Mps: processo di autoriforma tardivo e istituzioni locali lasciate sole

Giovedì scorso l'audizione del consigliere regionale Bezzini, ex presidente della Provincia di Siena. Razzanelli: "David Rossi, un’ archiviazione affrettata e sospetta"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 giugno 2016 15:58
Mps: processo di autoriforma tardivo e istituzioni locali lasciate sole

Firenze– “L’influenza della politica sull’istituto di credito senese è un fatto storicamente accertato”. Lo ha dichiarato il consigliere regionale Simone Bezzini (Pd), rispondendo ad una precisa domanda del presidente della commissione d’inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena,Giacomo Giannarelli (M5S). La commissione ha concluso giovedì il suo programma di audizioni, ascoltando Bezzini, che è stato presidente della Provincia di Siena dal 2009 al 2014.

Bezzini ha ricordato di aver svolto una specifica relazione al consiglio provinciale nel giugno del 2012 sulla situazione dell’istituto di credito senese. “La mia sensazione è che la vicenda Antonveneta abbia pesato moltissimo sul futuro della banca – ha affermato –. Al di là degli aspetti di congruità e coerenza, su cui devono esercitare il controllo le autorità di vigilanza, è stata un’operazione che ha impegnato notevolmente l’istituto di credito, alla vigilia dell’esplosione di una crisi pesantissima.

Lo scenario economico finanziario, sul quale è stata pensata, cambia radicalmente. Da qui l’impatto negativo, al quale si sono aggiunte successivamente altre criticità. Sotto altri profili saranno gli organi competenti ad accertare eventuali responsabilità”. Saranno proprio queste difficoltà a spingere le istituzioni locali verso un radicale cambiamento nella governance, con una revisione dello statuto della Fondazione nel senso di un maggiore apertura a realtà esterne. “Abbiamo fatto molti errori, ma non va dimenticato che, tra il 2011 e il 2012, il Comune e la Provincia di Siena hanno promosso una spietata autocritica – ha precisato l’allora presidente dell’amministrazione provinciale –.

Un’analisi sicuramente tardiva, ma che comunque ha sostenuto il percorso di messa in sicurezza del patrimonio residuo di Banca e Fondazione Mps. Questo percorso forse avrebbe meritato a suo tempo una maggior attenzione dalle istituzioni nazionali e comunitarie, come avvenuto per i sistemi bancari di altri paesi europei, dove, fin dall'inizio della fase recessiva, sono state messe in atto rilevanti misure pubbliche a supporto del mondo del credito”.

Bezzini ha infine osservato che “ulteriori contraccolpi negativi, su tutta la vicenda Mps, sono stati determinati dal dogma della senesità della banca”. “Le dichiarazioni di Bezzini confermano l’assoluta necessità di introdurre trasparenza nel sistema italiano del credito – ha commentato il presidente Giannarelli – È l’unico modo per restituire credibilità al settore e attrarre di nuovo investitori esteri che richiedono efficienza e legalità nei bilanci”. “È finito di nuovo sotto osservazione il ruolo degli organismi di vigilanza su fondazione e banca, che non hanno funzionato – ha aggiunto Giannarelli –.

È urgente una riforma di Bankitalia che punti alla ripubblicizzazione, facendo acquisire al Ministero le quote in mano alle banche private e riportare così in capo a via Nazionale la sovranità monetaria e la terzietà di controllo”.

Questo l'intervento del consigliere fiorentino Mario Razzanelli: "Troppe le contraddizioni, le incongruenze evidenziate dalle perizie e dalle immagini acquisite immediatamente dagli inquirenti per considerare la morte di David Rossi come volontaria. Le foto pubblicate dalla Nazione sono la testimonianza che la riapertura del caso è un atto dovuto. Noi si è mai vista una persona che si suicida buttandosi all'indietro in quella posizione, con le gambe stese, quasi fosse privo di conoscenza. E viene da chiedersi come abbiano potuto i giudici archiviare la vicenda così in fretta e stabilire che si era trattato di un suicidio.

Con passaggi a dir poco inspiegabili, come la mancata apposizione dei sigilli alla stanza del Rossi, rimasta aperta e dove nottetempo, dopo che era avvenuta la morte, sembra che qualcuno si sia introdotto ed abbia lavorato sul suo computer. Una morte avvenuta in un contesto, quello di Mps e la relativa acquisizione di Antonveneta, già di per sé poco chiaro. Bene dunque che l’inchiesta venga riaperta ma quell’archiviazione frettolosa e immotivata non può essere relegata a una semplice svista giudiziaria". 

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