L'educazione civica torna nelle scuole italiane grazie a Firenze

Approvata oggi in Senato con nessun voto contrario la legge che reintroduce la materia come insegnamento obbligatorio: proposta partita da Palazzo Vecchio e fatta propria dall'Anci. Nardella: "Il bello delle cose giuste". Giachi contenta ma con riserva: "Cambiato il nome, non mette risorse aggiuntive e non dice chi la insegnerà". Anche Toccafondi polemico

Redazione Nove da Firenze
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01 agosto 2019 18:27
L'educazione civica torna nelle scuole italiane grazie a Firenze

(DIRE) Bari, 1 ago. - "L'approvazione della legge che reintroduce l'educazione civica come insegnamento obbligatorio e ampliandone il perimetro, è un traguardo importante, un traguardo anche nostro, dei sindaci italiani e di quei centomila cittadini residenti in migliaia di Comuni, che entusiasticamente ci hanno appoggiato sottoscrivendo la proposta di legge che abbiamo voluto di iniziativa popolare". Lo dichiara il presidente dell'Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro. Il testo approvato dal Senato recepisce diversi suggerimenti della proposta di legge lanciata dal Comune di Firenze e fatta propria dall'Anci come la declinazione delle materie di insegnamento che vanno dallo studio della Costituzione, delle istituzioni dello Stato Italiano e dell'Unione europea, l'educazione ambientale, digitale, dei diritti umani, elementi del diritto del lavoro, educazione alla legalità, rispetto dei beni comuni; l'insegnamento oggetto di valutazione autonoma con un monte orario non inferiore alle 33 ore annue e la possibilità per i Comuni di collaborare organizzando iniziative con le scuole, in particolare riguardo al funzionamento delle amministrazioni locali e dei loro organi e alla conoscenza storica del territorio; percorsi di formazione per i docenti.

"Noi crediamo che attraverso l'educazione civica si possa formare una migliore coscienza civile nei cittadini di domani - conclude Decaro - Attraverso una partecipazione sentita e dal basso ai valori e ai beni comuni si puòdavvero migliorare la qualità della vita nelle nostre città. È il rispetto di quei beni e di quei valori comuni, che purtroppo a volte perché di tutti vengono percepiti come se fossero di nessuno, a fare di noi una comunità". (Dire)

I sì dei senatori al Ddl sono stati 193, nessun no e 38 gli astenuti.

Chiaramente contento il sindaco di Firenze Dario Nardella, che commenta su Facebook: "Che bella notizia, il ddl sull’educazione civica a scuola da oggi è legge! Questa proposta partita da Firenze ha conquistato destra e sinistra: è il bello delle cose giuste, delle cose che hanno un senso. Un grazie speciale ai tutti i sindaci che con la raccolta firme l’hanno portata in Parlamento".

Soddisfatta ma con una punta di polemica la vicesindaca di Firenze e presidente della commissione istruzione, politiche educative ed edilizia scolastica dell’Anci Cristina Giachi: “Dal punto di vista tecnico di chi aveva scritto il disegno di legge presentato da Anci e solo in minima parte accolto – ha commentato  – possiamo dire che si sarebbe potuto fare molto di più. Il governo infatti ha molto snaturato la proposta originaria: dal cambiamento del nome, nella nostra proposta si parlava di educazione alla cittadinanza non di educazione civica, alla previsione dell’organico, e delle risorse da investire che erano presenti nella proposta di Anci. Questa legge non mette risorse aggiuntive e soprattutto non dice chi insegnerà la materia. Tuttavia dobbiamo considerare che comunque un primo traguardo è stato raggiunto – ha concluso Giachi – una parte di quel che dicevamo noi è stata accolta e di questo siamo felici.

Sará prevista l’attività dei comuni, ad esempio. E l’ora diventa obbligatoria e questo è fondamentale”.

Polemico anche il deputato fiorentino Gabriele Toccafondi, ex sottosegretario all'Istruzione: “Sono assolutamente favorevole al ritorno dell’insegnamento dell’Educazione Civica a scuola, ma quel che trovo inaccettabile è usare la scuola come strumento di propaganda. Perché è inutile fare un provvedimento e poi non dotarlo di alcuna risorsa per farlo funzionare come sta facendo il Governo”, commenta. “Il problema – aggiunge Toccafondi – è che, per chi ci governa, conta di più un titolo sul giornale che la formazione dei nostri ragazzi.

Infatti la proposta del Governo è vuota: entra una nuova materia, ma non arrivano né nuovi insegnanti specializzati in quella materia né sono previste risorse aggiuntive. Si tratta così di 33 ore di lezione che saranno fatte da professori di tutte le discipline, magari a turno, da decidere via via o all’inizio dell’anno. Una materia che sarà strumento di valutazione per gli studenti, ma i voti saranno decisi da un coordinatore che dovrà sentire tutti i docenti che durante l’anno hanno svolto le lezioni senza che sia prevista una formazione ad hoc per coloro che dovranno insegnare la materia”.

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