Piano del paesaggio: licenziato in commissione

L’atto ha incassato i voti favorevoli di Pd e Ptr. Voto contrario di Forza Italia e Rc/Ci. Il Piano passa adesso all’esame dell’Aula convocata per martedì 17 e mercoledì 18 marzo. Chiurli (Democrazia Diretta), “Emendamenti e controemendamenti? Siamo al teatro dell’assurdo”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 marzo 2015 14:53
Piano del paesaggio: licenziato in commissione

Firenze – Il Piano di Indirizzo Territoriale (Pit) con valenza di Piano Paesaggistico passa l’esame della commissione Ambiente, presieduta da Gianfranco Venturi (Pd). L’atto è stato licenziato nella seduta di venerdì 13 marzo, con i voti favorevoli di Pd, Ptr e quelli contrari di Forza Italia e Rc/Ci. Il Piano passa adesso all’esame del Consiglio regionale, convocato per il 17 e 18 marzo. Ringraziamenti per il lavoro fatto “in primis dagli uffici” sono stati espressi dal presidente Venturi. “Dopo un lungo lavoro di approfondimento e di votazione dei numerosi emendamenti, presentati sulla base delle osservazioni già pervenute, dai consiglieri di maggioranza e opposizione, licenziamo un atto fondamentale di questa legislatura”.

In sede di dichiarazione di voto Marta Gazzarri (Il popolo toscano - riformisti 2020.) ha chiarito che il suo è un “parere di incoraggiamento e ringraziamento del lavoro fatto”.

Monica Sgherri (Rc/Ci) ha invece osservato come gli emendamenti votati abbiano dato un “colpo mortale soprattutto alle zone delle Alpi Apuane e lungo la costa”.

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“Dopo la discussione in VI Commissione, nonostante il nostro parere contrario, abbiamo ritenuto opportuno rivolgerci al Collegio di garanzia statutaria e all'Ufficio giuridico legislativo del Consiglio regionale al fine di verificare se le numerose parti del Piano approvate oggi costituiscano modifiche sostanziali, in maniera tale da comportare un mutamento delle caratteristiche essenziali e dei criteri che presiedevano all'impostazione iniziale del Piano”. E' il commento del capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Giovanni Santini e del consigliere Nicola Nascosti alla luce di quanto accaduto in VI commissione in sede di approvazione definitiva del Piano del paesaggio. “Questa scelta – proseguono i due esponenti di Forza Italia - deriva dalla necessità di mettere in sicurezza tutte le modifiche che potrebbero essere oggetto di ricorsi amministrativi, a partire dal MIBAC, con il rischio di un ritorno al precedente Piano adottato dalla Giunta che è oggettivamente inaccettabile.

Il nostro fine rimane quello di tutelare inoltre sia l'Ente regione da eventuali ricorsi, sia anche tutto quel mondo economico e sociale che a gran voce ha richiesto queste significative modifiche al Piano”.

“Abbiamo cercato di migliorare un Piano che aveva una visione retrò” è stato il commento di Giovanni Ardelio Pellegrinotti (Pd). “Il nostro è stato un contributo importante e lo dimostrano i tanti emendamenti presentati. Crediamo e vogliamo un Piano che abbia valenza di tutela ma che non sia un freno alle attività della Toscana”.

L’assessore Anna Marson ha ribadito le perplessità già espresse su alcune modifiche apportate in commissione. Ha inoltre risposto alla richiesta avanzata dal consigliere Nascosti spiegando che il Piano “non necessità di conformità, semmai di coerenza. La conformità cui è tenuto è con il Codice dei beni culturali e del paesaggio”.“Sul Pit siamo ormai al teatro dell’assurdo: emendamenti e contro emendamenti provano che ancora una volta in Toscana è destinato a vincere il partito del cemento.

E sulla geotermia si cambia di nuovo rotta: a poche settimane dallo stop alle trivellazioni approvato dal Consiglio, tornano in auge norme molto più soft”. Alla “vigilia” della discussione in Aula del nuovo Piano del paesaggio, il consigliere regionale Gabriele Chiurli (Democrazia Diretta) attacca su tutta la linea il lavoro svolto in Sesta Commissione. “A forza di limare – sottolinea Chiurli – sono sparite dalle schede del Piano tutte le parole scomode.

A partire da ‘rifiuti e discariche’, sostituite da perifrasi o del tutto eliminate. Per non parlare delle correzioni apportate per rendere più larghe le maglie del Pit, degne di una commedia tutta italiana”. “Evitare diventa limitare, senza alcuna indicazione sulla misura in cui limitare gli elementi riconosciuti come potenzialmente nocivi (escavazioni, trivellazioni, insediamenti), contrastare (ad esempio la realizzazione di villette sulla costa) si trasforma in armonizzare con il paesaggio, prevenire diventa contenere: cose che farebbero ridere, se non dimostrassero l’aperto tentativo in corso da parte delle solite lobby del cemento e dell’energia per sfruttare il territorio toscano con le mani libere”, chiosa il consigliere. “Nella guerra degli emendamenti – dichiara Chiurli – Pd e Forza Italia si equivalgono: ognuno tira l’acqua al mulino dei propri grandi elettori, a scapito dei cittadini toscani.

A pochi mesi dalle elezioni forse sarebbe auspicabile che il Presidente Rossi si mettesse una mano sulla coscienza e rimandasse il pacchetto Pit alla prossima legislatura, onde evitare di trasformare la Toscana letteralmente in un campo di battaglia”.«Giorno dopo giorno, assistiamo increduli a un inarrestabile stravolgimento del Piano d'indirizzo territoriale con valenza di Piano Paesaggistico della Toscana, svuotato dai propri contenuti originari che ne facevano un testo modello per il Paese e il primo caso di piano copianificato col MiBACT -dichiara Marco Parini, Presidente Italia Nostra- Un iter che ci preoccupa molto perché in ballo c'è la salvaguardia di un territorio quanto mai prezioso e dunque da tutelare rispetto agli appetiti di chi, questo territorio, vuole cannibalizzarlo e sfruttarlo fino all'inverosimile.

È di oggi la notizia dell'approvazione in commissione urbanistica e ambiente di un emendamento che consente nuovi interventi, ampliamenti e cambio di destinazioni d'uso, a soli 300 metri dalla battigia, una sorta di via libera alla cementificazione di dune, coste e arenili. È dei giorni scorsi la notizia di concessioni a vantaggio delle attività estrattive di Lunigiana, Versilia e Garfagnana in cui le cave diventano componenti peculiari del territorio a ulteriore danno delle Alpi Apuane, per le quali erano state avanzate tutele maggiori, concessioni per nuovo consumo di suolo, cedimenti rispetto alla difesa di centri storici e beni architettonici.

Italia Nostra si chiede con quale coraggio, a fronte di un territorio sempre fragile e instabile, i gruppi politici che stanno guidando questa crociata contro il territorio, contro le bellezze del paesaggio e contro la sopravvivenza dell'ambiente, pensano di non erodere i bene comuni. Noi continuiamo a credere che l'unico obiettivo perseguito sia quello del profitto e del consenso immediato e la Toscana, per loro grave colpa, non sarà più la stessa».

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