Over 60, chiamata attiva per chi non si è ancora vaccinato?

Coronavirus, l'auspicio di Cartabellotta (Gimbe). "Variante Delta porterà aumento dei contagi ma non dei ricoveri"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 luglio 2021 10:27
Over 60, chiamata attiva per chi non si è ancora vaccinato?

Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sulla variante Delta. “Si sta verificando quello che ci si immaginava, se una variante più contagiosa inizia a diffondersi ed è destinata a diventare predominante, è normale che i casi aumentino –ha affermato Cartabellotta-. Se le Regioni effettuano il tracciamento, fanno il sequenziamento e se si proteggono anziani e fragili con due dosi di vaccino noi vedremo un aumento dei contagi nelle prossime settimane, ma non di ricoveri e decessi. Il nostro tallone d’Achille in questo momento è rappresentato dai 2,5 milioni di over 60 non vaccinati, ma anche da coloro che hanno fatto solo una dose, per questo dobbiamo accelerare con le seconde dosi”.

Sugli over 60 non vaccinati. “E’ verosimile che abbiano perplessità sul vaccino e servirebbe un colloquio per chiarire e fugare dubbi e preoccupazioni. Finora la campagna vaccinale è stata basata sulla prenotazione volontaria, è arrivato il momento di passare alla chiamata attiva. Si stanno cominciando ad appiattire anche le altre curve, ad esempio quella dei 50-59enni”.

Secondo Agostino Miozzo anche il prossimo sarà un anno scolastico in emergenza. “Noi al momento nella fascia 12-19 abbiamo l’82,6% non vaccinato. La preoccupazione di Miozzo è anche legata al fatto che non abbiamo fatto interventi strutturali nelle scuole. Se non si interviene in questi mesi estivi le problematiche saranno le stesse dell’anno scorso. A maggior ragione la vaccinazione è un’arma che dovrebbe essere utilizzata”.

Sulle terapie contro il covid. “I trattamenti per la malattia che funzionano sono rappresentati da terapie sperimentate da mesi, sono quelle utilizzate nella malattia grave. Quello di cui non disponiamo è di un trattamento domiciliare che riduca la necessità di ospedalizzazione. E’ utile diffidare da proposte terapeutiche che ad oggi non sono validate da sperimentazioni cliniche”.

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