‘Ndrangheta in Toscana: maxi operazione di carabinieri e Dda

Sono 23 gli arresti in un intreccio tra mafia-politica-imprenditori nella nostra regione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 aprile 2021 15:49
‘Ndrangheta in Toscana: maxi operazione di carabinieri e Dda
ph Arma Carabinieri

Firenze, 15 aprile 2021- Effettuati stamani 23 arresti in un’operazione dei Carabinieri e dalla Direzione Distrettuale Antimafia che ha stroncato una vasta serie di attività malavitose. L’indagine coinvolge anche la politica e la pubblica amministrazione : 19 indagati tra esponenti politici toscani e dirigenti di enti pubblici. Ci sono nomi di spicco finiti nell’indagine tra questi il capo di gabinetto della Regione Ledo Gori, il dirigente della Direzione Ambiente Edo Bernini, il consigliere regionale Andrea Pieroni e il sindaco di Santa Croce Giulia Deidda.

“La maxi operazione dei carabinieri e della Dda di Firenze che ha portato all’arresto di 23 persone per più attività criminali riconducibili alla ‘ndrangheta, denuncia tutta la debolezza della Regione Toscana e forse anche una sottovalutazione del fenomeno da parte di chi la governa se tra gli indagati compaiono perfino dirigenti di enti pubblici e politici toscani.”

Così Irene Galletti, Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle Toscana, in merito alla maxi operazione contro le infiltrazioni mafiose in Toscana che vede coinvolti anche funzionari delle istituzioni ed esponenti politici.

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“Il prezioso ed encomiabile lavoro svolto dalle forze dell’ordine - spiega la Capogruppo M5S - non basta da solo a sopperire all’immagine che viene restituita ai cittadini toscani: quella di una regione pervasa dalla criminalità organizzata, che si permette di articolare più attività criminose in varie province e in molteplici settori: dal traffico di droga, al controllo dei lavori stradali, fino allo smaltimento illecito di rifiuti nelle concerie.”

“Un quadro preoccupante - chiarisce Galletti - se consideriamo che tra gli indagati compaiono anche Ledo Gori, attuale capo di gabinetto del Presidente Eugenio Giani e del suo predecessore, Enrico Rossi, e il dirigente della Direzione Ambiente Edo Bernini, nonché la sindaca di Santa Croce, Giulia Deidda.”“Il Presidente Eugenio Giani prenda atto che la situazione richiede che riferisca urgentemente in Consiglio Regionale sui fatti.” E conclude “Auspico che lo faccia di sua iniziativa, anche se non mancherò di avviare subito una raccolta firme tra le forze politiche responsabili in Consiglio regionale per vincolarlo a questo compito.”

“Leggo le agenzie ed i messaggi che mi arrivano sul cellulare e strabuzzo gli occhi - afferma l'On. Stefano Mugnai, Vice Capogruppo di Forza Italia alla Camera -. Ledo Gori, il Capo di Gabinetto del Presidente della Regione Giani, quel Ledo Gori già potentissimo ed abilissimo capo di Gabinetto di Enrico Rossi da prima ancora che Rossi se ne accorgesse, il Consigliere Regionale del PD Andrea Pieroni, tuttora in attesa di una modifica statutaria per avere la promozione promessa da Giani, dirigenti di primo piano e di lungo corso della Regione e Sindaci indagati in un'inchiesta per Ndrangheta...

insomma, tanta roba!”.“Io, purtroppo, a differenza di tanti colleghi - continua Mugnai - sono affetto da una forma forse patologica di garantismo. Talmente acuta che vale anche per gli avversari irriducibili. Come ad esempio Ledo Gori. Per anni ombra, braccio, certamente anche consigliere molto ascoltato di Enrico Rossi, ed io con Enrico Rossi non ce le siamo mai a mandate a dire. Però per onestà intellettuale devo riconoscere che ho sempre avuto la convinzione che Ledo Gori fosse il numero uno nel suo lavoro.

Una via di mezzo fra il Mister Wolf di Tarantino e il Primo Greganti di Botteghe Oscure, uno che per contratto, fra le altre cose, si prende responsabilità e rischi in luogo del proprio dante causa. Fra l’altro e’ di qualche giorno fa la notizia del rinvio a giudizio di Enrico Rossi per dei supposti finanziamenti illeciti nella campagna elettorale 2015 in parallelo ad un'altra inchiesta per voto di scambio che riguarda sempre Ledo Gori in ordine a quelle stesse elezioni. Beh, c'ero pure io in quella competizione elettorale ed era chiari che il volume di fuoco di cui disponeva Rossi era superiore a quello di tutti gli altri candidati messi insieme.

