune L’Attrice e l’Attore Europei. Coprodotto da Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro Stabile di Bolzano, São Luiz Teatro Municipal de Lisboa, Festival d’Automne à Paris in collaborazione con Les Théâtres de la Ville de Luxembourg.

«L’idea che sia una produzione internazionale, che ci siano attori di Paesi differenti, con background culturali differenti, e che sia uno spettacolo in varie lingue – afferma Robert Wilson – mi sembra giusta per Pessoa. Pessoa era un uomo fatto di tante diverse “persone”, era un portoghese cresciuto in Sudafrica. Come tutti noi – aggiunge il regista – era pieno di molti “personaggi”. Quindi, una maniera di approcciare questo lavoro è cercare di capire come trattare questo prisma di personalità. Nella mia testa c’è proprio un prisma con tutte le diverse personalità, i diversi aspetti di Pessoa».

Quando la partnership tra due grandi istituzioni teatrali fa scaturire l’idea di uno spettacolo dalla forte visione europea: è il proficuo rapporto tra il Teatro della Pergola di Firenze e il Théâtre de la Ville di Parigi, che data ormai dal 2018, e quello tra i loro direttori, Marco Giorgetti ed Emmanuel Demarcy-Mota, ad aver generato la commissione fatta a Robert Wilson per uno spettacolo su Fernando Pessoa.

Tutto parte dal lavoro per L’Attrice e l’Attore Europei, volto alla costruzione di una figura di performer capace di superare confini e barriere linguistiche e di inserirsi in cast multinazionali: lavoro iniziato nel febbraio 2023 e ampiamente sperimentato con l’inserimento di attori italiani e africani nel cast dell’iconico Ionesco Suite da Ionesco diretto da Demarcy-Mota, rappresentato tra Firenze, Sibiu, Parigi e il Camerun. Inoltre, dal lavoro sulla poesia che le due istituzioni hanno portato avanti grazie anche al percorso delle Consultazioni poetiche.

Considerato che il 2024 è l’anno del Portogallo, che festeggia mezzo secolo dalla Rivoluzione dei Garofani che riportò la democrazia nel Paese dopo anni di dittatura, ecco che pensare a Pessoa diventa quasi naturale: l’enigmatico poeta dai molti eteronimi, sfuggente sagoma di quella magica temperie culturale che fu il periodo tra le due guerre.

Robert Wilson ha accolto con entusiasmo l’idea di uno spettacolo ispirato a Pessoa lanciata dal Teatro della Pergola di Firenze e dal Théâtre de la Ville di Parigi, e la Pergola ha già ospitato a gennaio la prima fase delle prove di Pessoa. Since I’ve been me. Dopo quel primo momento è ripresa, in questi giorni, la corale creazione dello spettacolo che debutterà in prima mondiale, a Firenze, dal 2 al 12 maggio, ed è coprodotto da Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro Stabile di Bolzano, São Luiz Teatro Municipal de Lisboa, Festival d’Automne à Paris, in collaborazione con Les Théâtres de la Ville de Luxembourg. La frase “Since I’ve been me” si ispira a un frammento de Il libro dell’Inquietudine. Fa parte del titolo e viene quindi mantenuta in inglese, ma per dare un senso della traduzione possiamo dire che si avvicina a “Da quando sono io”.

«Quando comincio a lavorare, la prima cosa che faccio – racconta Robert Wilson – è illuminare lo spazio. Comincio con la luce. Ho studiato architettura e il mio primo giorno il professore disse: “Studenti, cominciate con la luce!” È stata come una martellata nella mia testa. “Cominciate con la luce”. Una volta creato lo spazio, comincio a riempirlo. Il mio lavoro – prosegue il regista – è questo: una costruzione di tempo e spazio. Niente di più. È una costruzione astratta che ha a che fare con cosa vedo e cosa ascolto. La ragione per cui facciamo teatro come artisti è quella – conclude – di porre delle domande. Non si tratta di dire: “È questo.” Da una parte cerchiamo di rispettare i maestri, in questo caso Pessoa, ma non vogliamo diventarne schiavi. Bisogna anche sapersene allontanare, prenderne le distanze».

Spiega il co-regista Charles Chemin: «Insieme abbiamo elaborato una drammaturgia che mescola parole essenziali, nel senso di parole che dicono qualcosa sul “sé” – sui possibili “sé”, sulla pluralità degli altri “sé” ai quali vengono attribuite le sue opere. È così che nello spettacolo si intersecano anche gli aspetti più intimi della vita. Lo spettacolo – continua – inizia con un bellissimo testo di Pessoa che non ha titolo e che comincia con queste parole: “What is man himself…”. È un testo scritto in gioventù che rappresenta una profonda riflessione sull’essere umano. C’è un testo che è poi diventato una componente importante, il Faust, nel quale – conclude – per definizione esiste una dimensione drammatica».

Nel nome del progetto L’Attrice e l’Attore Europei lo spettacolo è in italiano, portoghese, francese, inglese (con sovratitoli in italiano), idiomi rispecchiati anche dalle diverse provenienze del cast: è portoghese Maria de Medeiros, volto conosciutissimo di cinema e teatro; brasiliano è Rodrigo Ferreira, franco-brasiliana Janaína Suaudeau; francese di radici africane Aline Belibi; italiana (e proveniente dalla Scuola ‘Orazio Costa’ della Pergola) Sofia Menci, italiano di lunga residenza francese Gianfranco Poddighe, italo-albanese Klaus Martini.

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