Massoneria: lettera aperta contro il declino silenzioso

Dopo il Blitz giudiziario dentro le logge di Firenze e Prato il parere deluso di chi si è "messo in sonno"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 Settembre 2025 23:56
Massoneria: lettera aperta contro il declino silenzioso

Oggi dominata da conflitti ideologici e fratture sociali, la Massoneria — antica custode di simboli esoterici e valori trascendentali — sembra aver smarrito la bussola del suo mandato originario. Quella che un tempo si ergeva come faro di fratellanza universale, oggi naviga in acque torbide, dove il pragmatismo del potere ha oscurato l’etica del sacro legame.Un’indagine tra logge, voci dissidenti e documenti riservati rivela un panorama sconvolgente: l’obbedienza ai principi è stata sostituita da giochi di influenza, mentre il silenzio iniziatico cela sempre più spesso ambizioni profane.

Le radici della Massoneria affondano in un humus filosofico impregnato di Illuminismo, dove la ricerca della verità e l’elevazione spirituale costituivano il nucleo indiscusso.

I rituali, carichi di allegorie, non erano mere cerimonie ma strumenti di trasformazione interiore, proiettati verso l’ideale di un’umanità riconciliata.

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Oggi, però, quegli stessi gesti appaiono svuotati di significato, ridotti a folklore per iniziati che confondono l’appartenenza a un’élite con il servizio al prossimo.

Le logge, un tempo cenacoli di dialogo tra ceti e culture, riflettono le disuguaglianze del mondo esterno: cariche elettive contese con metodi degni di consorterie politiche, budget deviati verso operazioni opache, e una gerarchia che replica dinamiche piramidali, lontane anni luce dall’orizzontalità promessa.

Il paradosso più amaro risiede nel tradimento del concetto stesso di segreto.

Se un tempo il riserbo proteggeva il percorso individuale dalla profanazione del mondo materiale, oggi alimenta sospetti e teorie del complotto, allontanando la società civile da un’istituzione che potrebbe — dovrebbe — essere un laboratorio di etica condivisa.

Invece, l’opacità delle decisioni e la mancanza di accountability hanno trasformato molte obbedienze in club esclusivi, dove il merito cede il passo alla convenienza.

Persino la filantropia, pilastro storico della fratellanza massonica, si è imbolsita in donazioni occasionali, prive di una visione sistemica per affrontare crisi globali come il cambiamento climatico o le migrazioni epocali.

Eppure, tra le macerie, sopravvivono voci profetiche.Massoni “eretici”, spesso emarginati dalle strutture di potere, denunciano la necessità di un ritorno alla semplicità delle origini: abolire privilegi anacronistici, aprire i lavori a osservatori esterni per dimostrare trasparenza, riorientare le energie verso progetti concreti di mediazione culturale e sostegno ai marginalizzati. “La vera iniziazione”, confida un maestro di una loggia minore del Nord Italia, “non consiste nel memorizzare gesti arcani, ma nel riconoscere il volto del fratello nell’ultimo dei diseredati, non nell’innalzare templi di carta, ma nel riparare le vite spezzate dalla storia”.

La crisi della Massoneria è, in fondo, lo specchio di un’umanità che ha smarrito il senso del sacro per abbracciare il culto dell’effimero.

Mentre i social media riducono il dibattito a scontri tra tribù digitali, le logge — che potrebbero fungere da spazi neutrali di confronto filosofico — preferiscono rinserrarsi in un silenzio complice. Alcuni osservatori attribuiscono il declino alla perdita di un “nemico” comune: senza più monarchie assolute o censure clericali da combattere, la fratellanza si è frammentata in correnti rivali, ognuna alleata a poteri temporanei.

In Brasile, ad esempio, gran maestri sono stati coinvolti in scandali di corruzione legati a mega-opere pubbliche; in Francia, logge di obbedienza diversa si accusano reciprocamente di essere succubi di lobby finanziarie.

L’ossessione per il reclutamento di “personalità influenti” — da politici a CEO — ha snaturato il percorso iniziatico, trasformandolo in una corsa a tessere relazioni utili.

Un ex membro della Gran Loggia d’Inghilterra racconta: “Il terzo grado, quello di Maestro Massone, un tempo richiedeva anni di studio. Ora viene concesso come un’onorificenza a chiunque porti prestigio mediatico”.Intanto, i giovani, affamati di autenticità, disertano i templi: perché sottoporsi a riti ermetici se l’attivismo sociale offre una fratellanza più tangibile?Ma la speranza risiede proprio in chi, dentro e fuori le logge, reclama una rivoluzione silenziosa.In Messico, alcune obbedienze hanno abolito le capitazioni, aprendo le porte a operai e indigeni.

