Manifestazioni no green pass contro i giornalisti

Ormai necessario per andare in hotel, al museo o al ristorante. FDI: “Già numerose disdette in Versilia”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 agosto 2021 16:43
Manifestazioni no green pass contro i giornalisti

Firenze, 8 agosto 2021– Manifestazioni sabato a Firenze contro il Green pass, anche davanti alla sede de La Nazione, dopo altri episodi, come l'aggressione a Saverio Tommasi di Fanpage, in piazza Signoria, e le minacce di morte a Controradio.

Immediata la condanna da parte dell’Associazione Stampa Toscana, sindacato unico ed unitario dei giornalisti: “Ognuno ha il diritto di esprimere le proprie opinioni, ma l’obiettivo della protesta non può, e non deve, concentrarsi su coloro che hanno l’obbligo professionale, etico e deontologico di raccontare ciò che accade. E di dar conto di tutte le posizioni, inclusa quella dei manifestanti stessi. Quando si paragona chi fa informazione ad un terrorista significa che siamo vicini ad una situazione di allarme sociale, già vissuta in passato dai giornalisti, che hanno pagato tributi anche pesanti al proprio dovere di fedeltà al pluralismo”.

Sandro Bennucci, presidente dell’Ast, a nome di tutti gli organismi dirigenti del sindacato esprime “solidarietà e vicinanza ai colleghi de La Nazione e a tutti i giornalisti impegnati ovunque nel duro, difficile e delicato lavoro di cronaca in questa fase della pandemia”. “Siamo di fronte – aggiunge Bennucci – a proteste fuori bersaglio, perchè non sono i giornalisti che firmano decreti e leggi. I cronisti riferiscono e illustrano i provvedimenti, assicurando ogni giorno pluralità d'informazione e di opinione, metodo che evidentemente non appartiene a coloro i quali gradiscono una sola ed unica narrazione: la loro. Anche per questo l’Associazione Stampa Toscana invita nuovamente le Istituzioni a garantire che il lavoro dei giornalisti venga svolto in sicurezza”

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I vaccini sono l’unica via d’uscita a quello che da un anno e mezzo stiamo vivendo. Non posso, quindi, comprendere i manifestanti No Green Pass e neanche li condivido ma difendo la loro libertà di manifestare. Questo loro diritto, però, non può in nessun caso essere utilizzato per attaccare l’informazione, addirittura andando sotto la sede del giornale di Firenze, La Nazione, lanciando accuse ai giornalisti e ai media” ha scritto sulla sua pagina Facebook Gabriele Toccafondi, deputato fiorentino di Italia Viva. “Ai lavoratori del nostro storico giornale va tutta la mia solidarietà e il mio sostegno. In questi tempi difficili compiono un lavoro quanto mai delicato e fondamentale” ha concluso.

Ma non sono dello stesso avviso tutte le forze politiche. “In Versilia e nelle nostre città d'arte ci sono già diverse disdette di turisti vaccinati con sieri come lo Sputnik. Il Green Pass del Governo Draghi, oltre ad essere un provvedimento economicida e insensato, ha anche delle contraddizioni evidenti. Un cittadino russo o cinese vaccinati con sieri diversi da quelli comprati dall'Ue - che quindi hanno fatto la profilassi contro il Covid - non possono sedersi al tavolo di un ristorante italiano al chiuso, preferiranno quindi o rimanere a casa oppure trascorrere le ferie altrove.

Ci sono milioni di persone ad aver ricevuto vaccini non riconosciuti dall'Ue e che vivono nel nostro Paese: siamo di fronte ad una discriminazione tra vaccinati di serie A e di serie B. Inoltre per una Regione turistica come la nostra, che da decenni attrae stranieri provenienti dall'Est Europa e dall'Asia, il Green Pass produce un danno economico non indifferente. Proprio oggi sono usciti gli ultimi dati di Irpet sul turismo: nel 2020 la Toscana ha registrato più del 76% in meno di presenze turistiche straniere. Non è il momento di adottare politiche che disincentivano la ripresa economica! Il Presidente Giani, invece che lamentarsi perché la Toscana risulta rossa nelle mappe dell'Ecdc, intervenga presso l'Ue per correggere questa gravissima stortura”. Lo dichiara Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale.

