L'Università di Firenze produrrà i reagenti mancanti per le analisi dei tamponi

Iniziativa congiunta con AOU Careggi. Entro sabato i laboratori interessati ad effettuare i test dovranno dichiararsi disponibili. La denuncia del referente Uiltrasporti Massa Carrara, Angelo Lieti: "Discriminati lavoratori cooperative appalto Asl". Stella (FI): "Regione apra a test in strutture private, serve libertà di scelta. Da privati aiuto importante a velocizzare operazioni di screening"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 aprile 2020 18:47
L'Università di Firenze produrrà i reagenti mancanti per le analisi dei tamponi

Un laboratorio dell'Università di Firenze produrrà gratuitamente il reagente necessario all'analisi dei tamponi per il COVID-19. Un contributo che sosterrà lo svolgimento di quest'azione indispensabile presso l'Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi e l'ISPRO. Uno dei reagenti che si impiegano nel protocollo di analisi del tampone - in particolare quello indispensabile che serve a inattivare l'infettività del virus per poi procedere in sicurezza all'analisi via PCR per la positività/negatività – sta scarseggiando e già nei giorni scorsi si è resa evidente la difficoltà dell'approvvigionamento presso le aziende produttrici. Di qui la richiesta che la direzione sanitaria dell'AOUC ha rivolto all'Ateneo. Da un primo esame e dalla bibliografia disponibile è emerso che la formulazione del prodotto poteva essere determinabile, fermo restando che le schede tecniche dei prodotti utilizzati normalmente, in quanto coperti da brevetto, non sono esaustive. Su incarico del rettore Luigi Dei, la sostanza è stata analizzata da Sandra Furlanetto, docente di Chimica analitica che, con Giuseppe Pieraccini direttore tecnico del Centro di servizi di spettrometria di massa dell'Ateneo, ne ha individuato la formulazione.

In questa settimana sono stati prodotti quattro campioni a differente grado di purificazione, poi testati dal laboratorio di Gian Maria Rossolini a Careggi, in parallelo con il reagente certificato. Tutti e quattro hanno superato le verifiche. Nella giornata di oggi, quindi, i tecnici dell'Università, sotto la guida di Stefano Rocchi del Dipartimento Neurofarba e con la supervisione della prof.ssa Furlanetto, prepareranno e consegneranno i primi 6 litri di reagente, sufficiente per circa 6.000 tamponi.

"Siamo felici e orgogliosi – ha detto il rettore Luigi Dei - di avere contribuito, grazie alla sapienza e alla professionalità dei nostri colleghi, a risolvere un problema critico per la nostra sanità, a riprova della fondamentale importanza della ricerca e dell'innovazione, del ruolo che l'Università può svolgere nell'ambito delle aziende ospedaliero-universitario. Grazie all'Azienda Careggi per averci dato questa opportunità, pronti a collaborare istituzionalmente per risolvere problemi e guardare avanti".

“Sono molto grato all'Università di Firenze e ai docenti e ricercatori del Dipartimento di Chimica – ha affermato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi -. Con il loro lavoro e la loro determinazione sono riusciti a individuare la formulazione di uno dei preziosi reagenti impiegati nell'analisi del tampone molecolare. È una grande notizia, importantissima nell'emergenza sanitaria. In questi giorni avevamo cominciato a registrare la scarsità di questo reagente e proprio oggi sono arrivati i primi litri di quello autoprodotto nell'Università di Firenze. Siamo fra i pochi al mondo ad essere in grado di autoprodurre questa sostanza tanto preziosa per la microbiologia applicata al Covid-19 e così difficile da reperire nei mercati di tutto il mondo. Questa notizia è la conferma che l'alleanza tra Università e sistema sanitario ci aiuterà a contrastare questa pesante epidemia”.

Tra breve anche i laboratori privati potranno effettuare i test rapidi per la rilevazione del Coronavirus, a tariffe convenzionate. E' quanto prevede la manifestazione di interesse pubblicata dall'Ente di supporto tecnico amministrativo regionale per conto della Regione Toscana. Entro le 18 di sabato 11 aprile tutti gli istituti di analisi privati che dispongano di un laboratorio idoneo e che vogliano effettuare i test rapidi per la rilevazione del Covid 19, dovranno inviare ad Estar una posta elettronica certificata indicando la loro disponibilità e il prezzo richiesto per effettuarli. Si tratta sia dei tamponi molecolari per la rilevazione della presenza virale che dei test rapidi Covid19 IgG ed IgM per la rilevazione qualitativa e quantitativa di IgG e IgM anti-SARS-CoV-2 in campioni di sangue intero, siero o plasma umano. Si esplicita che l’accettazione da parte di Regione Toscana della proposta pervenuta, comporta, fermi restando i rapporti contrattuali in essere con aziende private sottoscritti precedentemente al 3 aprile scorso, l’adesione in via esclusiva alla programmazione della Regione Toscana in tema di prevenzione e controllo della infezione da Covid19, con la quale la Regione stessa darà indicazione alla progressività dei test da effettuarsi sulla popolazione, identificata attraverso specifici clusters. Si precisa che, in aggiunta alle indagini commissionate direttamente dalla Regione Toscana e i cui costi saranno sostenuti dalla stessa sulla base delle tariffe concordate, i laboratori convenzionati avranno la facoltà di effettuare prestazioni, alle stesse tariffe, nei confronti di soggetti appartenenti comunque alle categorie delle filiere produttive essenziali non soggette a chiusura. Nell’aderire al programma regionale i laboratori convenzionati saranno obbligati a inviare, secondo procedure definite dalla Regione Toscana, i risultati dei test eseguiti, nel rispetto della legge sulla privacy, attraverso l’apposita piattaforma informatica. Sarà cura della Regione Toscana identificare gli ambiti di riferimento da indagare attraverso l’accordo con i singoli operatori privati, tenendo conto anche della loro capacità produttiva e della loro collocazione geografica.

