A cura di Caterina D'Amelio, Manon Hansemann e Marco Lombardi è uscito un nuovo volume delle Edizioni Edifir 2020 nella collana "Studi di Storia e di Critica d'Arte" diretta da Carlo Sisi. Il libro è stato realizzato con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e Associazione degli Amici dell'Istituto francese di Firenze. La foto di copertina è di Gianmarco Rescigno / Fondazione Marangoni. Il libro è in vendita alla Libreria francese di Firenze, piazza Ognissanti.
al prezzo di copertina di 16 euro.
Palazzo Lenzi, sede dell'Institut français Firenze, è da considerarsi una notevole emergenza nel contesto architettonico cittadino, che si collega alla progressiva importanza raggiunta tra Tre e Quattrocento dai Lenzi all’interno delle grandi famiglie fiorentine: il palazzo è infatti un edificio costruito intorno alla metà del Quattrocento dai Lenzi, stabilitisi dal popolo di San Biagio a Petriolo fuori città, nell’area di Ognissanti a Firenze, circa un secolo prima. La partecipazione al governo cittadino durante il regime repubblicano permise alla famiglia, tradizionalmente impegnata nella manifattura della lana, di aumentare il proprio prestigio: la costruzione del nuovo palazzo sul luogo della vecchia casa paterna da parte di Francesco Lenzi in concorso con i nipoti, è la manifestazione del crescente successo nel mondo politico e finanziario della città.
Dalla sua costruzione sino ai giorni nostri, ben poco era stato scritto sulla storia del palazzo Lenzi - che si affaccia sulla odierna Piazza Ognissanti- dal 1912 sede del primo Istituto di Cultura al mondo, l’Institut français Firenze. Molte sono le lacune, le incertezze e le inesattezze riportate dalle fonti esistenti, che questa ricerca ha consentito di colmare e di chiarire. La prima riguarda la datazione esatta di inizio del cantiere, altre, ad esempio, la collocazione temporale dei graffiti delle facciate (erroneamente attribuiti da vari autori all’opera di Andrea Feltrini) e le questioni riguardanti l’originalità degli sporti sulla facciata di Borgognissanti.
L’importanza e l’originalità di questo lavoro, a cura di Caterina D'Amelio, Manon Hansemann e Marco Lombardi, sotto la supervisione di Amedeo Belluzzi e Brenda Preyer, consistono nella precisazione e valorizzazione della conoscenza di un edificio connotato da singolari caratteristiche nel panorama dei palazzi rinascimentali fiorentini: si pensi ad esempio al rivestimento graffito della seconda metà del XV secolo, con disegno di ordini sovrapposti ai piani alti, che pongono palazzo Lenzi come termine di confronto rilevante per altri esempi fiorentini del secondo '400 e, in particolare, per quei palazzi che mostrano una sovrapposizione di ordini, reale o dipinta, in facciata, tra i quali si ricordano palazzo Rucellai, palazzo Cocchi Serristori e il palazzo di Montauto.
Altro aspetto estremamente interessante di palazzo Lenzi è rappresentato dall'originaria facciata principale su Borgognissanti con i suoi sporti imponenti e sontuosi, episodio costruttivo singolare in quanto sono note le normative comunali che, sin dal Trecento, erano dirette all'eliminazione di tali strutture dai fronti degli edifici sulle strade principali. Fatto altrettanto sorprendente è che i Lenzi siano riusciti a mantenere gli sporti, vista la normativa cinquecentesca che li bandisce in modo ancora più deciso rispetto alla legislazione precedente. La ricerca effettuata per la redazione di questa tesi ne ha potuto attestare l'originalità, contrariamente a quanto riportato in alcune fonti bibliografiche che parlano di ricostruzioni ottocentesche.
Le vicende della storia del palazzo, dalla sua costruzione sino al XX secolo, vengono ripercorse seguendo i passaggi di proprietà che dalla famiglia Lenzi interessano per via ereditaria i Buini prima e successivamente i Quaratesi, il cui possesso si conclude intorno alla metà dell’Ottocento con la vendita del palazzo al commerciante calcografo Achille Paris. È questo un proprietario sconosciuto a tutta la bibliografia esistente sull’edificio, ma determinante per le vicende riguardanti le sue trasformazioni.
Si deve infatti all’intervento del Paris il sostanziale cambiamento dell'impaginato della facciata sulla piazza, che diviene così il fronte principale del palazzo con un rovesciamento di priorità rispetto a quello su Borgognissanti. La nuova facciata dialoga con uno spazio anch’esso interessato, negli stessi anni, da trasformazioni radicali dovute alla realizzazione del progetto per il nuovo quartiere delle Cascine, con il prolungamento del lungarno dal ponte alla Carraia fino al ponte sospeso delle Cascine.
Piazza Ognissanti, assume adesso un carattere totalmente nuovo di spazio urbano borghese ottocentesco.
Alla fine degli anni ’80 dell’Ottocento il palazzo viene acquistato dal noto mercante d’arte Luigi Pisani, il quale, subito dopo l’acquisto intraprende una grande opera di restauro e di ristrutturazione, diretta dall’ingegnere Luigi Del Moro, per l’allestimento della sua galleria di quadri, con un’ampia risonanza nella stampa locale. Il palazzo rimane di proprietà Pisani sino alla metà del Novecento quando, nel 1949, lo Stato Francese acquista interamente l’edificio dove dal 1912 aveva trovato sede, in affitto l’Institut français Firenze, fondato da Julien Luchaire, italianista dall’Università di Grenoble il 9 novembre 1907.
Lo studio è arricchito dall'esame degli interventi di modernizzazione, trasformazione e restauro del palazzo, eseguiti tra gli anni '50 e '80 del Novecento, nonché, recentemente, dalla creazione della nuova Biblioteca-Mediateca dell’Istituto, a pianoterra di palazzo Lenzi, dagli architetti Maria Concetta Bauso e Guido Gori.