Lavoro, Centri Impiego: esiste un modello Toscana contro il Caos?

Forti le criticità attualmente presenti in termini di risorse umane e finanziarie dei CPI a livello nazionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 maggio 2017 15:53
Lavoro, Centri Impiego: esiste un modello Toscana contro il Caos?

Da quando le Regioni hanno avuto le competenze in materia di formazione e lavoro i Centri per l'impiego della sola Toscana hanno svolto un grosso ruolo e nel 2016 i nostri circa 800 addetti hanno ricevuto circa 292.000 lavoratori per sbrigare quasi 1 milione di pratiche. "Importante l'impegno preso dal ministro Poletti di stabilizzare nel 2018 il quadro nazionale del collocamento al lavoro, ma soprattutto credo sia importante che metta a disposizione risorse per rafforzare ancora i Cpi" ha commentato il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi.Un sistema in crisi quello dei Centri per l'Impiego che ha visto in Toscana recenti polemiche in merito al caso dei dipendenti precari che anziché aiutare i cittadini a trovare un lavoro sono scesi in strada perché hanno rischiato di perdere il proprio di posto.Una tragicommedia che proprio in questi giorni vede la sottoscrizione della nuova convenzione attuativa dell'Accordo per l'anno in corso, ma ancora non sono state definite le condizioni strutturali per la prosecuzione dei servizi dal 2018.Intanto ci sarebbe anche chi, migliaia di toscani, fuori dal Centro per l'Impiego, cerca un impiego.La ricetta proposta dalla Toscana? La Regione ha puntato su un modello di governance pubblica, rafforzata da una integrazione col privato.

L'assessore regionale a lavoro, istruzione e formazione Cristina Grieco, è intervenuta al convegno su "Politiche attive e servizi per il lavoro: il modello toscano" alla presenza del ministro Giuliano Poletti e del presidente Enrico Rossi: "La Regione Toscana sostiene da tempo con convinzione l'esigenza di sviluppare una visione congiunta delle Regioni e delle Province autonome per la governance e per l'organizzazione di un nuovo sistema delle politiche attive e dei servizi per il lavoro che abbia una vocazione nazionale, e sia radicato nei territori con una rete di strutture/agenzie regionali.

Per questo, già prima dell'approvazione della legge di riforma del mercato del lavoro, la Regione ha adottato una normativa regionale tesa a fissare gli elementi salienti del modello toscano di erogazione dei servizi per il lavoro, a partire dall'istituzione di un'Agenzia regionale. In attesa che si definisse il panorama istituzionale di riferimento, è comunque proseguito a livello regionale un percorso graduale di riallocazione dei Centri per l'impiego e del personale ex-provinciale".

Alla base, secondo Grieco, si pone l'esigenza di procedere secondo la logica della leale cooperazione interistituzionale come criterio guida per affrontare gli interventi nelle materie di competenza concorrente. "Per un modello di governance efficace del mercato del lavoro, che deve prevedere un quadro di riferimento nazionale comune – ha proseguito l'assessore - occorre fare un salto di qualità per dare continuità e stabilità organizzativa e professionale ai CPI, dopo i passaggi intermedi che le Regioni, in primis la Toscana, hanno compiuto, con atto di responsabilità, nel medio periodo per salvaguardare il sistema. La costituzione di un sistema nazionale del lavoro potrebbe oggi essere l'occasione per affrontare le criticità attualmente presenti in termini di risorse umane e finanziarie dei CPI, più volte sottolineate nelle sedi istituzionali".

"Stato e Regioni - dice Grieco - sono dunque chiamati a lavorare al nodo delle risorse umane e finanziarie necessarie per l'effettivo rilancio a regime dei servizi. In questa prospettiva appare prioritaria la questione del personale a tempo indeterminato dei CPI, che dovrebbe legittimamente poter seguire l'allocazione al livello regionale delle relative funzioni, come ribadito dalla stessa giurisprudenza costituzionale. Tuttavia per completare il trasferimento del personale in capo alle Regioni occorre che lo Stato si assuma la dovuta responsabilità finanziaria di tale processo, garantendo la piena copertura dei costi del personale . Allo stesso modo occorre ragionare per una stabilizzazione del personale precario dei CPI. Si tratta di un bagaglio di competenze professionali qualificate che non deve essere disperso. Il ministro Poletti auspica che entro il 2018 si definisca in via definitiva l'assetto in materia di mercato del lavoro".