Gli eventuali accordi contrattuali saranno stipulati direttamente dalle Aziende USL competenti territorialmente.

In aggiunta alle indagini commissionate direttamente dalla Regione Toscana, i cui costi saranno sostenuti dalla stessa sulla base delle tariffe concordate, i laboratori convenzionati avranno la facoltà di effettuare prestazioni, alle stesse tariffe, nei confronti di soggetti appartenenti comunque a tutte le categorie identificate dalla Regione Toscana.

“Tutti i lavoratori dovrebbero essere uguali di fronte all’emergenza ma, evidentemente, alcuni lavoratori sono più uguali degli altri. E altri meno”. Angelo Lieti, referente Uiltrasporti per il settore delle cooperative che operano nelle strutture sanitarie dell’Usl Toscana nord ovest, non ci sta a restare impassibile di fronte a una evidente discriminazione fra quelli che sono i dipendenti diretti dell’azienda sanitaria e gli operatori delle cooperative in appalto. “ In questa fase di emergenza, diverse decine di lavoratori delle cooperative sono ancora in servizio fra Noa, distretto di via Bassa Tambura, Aulla, Montignoso, Pontremoli, Fivizzano e Monoblocco di Carrara.

Insomma decine e decine di dipendenti. Non sono dipendenti Asl – prosegue Lieti -, non sono profili sanitari ma alla fine lavorano direttamente per l’azienda sanitaria, all’interno delle sue strutture a contatto diretto con il pubblico, con medici, infermieri, Oss e tutti gli altri. Eppure non hanno le stesse tutele da parte dell’Asl. Sono lavoratori che operano ai Cup, delle cooperative Rekeep (ex Manutencoop) e Cooplat. Alcuni prestano servizio persino in radiologia, in altri reparti diagnostici ed inseriscono richieste e documentazioni.

Sono dentro all’ospedale, vicino ai reparti Covid19 ma non vengono considerati e tutelati come gli altri”. E qui il referente Uiltrasporti incalza e ci va giù duro, mostrando tutti i limiti della gestione attuale: “Allora, partiamo da un dato di fatto. Agli operatori del Cup via Bassa Tambura, Noa e Carrara hanno consegnato una sola mascherina a testa. Sapete quando? Il 24 marzo. Più di due settimane fa. Poi basta. Ognuno si è dovuto arrangiare come ha potuto.

Qualcuno dirà che non ci sono mascherine ma sbaglio oppure anche a Massa diverse aziende hanno iniziato a produrle e venderle? Qualcuno magari potrebbe dire che non sono a norma o autorizzate e via dicendo. Ma quale sicurezza può dare una mascherina messa per quindici giorni? Hanno predisposto un protocollo che prevede di fare tamponi e analisi del sangue a tutto il personale Asl ma non agli operatori delle cooperative. Ma stiamo scherzando? Questi lavorano fianco a fianco, negli stessi ambienti, con i dipendenti Asl.

Devono essere tutelati, controllati come gli altri in una fase di estrema emergenza. E invece niente. Non hanno neppure mascherine o Dispositivi di protezione individuale, non gli fanno i tamponi o le analisi. Come la dobbiamo chiamare se non discriminazione vera e propria? E ora – conclude – la ciliegina sulla torta. Alcuni di questi lavoratori sono stati chiamati a entrare in servizio al Monoblocco, dove da sabato diventerà operativo un reparto Covid19. Mandati alla guerra con le scarpe di cartone.

Non è accettabile questa discriminazione da parte dell’Asl”.

"La Regione Toscana apra davvero alla possibilità, per gli istituti di analisi privati, di effettuare test sierologici rapidi che potrebbero garantire un vero screening di massa. I provvedimenti parziali e condizionati di queste ore non vanno bene e non sono chiari. Oltre che un aggravio ulteriore per la macchina sanitaria pubblica, il provvedimento costituisce un evidente impedimento all'esercizio della libertà di scelta dei cittadini. Ci auguriamo che nelle prossime ore il governatore Rossi dia il via libero definitivo in questa direzione".

Lo chiede il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella (Forza Italia). "Ci sono laboratori di analisi toscani, di alto livello che hanno strumentazioni in grado di fare test automatizzati, che garantiscono una grande precisione a livello diagnostico. Questi istituti sanitari privati - sottolinea Stella - hanno centinaia di richieste di poter fare questi test da parte di singoli cittadini, ma anche di aziende che prima di riprendere l'attività vogliono fare uno screening dei loro dipendenti.

E' veramente incomprensibile questa mentalità statalista che vuole escludere i privati, quando invece una sana collaborazione tra pubblico e privato aiuterebbe a velocizzare le operazioni di screening, rispettando la libertà di scelta dei cittadini".

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