Lux, Firenze nel mondo: Monica Guerritore in Sala Vanni

​Domenica 6 novembre originale recital di musica e letture

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 novembre 2022 10:22
Lux, Firenze nel mondo: Monica Guerritore in Sala Vanni

Domenica 6 novembre ore 11 in Sala Vanni a Firenze, Suoni Riflessi presenta Lux, Firenze nel mondo, un originale recital di musica e letture con Monica Guerritore e Ilaria Baldaccini al pianoforte. Saranno eseguite musiche di Schoenberg, Dallapiccola, Lupi, Messiaen, Britten, Bussotti, Zangelmi, Luporini. la scelta dei testi è a cura di Piero Meucci.

Firenze fu nel dopoguerra una fucina di ispirazioni sociali, artistiche, spirituali, animata da personaggi indimenticabili come La Pira, Balducci, Luzi, Michelucci, Turoldo, Don Milani e per la musica Dallapiccola, Lupi e molti altri. Attraverso le musiche e i testi di questi personaggi, rivive il fervore spirituale di allora. Il progetto vede la graditissima presenza di una grande attrice che ha con Firenze un forte legame affettivo, Monica Guerritore.

Sabato 5 novembre alle 18 invece, l'appuntamento è con Svelare la Musica, l’incontro di formazione del pubblico per capire come si declina musicalmente il periodo più fervente della Firenze del dopoguerra unito alle musiche ai testi significativi di quella temperie in compagnia di Monica Guerritore, Ilaria Baldaccini, Piero Meucci, Mario Ancillotti.A proposito di quel periodo storico, ecco le parole di Piero MeucciA Firenze fra il 1946 e il 1960 vennero a determinarsi circostanze particolari che si possono riassumere in una straordinaria omogeneità fra chi deteneva il potere, cioè il controllo, per quanto possibile, della gerarchia, e chi metteva in discussione questo potere non per contestarlo o rovesciarlo, ma per indirizzarlo verso un progetto nuovo.La svolta fu l’elezione a Firenze di Giorgio La Pira, personaggio che si era distinto per il suo antifascismo rigorosamente ancorato ai valori cristiani della pace, della fratellanza e della solidarietà umana, certamente la figura più singolare e importante del secondo dopo- guerra fiorentino.

Così Firenze diventò la città più in consonanza con quanto di più avanzato si studiava e si attuava in Europa anche in termini di politiche per la protezione delle classi meno abbienti.E un siciliano professore di Diritto Romano poteva mettere tutti allo stesso tavolo cattolici, socialisti, comunisti, le tre famiglie politiche nate dalla Resistenza al fascismo: La Pira nominò Firenze “la città sul monte, la città della pace e della conciliazione” e fu l’elemento catalizzatore del meglio che ciascuna componente culturale della città poteva offrire.Di là, dall’altra parte di via Calzaioli, in piazza del Duomo, risiedeva un’altra personalità, il cardinale Elia Dalla Costa, che è il secondo pilastro sul quale si innestò il movimento rinnovatore.

La chiesa di Dalla Costa era espressione di una fede rigorosa, ma orientata alle esigenze dell’uomo piuttosto che a quelle degli equilibri del potere. Pontefice dell’Antico Testamento, come è stato definito, le finestre della sua sede episcopale rimasero chiuse quando la Firenze fascista festeggiò Adolf Hitler nel 1939 e le sue porte rimasero aperte per tutti i perseguitati.Quella che La Pira e Dalla Costa ispiravano era una comunità di intenti e di fede, laici e preti, intelligenze e profonde aspirazioni, vocazioni diverse, spiriti alla ricerca di contenuti concreti da dare ai valori cristiani.

Non si trattava solo di praticare le virtù cristiane, ma anche di disegnare il volto della democrazia repubblicana, configurando prima di tutto una società più giusta e solidale. Fu una generazione di giovani di grande valore, stupefacente per numero e per qualità con scelte diverse sempre sofferte e sempre vissute nel nome dell’onestà e dell’autenticità che hanno influenzato e favorito la nascita di quell’originale laboratorio politico ed ecclesiale che fu la Toscana degli anni 50 e 60.Il progetto fiorentino si introduceva nelle contraddizioni del sistema bipolare della guerra fredda, cambiava le regole del gioco e disorientava dunque gli attori del confronto internazionale.

Ma il seme gettato è stato fecondo. Le persone che avevano lavorato a quel progetto nei loro campi hanno dato ciascuno un contributo che resta un patrimonio da cui attingere idee e speranza per dare forza a principi di convivenza, di laicità, di dialogo più avanzato. Come sempre i grandi movimenti in- tellettuali e sociali provocano ( ma sarebbe più giusto “sono anticipati da” ) altrettanti movimenti artistici: poesia, architettura, letteratura, musica sono sempre stati anticipatori e poi testimoni di certi sviluppi e così è stato anche in questa vicenda fiorentina.

In evidenza