Maggio musicale, concerto di fine anno con i fiocchi

Ore 18: Zubin Mehta dirige Coro e Orchestra per l'ottava e la nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 dicembre 2021 15:39
Maggio musicale, concerto di fine anno con i fiocchi

Firenze, 29 dicembre 2021 – Venerdì 31 dicembre 2021 alle ore 18, il Teatro del Maggio saluta il 2021 con un importante appuntamento sinfonico: il direttore emerito Zubin Mehta sarà sul podio della sala grande del Maggio, alla guida del Coro e dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, per concludere l’anno con due sinfonie di Ludwig van Beethoven. Al fianco del Maestro un cast di grande interesse: il soprano Mandy Fredrich, il mezzosoprano Marie-Claude Chappuis, il tenore AJ Glueckert e il basso Franz-Josef Selig.

In cartellone la Sinfonia n. 8 in fa maggiore op. 93 e la celeberrima Sinfonia n. 9 in re minore op. 125 per soli, coro e orchestra. Il maestro del Coro è Lorenzo Fratini.

Il concerto chiude un 2021 complesso ma ricco di grandissime soddisfazioni e che ha visto il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino affermare il suo nome grazie all’impressionante produzione lirica e sinfonica offerta a partire sin dall’inizio dell’anno con una attività che non ha praticamente conosciuto soste quando tutti gli appuntamenti previsti - e, per quanto riguarda le opere, tutti nuovi allestimenti - nel cartellone del 2021 sono stati realizzati, anche se all’inizio “a porte chiuse” per poterli trasmettere sulle piattaforme digitali Tact1, Operabase e ItsArt.

Dal 26 aprile 2021, poi, il Maggio è stata la prima Fondazione lirico sinfonica ad aprire al pubblico quando Daniele Gatti, nominato nel luglio di quest’anno direttore principale dell’Istituzione, ha inaugurato l’83esima edizione del Festival con il concerto sinfonico dedicato a Igor Stravinskij. Il giorno dopo, il 27 la prima opera con il pubblico (500 persone la capienza concessa) Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea con Daniel Harding sul podio e la regia di Frederic Wake -Walker.

Dopo l’opera di Cilea, sono seguite La forza del destino (direttore Zubin Mehta, regia Carlus Padrissa), Il ritorno di Ulisse in patria (direttore Ottavio Dantone, regia Robert Carsen, messa in scena al Teatro La Pergola), Siberia (ultimo titolo del Festival con la direzione di Gianandrea Noseda e la regia di Roberto Andò) e alla ripresa dell’attività subito dopo la pausa estiva, il Così fan tutte (direttore Adam Fischer, regia di Sven-Eric Bechtolf), La traviata (direttore Zubin Mehta, regia di Davide Livermore), Linda di Chamounix (direttore Michele Gamba, regia di Cesare Lievi), Rigoletto (direttore Riccardo Frizza, regia di Davide Livermore), Falstaff (direttore sir John Eliot Gardiner, regia di Sven-Eric Bechtolf), Madama Butterfly (direttore Francesco Ivan Ciampa e la regia di Chiara Muti) fino a Fidelio (direttore Zubin Mehta, regia di Matthias Hartmann), prima opera lirica messa in scena nel nuovo auditorium Mehta.

Sul versante sinfonico si ricordano i numerosi concerti diretti da Zubin Mehta, Ivan Fisher, Myung-Whum Chung, sir John Eliot Gardiner, Klaus Mäkelä, Lahav Shani, Manfred Honeck, Philippe Jordan, Daniele Gatti, Riccardo Muti, Valery Gergiev, Daniel Harding, Gianandrea Noseda e poi il concerto di canto con Anna Netrebko e i concerti con Rudolf Buchbinder, Daniil Trifonov, Daniel Barenboim, Pinchas Zuckerman, Amanda Forsythe. Importantissime e significative anche le tournée che hanno visto l’Orchestra e il Coro del Maggio Musicale Fiorentino- prima istituzione musicale italiana a esibirsi in diverse città europee nel periodo successivo all’allentamento delle restrizioni dovute alla pandemia – a essere invitata sui palcoscenici di alcune prestigiose sale da concerto e teatri europei: da Salisburgo al Festival di Pentecoste con un concerto e con Tosca in forma concertante (eseguita anche a Firenze), a Grafenegg, Budapest ( direttore Lorenzo Viotti), Atene, Amburgo, Linz, Vienna, Muri, Lussemburgo, Dortmund, fino a Dubai per l’Expo tutti con il maestro Mehta sul podio.

Oltre a queste puntante internazionali, il Maggio non ha scordato il territorio toscano con i concerti a Massa, Arezzo, Grosseto e inoltre numerosi sono stati gli eventi del Maggio Metropolitano, un progetto rivolto ai Comuni della Città Metropolitana di Firenze con l'obiettivo di potenziare il rapporto tra cittadinanza metropolitana e Maggio e che ha visto gli artisti del Coro e dell’Orchestra del Maggio esibirsi in tutti i comuni dell’area metropolitana di Firenze. Infine, l’apertura del nuovo Auditorium “Zubin Mehta”, a dieci anni esatti - era il 21 dicembre 2011 - dall’inaugurazione del “nuovo” Teatro, il 21 dicembre 2021 alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il concerto di fine anno vedrà sul palcoscenico un cast di grande interesse: il soprano Mandy Fredrich, formatasi artisticamente alla Universität der Künste di Berlino e alla Hochschule für Musik und Theater di Lipsia, presenza costante nelle programmazioni dei più importanti teatri lirici come la Staatsoper di Berlino, il Teatro alla Scala, o il San Carlo di Napoli. Recentemente si è esibita al fianco del maestro Zubin Mehta nel concerto del 24 novembre 2021 fra i protagonisti dell’esecuzione di Die Schöpfung di Franz Joseph Haydn al Teatro del Maggio e nel concerto tenutosi a Massa il 3 luglio 2021, tra le voci soliste anche allora della Sinfonia n.

