Omofobia, in centro la protesta contro il convegno di 'Manif pour tous'

Sotto al consiglio regionale e poi davanti la basilica di San Lorenzo. Russo: "Convegno inaccettabile. Il diritto di opinione non è libertà di discriminazione"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 maggio 2014 19:03
Omofobia, in centro la protesta contro il convegno di 'Manif pour tous'

FIRENZE - Oggi pomeriggio un centinaio di persone è sceso in piazza per manifestare con un presidio di protesta davanti alla sede del Consiglio regionale contro il convegno organizzato dall'associazione  'Manif pour tous', contraria alle nozze gay. I manifestanti si sono spostati fino alla Basilica di San Lorenzo con striscioni e slogan contro l'omofobia.“Con la stessa determinazione con la quale difendiamo la libertà di espressione – ha scritto il coordinatore regionale di SEL Giuseppe Brogi nel messaggio di adesione – è doveroso denunciare il convegno promosso da Manif pour tous in una sala istituzionale del Consiglio regionale.

Dietro la critica al progetto della Regione Toscana di contrasto all’omofobia e transfobia in ambito scolastico, si nasconde un pensiero, del tutto inaccettabile, che trasuda intolleranza, omofobia e sessismo”. “La stessa strumentale modalità di ottenere una sala pubblica per mezzo di due partiti di destra nascosti dietro le quinte, aggiunge un sapore meschino ad un’iniziativa che era giusto si tenesse fuori da luoghi istituzionali nei quali si deve invece promuovere incessantemente l’inclusione di ogni diversità e l’autodeterminazione delle persone per quanto riguarda l’orientamento sessuale”.

"Non è accettabile che vengano concessi a Manif pour tous, associazione xenofoba e omotransfobica, spazi per i suoi convegni" dichiara, in una nota, il Consiglire regionale Rudi Russo, esprimendo tutta la propria vicinanza e solidarietà agli organizzatori del flash mob di protesta in programma fuori da Palazzo Panciatichi in concomitanza con l'evento. "La libertà di opinione, di coscienza e di espressione" continua Russo "è la prima e più grande conquista della cultura occidentale moderna.

Essa svolge la sua piena funzione quando difende l'individuo dalle aggressioni di un contesto sociale che non gli riconosce alcuna dignità ed alcuno spazio di libertà di vivere secondo le proprie convinzioni. Quando però se ne vuole fare un diritto alla rivendicazione della "verità", la libertà si ribalta nel suo contrario e diventa un'arma di persecuzione per offedere la dignità ed il diritto all'uguaglianza di tutte le persone, senza distinzione alcuna, compreso l'orientamento sessuale". "Le istituzioni pubbliche regionali" conclude il Consigliere "se vogliono davvero essere incarnazione dello spirito repubblicano devono stare in guardia dall'offrire spazi di provocazione ad associazioni che si pongono quale obiettivo primario la difesa della discriminazione, in aperto contrasto con la nostra Costituzione e con il nostro Statuto toscano".

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