Ok di Commisso a Nardella commissario, ma lo stadio non è il Ponte di Genova

Dell'Olio (Idra): "Pensi a spendere diversamente i soldi della Tav"

Marco
Marco Bazzichi
20 maggio 2020 16:29
Ok di Commisso a Nardella commissario, ma lo stadio non è il Ponte di Genova

L’ok di Rocco Commisso all’ipotesi di Dario Nardella commissario per il restyling dello stadio Franchi, apre tutta una serie di interrogativi e di scenari. Tanto per cominciare, al momento, con la legislazione attuale, è una figura che non esiste. Un sindaco o un presidente di Regione può essere nominato commissario dal Governo in caso di opere oggettivamente imprescindibili per il territorio interessato, a seguito di alluvioni, terremoti o, appunto il crollo del ponte, com’è successo a Genova. Finché la legislazione è questa, per rifare lo stadio il sindaco dovrebbe accontentarsi dei suoi poteri normali. Si sa però che il Governo è al lavoro in questa direzione. 

Ma cosa significa seguire il modello Genova? Significherebbe non solo per lo stadio, ma per le grandi opere come Tav e aeroporto, una deroga al codice degli appalti e alle norme extrapenali? Secondo Girolamo Dell’Olio (associazione Idra) “non dobbiamo utilizzare i pieni poteri per proseguire in un’urbanistica della dilapidazione”.

Vale poi l’osservazione di Paolo Mazzanti, direttore di Askanews, su Inpiù.net: “tutti dicono che per accelerare le opere pubbliche e sconfiggere la burocrazia bisognerebbe adottare il "modello Genova" con cui si sta ricostruendo a tempo record il ponte, di cui ieri è stato celebrato il completamento del tracciato. Ma purtroppo il ponte di Genova non può diventare un modello perché la sua eccezionalità difficilmente potrà essere replicata”. “Il nuovo ponte -aggiunge Mazzanti- è totalmente finanziato, mentre le infrastrutture normali procedono per stati d'avanzamento e magari a un certo punto i soldi finiscono e non ne vengono stanziati subito altri per carenza di cassa. In secondo luogo, alla ricostruzione genovese hanno partecipato tre cordate d'imprese e le due perdenti non si sono sognate di ricorrere al TAR contro i vincitori, perché bloccando i lavori sarebbero diventate nemiche della Patria”.

Naturalmente però la discussione non può non entrare nel merito delle opere stesse. “E allora, per fare ancora un esempio -sostiene Dell’Olio- dei 1600 milioni di euro pubblici investiti in un’opera sempre più impossibile, e in queste condizioni addirittura grottesca, la faraonica ‘stazione subacquea’ Foster e due tunnel-diga nelle barbe della nostra città patrimonio dell’Umanità, ne sono stato spesi, male e inconcludenti, 800, e altri 800 sono ancora nel piatto". Per questo, secondo Idra, Nardella dovrebbe chiedere al Governo di farsi promotore di un provvedimento, o di un’equivalente proposta al Parlamento, che porti a depennare subito quella voce di spesa presente nel contratto di programma con Rete Ferroviaria e siano quelle risorse destinate ad ampio spettro all’area metropolitana di Firenze – oltre che per la tutela delle economie sane messe in ginocchio dalla pandemia – in trasporti pendolari, messa in sicurezza delle scuole dei nostri figli, salute, manutenzione e sicurezza delle infrastrutture esistenti, tutela del patrimonio ambientale e culturale… insomma, in tutte quelle voci-cenerentola di cui questo virus sta forse aiutandoci a capire il vero valore!”

Intanto il gruppo di ricerca “Mobilità sostenibile nell’Area Metropolitana Fiorentina” legge con preoccupazione le dichiarazioni del sindaco Dario Nardella che si promuove “commissario” per la realizzazione delle “incompiute” fiorentine come tranvie e aeroporto. A livello regionale si era già proposto qualche giorno fa il presidente delle Regione Enrico Rossi.

"Quel che preoccupa realmente non è il futuro di questi amministratori, ma la reiterata richiesta di applicare il “modello Genova” a tutte le infrastrutture che si vorrebbero realizzare"

"Il Gruppo ricorda al sindaco che il ponte di Genova ha caratteristiche particolari ed è un’eccezione: è necessario alla città, non è un’opera inutile o sovradimensionata come quelle che ammorbano il Paese. Inoltre quell’opera sarebbe un risarcimento dovuto, da parte di Autostrade per l’Italia, anche per la vergognosa mancanza di manutenzione passata; chi dovrebbe pagare è, per una volta, il privato che ha provocato il disastro; non ci sarebbe da mungere la mucca dello Stato come sempre accade con le grandi opere inutili"

"Proprio ieri il presidente dell’ANAC (Associazione Nazionale Anticorruzione) Francesco Merloni ha negato la possibilità di ricorrere al modello Genova: “[Di] un commissario … quando si passa alla progettazione, alla gestione della gara, all’esecuzione, non ce n’è bisogno. Non possiamo vivere in un’eterna emergenza. Abbiamo delle norme che abbiamo fatto per semplificare, applichiamole”.

In evidenza