9 in re minore di Ludwig van Beethoven. Al suo fianco il mezzosoprano Marie-Claude Chappuis, anche lei tra le protagoniste del concerto del 3 luglio. La cantante elvetica, formatasi presso l’ Universität Mozarteum di Salisburgo e già un nome di grande rilievo internazionale, ha collaborato con alcuni dei più prestigiosi festival e teatri lirici al mondo, oltre ad aver lavorato al fianco di alcuni fra i più grandi direttori d’orchestra quali René Jacobs, Riccardo Muti, John Eliot Gardiner e Riccardo Chailly.

Marie-Claude Chappuis è stata inoltre tra i protagonisti del concerto per Firenze svoltosi il 22 dicembre 2021 nel nuovo auditorium “Zubin Mehta”. Il quartetto delle voci soliste è completato dal tenore AJ Glueckert, dotato di un ampio repertorio, che si estende da Wagner a Donizetti, da Strauss a Puccini che è al suo debutto assoluto sulle scene del Maggio, e dal basso Franz-Josef Selig, da anni presenza costante sui palcoscenici dei più importanti teatri al mondo è stato anche lui tra i protagonisti del concerto per Firenze eseguito il 22 dicembre ed è inoltre attualmente impegnato nel ruolo di Rocco nelle recite di Fidelio di Ludwig van Beethoven diretto da Zubin Mehta per la regia di Matthias Hartmann, in programma in questi giorni sempre nel nuovo auditorium.

Il programma

Sinfonia n. 8 in fa maggiore op. 93

La composizione dell’Ottava impegnò Beethoven nei mesi estivi del 1812, un tempo relativamente breve per lui, anche se i numerosi schizzi e abbozzi dell’opera restituiscono la misura del lavoro minuzioso operato dal compositore per eliminare ogni orpello superfluo dalla sua nuova creazione. Dopo una prima esecuzione privata nella residenza dell’arciduca Rodolfo, la Sinfonia n. 8 in fa maggiore op. 93 debuttò nel 1814 al Burgtheater di Vienna senza suscitare, tuttavia, il consueto entusiasmo di critica e pubblico.

Rispetto alle sorelle maggiori quella ‘piccola sinfonia’, come la definiva lo stesso autore, ha infatti caratteristiche inusuali: dimensioni ridotte, leggerezza di spirito e un apparente ritorno a sonorità e forme settecentesche che lasciarono dubbiosi gli ascoltatori. Dei quattro movimenti i più curiosi sono indubbiamente quelli centrali. Tra l’Allegro di apertura e il gioviale Rondò finale Beethoven incastona due movimenti a sorpresa: un Allegretto al posto dell’Adagio, una sorta divertimento che sottolinea maggiormente il carattere gioioso dell’opera, e un Minuetto in sostituzione dello Scherzo, dove la sinfonia indossa abiti volutamente retrò muovendosi pomposamente a passo dell’antica danza.

Sinfonia n. 9 in re minore op. 125 per soli, coro e orchestra

Ultima creatura sinfonica beethoveniana, la Sinfonia n. 9 in re minore op. 125 “Corale” segnò un punto di non ritorno nella storia della musica; dopo la Nona nessun compositore poté più cimentarsi nel genere senza fare i conti con quel modello di arte insuperabile lasciato in eredità dal Maestro di Bonn. La genesi dell’ultima sinfonia di Beethoven parte da lontano, da quando, nel 1793, l’autore espresse il desiderio di voler mettere in musica l’Ode alla gioia di Friedrich Schiller.

Il messaggio di libertà e fratellanza contenuto nei versi dell’Ode si sedimentò nella mente del giovane compositore tanto che nel 1795 compose un lied, Gegenliebe, in cui compare allo stato embrionale quella melodia che in seguito avrebbe preso forma definitiva nell’Inno alla gioia della Sinfonia n. 9. Analogie ancora più evidenti si ritrovano anni dopo nella Fantasia corale op. 80, una sorta di laboratorio preparatorio della Nona Sinfonia alla cui composizione Beethoven si dedicò dal 1822 ai primi mesi del 1824.

Il debutto - al Theater an der Wien il 7 maggio 1824 - fu preceduto da prove estenuanti, rese ancor più difficili dal fatto che a dirigere fosse Beethoven stesso, ormai completamente sordo e non più in grado di guidare l’orchestra. Tuttavia questo non inficiò il successo della sua ultima sinfonia, che da subito fu salutata come un capolavoro assoluto. Quale cartina di tornasole, la Sinfonia n. 9 compendia infatti tutte le conquiste musicali maturate negli anni da Beethoven: dalla libertà di forma - con il quarto movimento in cui per la prima volta nella cornice sinfonica la musica strumentale cede il passo alla voce umana - all’uso magistrale della variazione e del contrappunto, dalle affinità tematiche che si rincorrono nell’opera dando un senso di ciclicità e unitarietà alla partitura, fino al messaggio universale di fratellanza cantato dai solisti e dal coro nel movimento finale.

Prezzi:

Visibilità limitata e ascolto: 15€ - Galleria: 50€ - Palchi B: 90€ Palchi A: 150€

Platea 4: 90€ - Platea 3: 120€ - Platea 2: 150€ - Platea 1: 180€

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