In Libano, massoni cristiani e musulmani collaborano a progetti di ricostruzione post-bellica, usando il simbolo della squadra e del compasso come strumenti di pace.

Una loggia di Oslo ha reso pubblici i suoi archivi storici, dimostrando che la trasparenza non dissolve il mistero, ma rigenera la fiducia.

Il vero nodo da sciogliere è culturale: la Massoneria sopravviverà solo se smetterà di considerarsi un’élite salvifica per diventare un “laboratorio itinerante di umanità”.

Come suggerisce una lettera anonima circolata tra i gran consigli d’Europa: “Ritorniamo a essere artigiani, non monumenti. Costruiamo ponti, non altari alla nostra vanità”.

La sfida è titanica, ma il mandato è chiaro: riaccendere la fiamma di un ideale che unisca — non per appartenenza, ma per scelta etica — chi ancora crede che la libertà, l'uguaglianza e la fraternità non siano mere parole rituali, ma imperativi morali da incarnare nel caos del quotidiano. La Massoneria si trova impantanata in un paradosso esistenziale, dove ogni gesto è tracciabile e ogni segreto è merce di scambio.Il silenzio iniziatico, un tempo scudo contro l’ignoranza del mondo, oggi suona come complicità con l’oscurantismo.

Mentre movimenti globali esigono trasparenza radicale, le logge arrancano nel tentativo di conciliare il mistero sacro con il diritto alla verificabilità.

I millennials e la Gen Z, cresciuti nell’incubatore del capitalismo emotivo, sfuggono alle logge non per disinteresse verso il trascendente, ma per disgusto verso il formalismo vuoto.

Mentre in Europa le obbedienze si assottigliano, in Africa e nel Sud-Est Asiatico si registra un boom ambiguo di nuove logge.

Ma qui, il retaggio coloniale della Massoneria diventa un’ombra ingombrante: simboli come la squadra e il compasso vengono riletti attraverso il prisma dell’antimperialismo.

La Massoneria si trova oggi al cospetto del suo ultimo, decisivo grado iniziatico: non più una prova simbolica di morte e resurrezione, ma un bivio storico tra l’irrilevanza e la metamorfosi.

Il suo silenzio, da strumento di protezione, è diventato una prigione di sospetti; i suoi templi, da officine di trasformazione, rischiano di trasformarsi in musei del pensiero magico.

Per sopravvivere, deve compiere un gesto radicale: tradire la lettera dei suoi stessi rituali per incarnarne lo spirito nel fango delle contraddizioni contemporanee. La rigenerazione non passerà attraverso algoritmi sacri o alleanze con i potenti, ma attraverso un disarmo volontario dell’arroganza iniziatica. Immaginiamo logge che smantellino le loro colonne dorate per installare tende nelle periferie, dove il compasso non disegni geometrie astratte ma misuri le ferite della disuguaglianza.Il segreto, anziché custodire gerarchie, potrebbe proteggere progetti di giustizia in territori oppressi, mentre i simboli — dalla squadra alla livella — diventano strumenti di lotta per chi non ha voce.

La fratellanza universale non sarà mai un tempio immacolato, ma una costruzione precaria, esposta alle intemperie della storia. Forse, il vero “lavoro massonico” del XXI secolo consisterà nel lasciarsi contaminare: accogliere nelle officine attivisti, profughi, ribelli digitali, trasformando il rituale in un’assemblea permanente dove il sacro si fa carne nelle scelte quotidiane.

Come scriveva un anonimo fratello del Settecento in margine a un manoscritto ritrovato a Lione: «Il vero Altare è dove due sconosciuti spezzano il pane della verità, incuranti dei gradi che portano sul cuore».

Il declino non è una condanna, ma un invito a bruciare le vestigia di un potere che ha tradito la sua essenza.

La Massoneria sopravviverà solo se oserà diventare ciò che ha sempre promesso: non un circolo di eletti, ma il fuoco clandestino di un’umanità che ancora crede di poter scolpire, nel granito della realtà, il volto sconosciuto della fratellanza. L’ora è tarda, ma ogni iniziazione comincia nell’oscurità.

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