Che poi Rossi avrebbe vinto lo stesso: in quel momento storico, con il centrodestra diviso e con il M5S non ancora al picco, l'esito era scontato. Insomma Rossi e il Pd si potevano anche permettere di risparmiare un po’. Ma anche per queste inchieste sono inguaribilmente iper-garantista”.“Però, a prescindere da tutto - continua Mugnai -, la notizia di oggi fa male. Sarà perché solo una settimana fa a 4 km da dove abito sono andate a fuoco due importanti aziende, una accanto all'altra, a distanza di sei giorni l’una dall’altra.

O forse sarà perché più volte in questi mesi amici commercianti o albergatori mi hanno raccontato di come personaggi equivoci hanno fatto loro offerte per rilevare in contanti ed a prezzi di saldo le loro attività piegate dai lockdown. O sarà delle tante notizie che con cadenza regolare ci parlano di infiltrazioni mafiose in Toscana o di Toscana come terra di investimenti delle mafie.”.“Non sarà che ci siamo occupati, non io per la verità, - conclude Mugnai - un po’ troppo di accoglienza e immigrazione, o di slogan tipo “Toscana diffusa”, che alla fine non si siamo accorti di cosa stava man mano accadendo alla nostra terra? Ma, per esempio, la sinistra che da sempre governa la nostra regione, perché non prova a contare sui singoli territori quanto sia aumentato il numero degli sportelli bancari.

Temo in maniera non del tutto omogenea all'aumento della ricchezza degli stessi territori. Attendiamo con impazienza che la magistratura faccia il proprio lavoro, sperando sinceramente che gli indagati possano provare la propria estraneità alle accuse mosse contro di loro, ma il problema politico resta tutto ed investe come un enorme maglio la sinistra: evidentemente non basta recitare quotidianamente il credo anti mafie e poi permettere in una regione che da sempre amministrano come fosse un diritto divino che le mafie piano piano, ma sempre più massicciamente arrivino, si consolidino, operino”.

Queste invece la dichiarazioni dell'On. Erica Mazzetti, parlamentare di Forza Italia: "C'è anche il Capo di gabinetto del presidente della Regione Toscana, Ledo Gori, tra gli indagati nell'inchiesta della Dda di Firenze su presunti reati ambientali, nella quale sono indagati anche imprenditori considerati contigui alle cosche di 'ndrangheta, e che oggi ha portato a sei arresti. A Gori viene contestato il reato di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio.

" Questa la notizia che viene data dalle agenzie di stampa poche ore fa, che mi ha ovviamente lasciata senza parole. Sono, come esponente di un partito storicamente garantista come Forza Italia, per consentire alla Giustizia di fare il suo corso, certo è però che determinate notizie uscite con questa forza sulla politica della nostra Regione creano forti timori e pretendono rapida chiarezza nel rispetto dei cittadini toscani e delle Istituzioni che dovrebbero rappresentarli."

"Sempre nell'inchiesta risulta indagato, tra gli altri, il consigliere del Pd Andrea Pieroni, accusato sempre di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio. Indagato poi per abuso d'ufficio il direttore del settore ambiente e energia della Regione Toscana, Edo Bernini". Queste le altre notizie uscite oggi pomeriggio che gettano pesanti ombre da verificare sul sistema politico toscano. Il tema dei rifiuti spesso si intreccia purtroppo con quello delle vicende della malavita. Mi auguro che si possa con i giorni chiarire anche la vicenda, che come ha spiegato la stampa, ha visto un'articolata operazione dei Carabinieri e della Dda di Firenze che con 23 arresti ha stroncato in Toscana più attività criminali riconducibili alla 'ndrangheta infiltratasi nell'intera regione: dal traffico di cocaina, al controllo di lavori stradali, allo smaltimento illecito di rifiuti nelle concerie."

