Paesi Bassi accesso privilegiato per il traffico di droga?

E' l'opinione del criminologo Vincenzo Musacchio, che punta il dito contro le mafie latinoamericane in Europa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 luglio 2021 00:38
Paesi Bassi accesso privilegiato per il traffico di droga?

di Vincenzo Musacchio

Il porto di Rotterdam, grazie alla sua posizione geografica ottimale, alle nuove tecnologie presenti e all'enorme flusso di merci, è un punto di riferimento per le attività criminali legate al traffico internazionale di droga verso l'Europa occidentale. Rotterdam è ormai da molti anni un importante porto di transito per la droga, in particolare la cocaina proveniente dall'America Latina. I trafficanti sfruttano le caratteristiche di questo porto e l'enorme flusso di merci. Il porto è diventato un ambiente a sé stante lontano dai controlli statali. Se si vuol comprendere cosa succede in quel contesto, occorre avere informazioni da fonti all'interno del porto stesso. Da quanto abbiamo potuto sapere, da un punto di vista criminologico, il porto e la criminalità organizzata legata al traffico di droga sono indissolubilmente legati alla città di Rotterdam.

I narcotrafficanti colombiani o messicani che vogliono portare la cocaina in Europa sfruttano principalmente le rotte di trasporto merci già esistenti, adattandosi a eventuali cambiamenti che possono verificarsi nel corso dei viaggi. Il traffico internazionale di droga è un perfetto esempio di collaborazione criminale transnazionale. Per poter svolgere questi traffici, le mafie utilizzano sistemi corruttivi, preferendoli a quelli relativi all'uso della violenza. L'estensione della corruzione è molto ampia perché i narcotrafficanti hanno enormi quantità di denaro per corrompere e lo offrono soprattutto a coloro che possono far passare la droga senza adeguati controlli e ispezioni.

Credo che ci si debba preoccupare, e non poco, del traffico di droga nel porto e della conseguente corruzione. Questo problema deve avere un'alta priorità non solo a livello nazionale, ma soprattutto a livello europeo e internazionale. Questa situazione critica non può essere un problema solo per gli olandesi, ma deve interessare l'intera Unione europea. I Paesi Bassi hanno inconsapevolmente favorito l'ambiente ideale per far prosperare il traffico internazionale di droga con la loro vasta rete di trasporti e una legislazione sulla droga molto permissiva. Dobbiamo stare attenti poiché l'economia olandese potrebbe diventare in parte dipendente dall'industria della droga, esercitando quest’ultima una crescente influenza e un pericoloso consenso nella società. Gli olandesi non dovrebbero essere lasciati soli.

L'Unione europea deve rafforzare i controlli e le misure di sicurezza da parte degli attori sia pubblici che privati all'interno e all'esterno del porto di Rotterdam e deve farlo nell'interesse di uno dei suoi Stati membri ma anche di tutti gli altri singoli Stati membri dell'Unione europea. L'Olanda è ora uno Stato di transito per i trafficanti di droga latinoamericani che contrabbandano droga nei mercati europei. Per questo motivo, per combattere il traffico di droga e altre forme di criminalità organizzata transnazionale, i Paesi Bassi non possono non collaborare con altre Nazioni, soprattutto nel campo della cooperazioni giudiziaria internazionale. Ho già scritto più volte che la condivisione delle informazioni è uno strumento altamente auspicabile sia nella fase preventiva che in quella repressiva. Sarebbe augurabile migliorare l'armonizzazione dei reati e delle sanzioni per il traffico di droga nei diversi Stati membri.

* Giurista, criminologo, associato presso il Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). Ricercatore presso la High School of Strategic Studies on Organized Crime del Royal United Services Institute di Londra

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