In ottemperanza alle disposizioni governative vigenti è obbligatorio esibire la Certificazione verde Covid-19 (Green Pass) corredata da un valido documento di identità per accedere a tutti i luoghi di cultura e negli esercizi pubblici. Le disposizioni non si applicano ai bambini di età inferiore ai 12 anni ed ai soggetti con certificazione medica specifica.

La Certificazione verde COVID-19 - EU digital COVID è una certificazione digitale e stampabile (cartacea), che contiene un codice a barre bidimensionale (QR Code) ed un sigillo elettronico qualificato.La Certificazione attesta una delle seguenti condizioni: aver fatto la vaccinazione anti COVID-19 (in Italia viene emessa sia alla prima dose sia al completamento del ciclo vaccinale), essere negativi al test molecolare o antigenico rapido nelle ultime 48 ore, essere guariti dal COVID-19 negli ultimi sei mesi. Per ognuna di queste condizioni è necessario comunque ottenere la certificazione Green Pass da mostrare all'ingresso.

Diverse le strutture commerciali che hanno scelto di lavorare solo con i tavoli all’esterno in quanto non in grado di garantire il controllo dei certificati, anche per la mancanza del personale da dedicare anche a questo aspetto.

“Far ricadere sui gestori delle attività la responsabilità dei controlli sui green pass è decisamente una scelta sbagliata, se non assurda – commenta Gabriella Orlando, direttore Confcommercio Grosseto – Gli imprenditori o, peggio ancora, i loro dipendenti, non sono dei pubblici ufficiali, e tutto questo appare come una forzatura, probabilmente voluta al fine di accelerare sulla campagna di vaccinazione. A nostro avviso, poteva tranquillamente bastare un’autocertificazione da parte del cliente ed eventuali sanzioni, anche pesanti, come è giusto che sia, esclusivamente alla clientela che dichiara il falso, a seguito delle verifiche a carico delle autorità preposte”.

Il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa, Federico Pieragnoli chiede una modifica del provvedimento che coinvolgerà in provincia di Pisa oltre 1.800 attività di ristorazione e più di mille bar: “Adesso si sta esagerando. Gli imprenditori e meno che mai i loro dipendenti non sono pubblici ufficiali, e dover controllare anche i documenti di identità dei clienti è una ulteriore forzatura inaccettabile.

Avevamo chiesto che l'introduzione dell'uso del certificato verde fosse estesa a tutti e non solo alle solite categorie, ma purtroppo non siamo stati ascoltati. Adesso si chiede a bar, ristoranti e affini di assumere addirittura il ruolo di pubblico ufficiale: è evidente che si tratta di una distorsione assoluta. Dall'inizio della pandemia, e persino nei momenti più delicati, la procedura dell'autocertificazione è stata alla base di tutte le norme varate, non si capisce perché adesso questa procedura non vada più bene”.

“In piena stagione turistica, queste nuove norme introducono ulteriori ostacoli, penalizzazioni economiche e nuove difficoltà al già difficile lavoro di imprenditori i cui incassi sono già stati decimati dalla pandemia” - aggiunge il direttore di Confcommercio: “In linea di principio saremmo anche favorevoli al green pass, ma considerando che il numero delle vaccinazioni è ancora relativamente basso, avremmo introdotto l'obbligo più in avanti nel tempo. Anche perché per le imprese del comparto turistico agosto è il mese più importante dell'anno, e considerando che c'è una parte significativa di persone non ancora vaccinate, si continueranno a perdere soldi e incassi. Pensiamo alla disparità di condizione in tante famiglie, dove magari un genitore è vaccinato e l'altro no, oppure alla complessa questione del vaccino ai minorenni”.

Confcommercio continuerà la propria battaglia per modificare queste gravi anomalie che vanno a colpire le sole imprese del turismo, praticamente le uniche vessate da 17 mesi a questa parte” - conclude il direttore.

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