Post-gara: la Fiorentina non si diverte più

Terminata pari Fiorentina-Cagliari: 1-1 con l’Artemio Franchi un po’ spazientito e non solo. La psicologia dei giocatori viola lascia intendere che ormai si sia obbligati a cambiare uno stile di gioco poco prolifico. Insomma, non manca il gol, ma l’euforia della vittoria

22 ottobre 2018 17:04
Post-gara: la Fiorentina non si diverte più

La Fiorentina imposta il match partendo da un 4-2-3-1 mobile. Visibile un’unica variazione sul fronte offensivo che mostra un Simeone meccanicamente dentro il gioco, ma mentalmente esterno. Pioli ha cercato di garantirgli un maggiore supporto, aumentando la frequenza dei giocatori fra le linee e alle spalle dell’argentino.

Infatti Chiesa e Pjaca stringevano e interpretavano il ruolo di trequartisti; oppure alternavano la presenza come seconde punte quando Gerson andava sulla fascia destra. Oltretutto il brasiliano aveva dei movimenti prevedibili, spostandosi o per orizzontale o per verticale. Così questa teoria che doveva rappresentare un rinnovamento tattico, non lo è stato.

Alla fine, forse causa il “non dobbiamo cambiare stile di gioco”, siamo ritornati ai soliti errori: 4-2-3-1 trasformato in 3-2-5, 3-3-4 e qualche volta durante i primi 45 minuti 4-3-3. Quest'ultimo con alte probabilità la migliore idea della partita, perché ha permesso che i rischi dati dal vento contrario abbassassero vertiginosamente.

Se osservati bene, si potrebbe evincere dagli sguardi e dai comportamenti che i ragazzi abbiano bisogno di vincere, di giocare ed essere posti in condizione di poter esprimere tutto quello che hanno dentro. Ciò accade perché si sento limitati dal sistema e inconsciamente, ma con estrema naturalezza, stanno respingendolo.

Essendo una rosa fatta da tanti giovani nati al di là del 1995, che rispetto già ai di poco più navigati dimostrano cali di concentrazione e intensità importanti, bisognerebbe stimolarli. Ma come? Con innovazioni, perché i loro sensi sono ancora organi ricettori, perciò personalità e caratteri non fissi.

Quindi Pioli dovrà esortare e non esigere, perché creerebbe attrito tra generazioni.

I giovani posseggono la volontà dei sogni. Inoltre redarguendo le parole del mister sul “gruppo”: le persone che ti conoscono meglio, sono anche quelle che ti fanno più male.

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