"In un filone dell'operazione sono stati eseguiti in Toscana, Calabria e Umbria - annunciano i quotidiani - sei arresti per la gestione di rifiuti reflui e fanghi industriali prodotti nel distretto conciario tra le province di Firenze e Pisa. Alcuni soggetti a capo dell'Associazione conciatori di Santa Croce (Pisa) avrebbero rappresentato, spiegano gli investigatori, il fulcro decisionale di tutto il sistema indagato. Per l'accusa, le ceneri di risulta dei rifiuti conciari classificati 'Keu', altamente inquinanti, sarebbero state miscelate con altri materiali e riutilizzate in attività edilizie.

Circa 8.000 tonnellate di rifiuti contaminati sarebbero stati usati nella realizzazione del V lotto della Strada 429. Come si legge gli aspetti che caratterizzano questa vicenda, diventano ora dopo ora gravi e preoccupanti fino a coinvolgere anche un Primo cittadino quale la sindaca di Santa Croce Giulia Deidda. Troppi sono gli intrecci evidenziati dalla stampa fra la malavita e le Istituzioni regionali e locali. Il sistema dello smaltimento dei rifiuti, quale membro della VIII commissione ambiente, l'ho sempre ribadito deve basarsi su regole chiare ed impianti sicuri nel rispetto della legge e dell'ambiente.

Queste notizie non fanno altro che ribadire l'esigenza di controlli della Legge sempre più forti e costanti, per evitare pericolose derive criminali".

Il consigliere metropolitano Claudio Gemelli (FdI nel Centrodestra per il cambiamento) dichiara: "Arrivano da stamattina le notizie di arresti e indagini dell'antimafia che hanno riguardato anche il territorio metropolitano. Nello specifico alcuni lavori relativi ai lotti della SR 429 tra Empoli e Castelfiorentino. Apprendiamo infatti da organi di stampa che le infiltrazioni della 'ndrangheta sarebbero arrivate anche alle forniture di materiali e alla movimentazione terra per l'appalto relativo ai lotti della sr429 nel territorio della città metropolitana di Firenze dove pare siano stati utilizzati 8000 tonnellate di rifiuti contaminati provenienti dai reflui e dai fanghi delle concerie della zona, per la realizzazione della strada.

Una situazione allarmante su cui occorre fare al più presto chiarezza e che tocca il nostro territorio da vicino e la realizzazione di importanti infrastrutture. Purtroppo non è nuova la notizia di infiltrazioni mafiose anche in Toscana, ma queste notizie ci spingono a non abbassare mai la guardia.

Nell'attesa di ulteriori sviluppi nelle prossime ore protocollerò un'interrogazione per conoscere come si sono svolti le gare per gli appalti dei lotti della 429 interessati dall'indagine. Valuterò inoltre se convocare una commissione di garanzia e controllo per approfondire meglio ogni aspetto della vicenda".

"Non ci esprimiamo sul coinvolgimento personale degli amministratori locali e regionali coinvolti, sul quale dovrà fare luce la magistratura -intervengono anche dal Partito Comunista Toscana- Ma in questa storia i responsabili politici ci sono ed i nomi e i cognomi dei responsabili dovranno venire fuori. Perché un sistema di corruzione di queste dimensioni non si costruisce senza istituzioni corrotte a più livelli, dove chi deve controllare non controlla e chi deve denunciare non denuncia. Se nelle istituzioni entra il malaffare, la responsabilità politica è di chi governa. Questo orribile intreccio tra politica, criminalità organizzata e vertici dell'associazione imprenditoriale dei conciatori è ancora più vergognoso se si pensa che nelle istituzioni e ai vertici delle associazioni imprenditoriali ci sono individui disposti a distruggere l'ambiente e la salute di tutti solo per arricchirsi. Il dilagare delle mafie sul nostro territorio è conseguenza della totale delega al privato nella gestione dei rifiuti e del totale disinteresse per la salute pubblica e l’ambiente.

Le false promesse fatte da Giani durante la campagna elettorale sulla salvaguardia dell’ambiente e sull'economia circolare si scontrano purtroppo con la realtà dei fatti, che descrive una Regione in cui la criminalità organizzata è ormai penetrata nelle istituzioni. Il futuro dei nostri figli non può essere soggetto alle leggi del profitto privato: un pugno di monopoli finanziari non possono determinare i destini dell’ambiente, imponendo un modello di produzione e consumo che è funzionale alla realizzazione dei propri guadagni e non del benessere e delle esigenze collettive. Non è possibile una politica in favore dell'ambiente senza mettere in discussione questo sistema economico".

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