Osterie d’Italia 2023: Toscana protagonista del sussidiario Slow food

Presentato a Firenze il manuale del mangiarbene all’italiana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 dicembre 2022 23:03
Osterie d’Italia 2023: Toscana protagonista del sussidiario Slow food

La Toscana si conferma ancora una volta terra di tradizioni enogastronomiche e attenzione ai principi della sostenibilità. Lo dimostrano i numeri della Guida Osterie d’Italia 2023 presentata oggi presso il Consiglio regionale della Toscana. Evento promosso dal consigliere regionale Marco Landi a cui è seguita una degustazione di piatti presentati da 5 delle nuove chiocciole di quest’anno:

Nonno Cianco di Cutigliano (Pt), Agriosteria La Casa del Buono di Terranuova Bracciolini (Ar); La Ciottolona di Montieri (Gr), La Bottegaia di Pistoia e la fiorentina Osteria dell’Enoteca. Ben 147 le osterie toscane in guida di cui 11 novità, 6 nuove chiocciole (altro primato nazionale insieme alla Sicilia) che si vanno ad aggiungere alle 21 già presenti e 46 bottiglie: questi i numeri della regione nella nuova edizione di Osterie d’Italia, lo storico sussidiario del mangiarbene all'italiana di Slow Food Editore. Nel dettaglio le 27 osterie “chiocciolate” sono così ripartite: 5 ad Arezzo, 4 a Firenze, Grosseto e Siena, 3 a Massa-Carrara e Pistoia, 2 a Lucca e 1 a Pisa e Livorno.Giunto alla trentatreesima edizione questo compendio ineludibile racconta la ristorazione italiana più autentica e di qualità.

In Toscana sono 22 i collaboratori della fitta e capillare rete nazionale che si occupa di recensire e contribuire alla mappatura del territorio per questo specifico segmento di ristorazione che si riconferma ancora in ottimo stato di salute. Quella delle Osterie è la cucina della tradizione, nei sapori, nell’atmosfera, e anche nel prezzo. E proprio «Le "osterie slow" sono quelle che in questo periodo hanno saputo reagire meglio alle difficoltà riscontrate in termini di personale e aumento dei costi puntando sull'alta professionalità e sui rapporti umani» sottolinea Francesco Ranzani coordinatore regionale della Guida.Questa è infatti la cucina che racconta la storia dell’accoglienza di un territorio, della sua cultura gastronomica e dei suoi ingredienti più genuini e sostenibili.«Un racconto della toscanità» chiosa Gian Marco Mazzanti anch’egli coordinatore regionale«che riprende e ritrova forza nella cura dei dettagli e nell’attenzione ad una nuova valorizzazione dei prodotti tipici con particolare attenzione alla biodiversità alla sostenibilità del territorio». Tra le novità di quant’anno ci sono «soprattutto giovani cuochi e cuoche, imprenditori e imprenditrici che, tra i tanti modelli offerti dalla ristorazione contemporanea, hanno scelto di calzare proprio quello dell’osteria», commenta Francesca Mastrovito, uno dei curatori nazionali in collegamento durante la presentazione.

“In questo manuale alla scoperta del buon cibo e del buon bere d’Italia ci sta tutta l’idea della nostra Toscana” ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo. “Qui ritroviamo passione, impegno, fatica e amore per la nostra terra. È un connubio forte – ha aggiunto Mazzeo – che tiene insieme territori, tradizioni, arte, cultura e soprattutto la persona. Ogni volta che si entra in una osteria della Toscana, ci si sente a casa”.

Orgoglio per il primato toscano conquistato dalla Toscana è stato espresso dal portavoce dell’opposizione Marco Landi: “Slow food è una eccellenza del mondo enogastronomico che con lungimiranza guarda e attesta il valore delle nostre esperienze locali”. Sulle eccellenze della cucina toscana e sull’importanza della promozione e valorizzazione, Landi ha presentato una mozione che il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità lo scorso anno

Da non dimenticare a completamento di uno spaccato regionale così dettagliato, l’inserto tutto toscano dedicato ai Trippai, peculiarità della regione.

Premio speciale Selezione Bere Bene, assegnato in Toscana a Roberto Taverna in Montisi – Montalcino (SI), su solo tre in Italia. A chiusura della presentazione in Consiglio Regionale 5 delle nuove chiocciole hanno offerto in degustazione alcuni dei loro piatti forti come la Zuppa del Pastore e il Castagnaccino per Nonno Cianco, i Fagioli zolfini all’olio nuovo e ciccioli di Tarese (due presìdi Slow Food) proposti dall’Agriosteria La Casa del Buono, ma anche la Pancia di Grigio glassata su spuma di cavolfiore e zenzero della Ciottolona, accanto alla Zuppa dell’osteria di ceci e castagne direttamente dalla Bottegaia e la Terrina di fegatini con riduzione di Vinsanto della fiorentina Osteria dell’Enoteca.

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