Nonostante mancasse dalla vita pubblica da alcuni mesi, chiunque abbia seguito la politica nell'Italia degli ultimi anni ha memoria dell'impegno di Paul Ginsborg, non solo all'interno della ricerca storica e del mondo accademico.
Ginsborg, storico inglese naturalizzato italiano, noto studioso contemporaneo della storia d'Italia, è morto all'età di 76 anni.
"Fellow" del Churchill College di Cambridge, ha insegnato presso la Facoltà di Scienze Sociali e Politiche della stessa università. In Italia ha avuto incarichi di insegnamento alle Università di Siena e Torino. Dal 1992 al 2015 (anno del pensionamento) ha insegnato Storia dell'Europa contemporanea nella Facoltà di Lettere di Firenze.
Nel 2014 gli è stato assegnato il Premio Nazionale Letterario Pisa per la Saggistica.
È noto anche per l'impegno pubblico su temi politici e sociali: ha collaborato con Francesco Pardi per il lancio del movimento dei "girotondi".
È stato membro del Consiglio di Presidenza di Libertà e Giustizia, di cui era diventato presidente il 13 aprile 2019.
"La sua morte - sottolineano Dmitrij Palagi e Antonella Bundu (Sinistra Progetto Comune) con Massimo Torelli (Firenze Città Aperta) - lascia un vuoto, ma rimangono i suoi scritti: quelli in cui ha fornito importanti chiavi interpretative per la storia del nostro Paese e le importanti prese di posizione rivolte agli eventi del tempo presente.
Teneva alla democrazia e alla difesa di una società fragile, travolta dalla complessità di un mondo globalizzato in cui sembrano venire meno gli spazi condivisi faticosamente conquistati nel corso del Novecento.Oltre a esprimere vicinanza a chi lo ha conosciuto e gli è stato vicino, vogliamo rendere un pubblico ringraziamento a Paul Ginsborg, intellettuale e cittadino impegnato per il bene della cosa pubblica", concludono.
“Sono addolorato dalla scomparsa del professor Ginsborg, che conoscevo bene e col quale più volte mi sono confrontato, sempre francamente ma con estremo rispetto reciproco. Era un uomo e uno studioso di rara levatura culturale e morale che ha saputo raccontare a noi italiani la nostra stessa storia meglio di tanti connazionali”, afferma il sindaco Dario Nardella, appresa la notizia della morte dello storico.
“Si era sempre occupato di storia italiana contemporanea - aggiunge Nardella - senza sconti con i protagonisti più discussi. Il suo impegno ha spaziato anche nella politica e nella società civile e fino all’ultimo è stato un cittadino partecipe della vita di Firenze. Alla famiglia giungano le mie condoglianze più sentite e quelle dell’amministrazione”.
Tra le testimonianze di cordoglio, quella della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli.
"Ci ha lasciati oggi Paul Ginsborg. Tra i migliori interpreti della storia italiana, ha saputo trasmettere a un'intera generazione di giovani storici l'importanza di rompere il conformismo accademico, la necessità di uno sguardo sempre critico rispetto al tempo presente. "Mi rendo conto che quanto segue - scriveva in prefazione al suo L'Italia del tempo presente - è in larga misura un ibrido: in parte storia, in parte discussione politica, in parte osservazione partecipe", e più avanti, in chiusura, scriveva: "Può costituire un primo riferimento che i futuri storici dell'Italia potranno considerare retrospettivamente con divertimento, con curiosità, e magari persino con affetto". Già, è proprio così che guardiamo alle pagine di Paul Ginsborg e alle sue lezioni all'Università di Firenze: con affetto, e con la convinzione che prestare la propria professionalità all'osservazione partecipe sia per gli storici un diritto, e forse anche un dovere".