"Mercatone Uno, ammortizzatori sociali e niente tasse per i lavoratori"

Vertice con l'assessore regionale e il sindaco di Calenzano. Appello al governo: "Presto gli amministratori straordinari". Docomo Digital, allarme licenziamenti. Consorzio Manital, domani sciopero di 4 ore

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 giugno 2019 16:08

Firenze, 13 giu. - La Regione Toscana chiede al ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, di nominare in tempi celeri i nuovi amministratori straordinari di Mercatone Uno e di reintegrare i lavoratori in modo tale da consentire loro l'accesso agli ammortizzatori sociali. È uno degli aspetti emersi oggi al vertice convocato dal consigliere del presidente della Regione per le politiche del lavoro, Gianfranco Simoncini, a seguito del fallimento della capogruppo Shernon Holding.

Una crisi aziendale che minaccia 57 posti in Toscana: 31 nello stabilimento di Calenzano (Firenze), 26 in quello di Navacchio (Pisa). I sindacati, come affiorato durante l'incontro, spingono affinché il loro reintegro avvenga alle condizioni precedenti alla gestione Shernon. A dare una mano ai dipendenti vuole provvedere anche il sindaco di Calenzano, Alessio Biagioli, che per fronteggiare la situazione di difficoltà valuta la possibilità di sospendere la riscossione di imposte comunali, intervenendo al contempo sulle tariffe dei servizi erogati dall'ente.

Un'azione quest'ultima che, nel caso, deve essere concordata con altre amministrazioni comunali, per garantire che tale beneficio includa anche quei lavoratori dello stabilimento che risiedono al di fuori di Calenzano. A sua volta Simoncini raccoglie il grido di dolore degli ex dipendenti rimasti senza reddito: intende, a tal proposito, contattare le banche segnalate dalle organizzazioni sindacali per verificare la possibilità di sospendere il pagamento delle rate dei mutui. Del resto, il messaggio che consegna a sindacati e istituzioni locali è di una Regione che, pur consapevole della portata nazionale della crisi, e' pienamente impegnata "a difendere l'occupazione e i redditi delle famiglie, e a sostenere ogni ipotesi di rilancio produttivo".

Ci sono altri fronti aperti. Docomo Digital (Firenze, azienda Ict di proprietà della giapponese Ntt Docomo): ieri i lavoratori in assemblea hanno decretato sciopero per oggi e domani, e chiedono l'apertura di un tavolo di crisi con le istituzioni cittadine. Solo due giorni fa era stato annunciato lo stato di agitazione per dire no alla procedura di licenziamento del 25% dei lavoratori, 20 su 80. Ieri, nell’incontro tra sindacato e azienda, è emerso inoltre che i tre contratti a termine presenti in azienda non rientreranno nella procedura ma alla loro naturale scadenza saranno cessati senza possibilità di ulteriore assunzione; quindi, in sostanza, i licenziamenti diventano 23 su 81 dipendenti, quasi il 30%.

E va considerato anche il fatto che ci sono stati tre licenziamenti con rito Fornero a fine 2018 e 5 uscite più o meno incentivate da gennaio ad aprile. Il taglio, insomma, è veramente pesante.La Rsu e l'organizzazione sindacale, anche visti i bilanci degli ultimi anni, in calo ma sempre con segno positivo, ritengono irricevibile la proposta dell'azienda di ridurre di tre unità gli esuberi e non hanno nessuna disponibilità ad accettare l'apertura della cassa integrazione straordinaria, né accettano la possibilità per i lavoratori di ridursi l'orario a part time.

Inoltre, sono presenti in azienda alcune figure professionali in appalto da ditte esterne, mansioni che potrebbero essere svolte da personale Docomo. Abbiamo richiamato l'azienda ad una responsabilità sociale d'impresa sancita dalla costituzione ma che non abbiamo riscontrato.

E poi: tutti i lavoratori del consorzio Manital domani venerdì 14 giugno saranno in sciopero 4 ore poiché da più di un anno sono costretti a subire, spesso in maniera anche pesante, continui ritardi nel pagamento degli stipendi. Il consorzio Manital (che conta oltre 100 lavoratori) si occupa, nella nostra regione, di pulizie dei treni e delle stazioni ferroviarie a seguito di gare vinte con ribassi a nostro modo di vedere eccessivi, anche del 40%.

Nel mese di maggio le aziende del consorzio hanno comunicato che ci sarebbe stato l'ennesimo ritardo nel pagamento degli stipendi, ed hanno garantito che gli stessi sarebbero stati erogati il giorno 30 invece che il giorno 20, termine ultimo per i pagamenti espresso dal contratto nazionale. Purtroppo il 30 maggio gli stipendi non sono arrivati lasciando i lavoratori e le loro famiglie senza soldi e con gli impegni da pagare.

I sindacati sono intervenuti in più occasioni, sia a livello territoriale che nazionale, per tutelare i lavoratori anche nei confronti delle committenze che hanno la piena responsabilità e l'interesse alla corretta applicazione delle norme ed alla pulizia dei treni e delle stazioni. I lavoratori affermano di voler continuare la loro lotta finchè non verrà trovata una soluzione definitiva al regolare pagamento degli stipendi.

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