Per quanto riguarda la Toscana, si è puntato su un modello di governance pubblica, rafforzata da una integrazione col privato. Per consolidare un percorso di omogenizzazione e di offerta di servizi sempre più qualitativi, a fine dicembre 2016 la Giunta ha approvato la Carta dei Servizi dei Centri per l'Impiego, con l'obiettivo di garantire l'informazione chiara e trasparente sui servizi erogati ispirandosi ai principi di uguaglianza, imparzialità, accessibilità, partecipazione, efficienza ed efficacia, trasparenza, continuità e gratuità.

E ha predisposto - già nel marzo 2016 - il finanziamento, con fondi europei, di una gara unica regionale per l'erogazione dei servizi dei CPI che vanno da servizi di prima accoglienza/presa in carico a consulenza personalizzata per favorire l'inserimento lavorativo o la riqualificazi one professionale, anche presentando le opportunità in materia di formazione, autoimprenditorialità o esperienze di lavoro all'estero (Eures). Nel caso di giovani utenti, i servizi riguardano informazioni e servizi relativi a programmi europei, nazionali e/o regionali dedicati specificatamente ai giovani (Giovanisì, Garanzia Giovani).

L'assessore Grieco ha concluso citando l'indagine Irpet (marzo 2017) avviata per valutare il grado di soddisfazione dei destinatari dei CPI. e che ha dato risultati lusinghieri per il sistema toscano. "Un aspetto - ha concluso Grieco - che, oltre a costituire un riconoscimento per chi nei centri lavora, ci appaga e ci dà una ulteriore spinta a completare il 'traghettamento' e a costruire un sistema stabile a partire dal 2018".Il presidente Enrico Rossi nel corso del convegno ha ricordato come la Regione sia impegnata sul tema del lavoro in modo serio e con molte iniziative, seguendo tutte le crisi aziendali, analizzandole e cercando le soluzioni migliori per salvarle, ponendosi come punto di riferimento per i sindacati, per i lavoratori e per le imprese stesse. "In Toscana non c'è una situazione di crisi abbandonata a se stessa", ha precisato.

"Per noi – ha precisato Enrico Rossi - è fondamentale poter gestire il rapporto tra domanda e offerta di lavoro. Il ricorso esclusivo al Cpi servirebbe a togliere la convinzione che per trovare lavoro bisogna avere le amicizie giuste. Nei Paesi europei civili quando si cerca un lavoro si va al Centro per l'impiego. La Toscana ci prova, ma vorremmo avere molte più risorse".

Rossi ha poi aggiunto che con il Piano per l'occupazione da 29,5 milioni di euro che presto sarà approvato dalla Giunta, "seppur di per sé non risolutivo", la Regione conta di aiutare alcune migliaia di lavoratori toscani.

"Il lavoro dovrebbe essere una priorità per tutte le forze politiche, e mi auguro che lo sia. Occorre mettere al centro la questione sociale della sofferenza, superando la precarietà legata alla disoccupazione, alle disuguaglianze, alla concentrazione dei poteri nell'alta finanza e nelle multinazionali", ha poi aggiunto .

Concludendo con un "le politiche della formazione sono un unicum con quelle del lavoro e sono in capo alle Regioni. In Toscana i risultati ci sono e sono soddisfacenti anche dal punto di vista dei numeri. Ed i Cpi sono lo snodo necessario tra la domanda e l'offerta di lavoro. L'Italia deve mettere lo stesso impegno degli altri Paesi europei, altrimenti la differenza aumenterà a nostro svantaggio. Credo che la strada da percorrere sia ancora lunga ma che la stiamo affrontando con il passo giusto".

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