Medicina cardiovascolare 2016: congresso all’Hotel Baglioni di Firenze

Un parterre di relatori importante per affrontare un tema di assoluta attualità

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 novembre 2016 18:12
Medicina cardiovascolare 2016: congresso all’Hotel Baglioni di Firenze

Quattro le sessioni: cardiopatia ischemica, scompenso cardiaco, ipertensione arteriosa, uso degli anticoagulanti, con la relazione iniziale delle prime tre sessioni dedicata a cosa non fare nel caso di un paziente manifesti questo tipo di patologia.

Il comitato di presidenza è composto da Gianfranco Gensini, Mario Marzilli, Luigi Padeletti, Stefano Taddei.

“Gli aspetti scientifici di questo simposio - spiega il dottor Stefano Taddei - nascono dal fatto che le malattie cardiovascolari tuttora rappresentano la prima causa di morte nel mondo, responsabile del 40% dei decessi negli uomini e addirittura del 50% nelle donne. I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, descrivendo nel dettaglio le cause di morte, pongono l’ipertensione arteriosa al primo posto nel mondo. Inoltre, lo scompenso cardiaco, patologia destinata ad aumentare nel futuro per il progressivo invecchiamento della popolazione, è tuttora la prima causa di ricovero ospedaliero nel mondo. Ecco perché il simposio vuole affrontare vari aspetti della patologia cardiovascolare, dai fattori di rischio quali l’ipertensione arteriosa, passando poi attraverso la cardiopatia ischemica e finendo con lo scompenso cardiaco.

Il tema del convegno di quest’anno, che giunge alla quarta edizione, è quello di che cosa non bisogna fare nella pratica clinica relativamente alle malattie cardiovascolari. Sembra un paradosso, ma in effetti, molto spesso, assistiamo a un atteggiamento clinico non corretto soprattutto perché non vengono applicate le recenti indicazioni che si possono ottenere dagli studi clinici controllati e dalle Linee Guida. A questo proposito, il livello scientifico e l’autorevolezza degli oratori che hanno accettato di contribuire al Convegno sono sicuramente un valore aggiunto.

Certamente, grazie anche alla partecipazione attiva dei colleghi che saranno presenti in aula, il convegno rappresenterà un momento utile di approfondimento culturale e di dibattito per poter poi trasferire i dati della letteratura scientifica nella pratica clinica quotidiana”.

In evidenza