Maggio, lettera aperta di Chiarot a Pereira

Cellai e Draghi (Fdi): "Non vi erano ragioni per sollevare dall'incarico l'ex sovrintendente". Critica anche Spc

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 giugno 2022 17:23
Maggio, lettera aperta di Chiarot a Pereira

La lettera aperta dell'ex sovrintendente del Maggio musicale fiorentino Cristiano Chiarot rivolta al successore Alexander Pereira per rispondere alle dichiarazioni, lette sulla stampa, di quest'ultimo circa la condizione economica del Maggio, dopo le polemiche legate alle sue spese a carico della Fondazione lirica, suscita la reazione dei consiglieri di Fratelli d'Italia Jacopo Cellai e Alessandro Draghi. "Affermando che senza il tuo arrivo il Maggio sarebbe fallito - scrive Chiarot - dichiari qualcosa che stride con i fatti". Citando la nota integrativa al bilancio consuntivo 2019, Chiarot ricorda che "il risultato d'esercizio si era chiuso con un avanzo di poco meno 1,3 milioni", un risultato ottenuto "senza poste straordinarie, senza ammortamenti e dimostrando l'efficacia del percorso di risanamento intrapreso".

"Sul Maggio – dichiarano Cellai e Draghi –, appare sempre più evidente come la destituzione di Chiarot, sovrintendente che aveva portato finalmente un equilibrio in Teatro e che venne applaudito a scena aperta anche dalle opposizioni a fine del mandato scorso, sia nata per scegliere un Soprintendente gradito al Ministero, che il sindaco aveva interesse a seguire in vista del suo futuro. Non vi erano ragioni per sollevare dall'incarico Chiarot, e per mettere un Soprintendente che Milano aveva congedato per ragioni analoghe a quelle che Fratelli d’Italia ha portato alla luce in questi giorni".

“Non c’era bisogno di una lettera aperta di Cristiano Chiarot per sapere che la sua sovrintendenza era attenta anche alla sostenibilità del bilancio, oltre che al portare il pubblico del territorio al Maggio Musicale.

Ma bene ha fatto a scriverlo. Perché ieri. nel Salone de’ Dugento – ricordano i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi e Antonella Bundu – la Giunta non ha voluto rispondere su questo punto, limitandosi a dirsi dalla parte di Pereira.

Quindi il Presidente della Fondazione - il Sindaco, che ieri mancava dall’aula - pensa che solo il nuovo Sovrintendente poteva salvare il teatro, ritenendo sbagliata la gestione precedente?

Era una domanda semplice, a cui non si è voluto rispondere.

Le dimissioni di Chiarot sono legate direttamente alle scelte di governo di questa Amministrazione.

Le politiche culturali sono fondamentali per il territorio e per le fondazioni lirico-sinfoniche sostenute dai contributi pubblici. Magari – concludono Palagi e Bundu – non importa a un certo tipo di turismo, ma importa alla città”. 

In evidenza