"La Toscana è da zona gialla, cosa aspetta il Governo?"

Grassini e Pieragnoli, Confcommercio Pisa: "Atto dovuto. Ministro Speranza, basta perdere tempo" 75.000 lavoratori impiegati nei servizi sono a rischio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 dicembre 2020 15:12

Pisa, 10 dicembre 2020 - Che cosa aspetta il Governo a dichiarare la Toscana zona gialla? - Se lo domandano con grande preoccupazione i vertici di Confcommercio Provincia di Pisa, Federica Grassini e Federico Pieragnoli, rispettivamente presidente e direttore, in vista dell'imminente fine settimana: “Non abbiamo ancora capito se e chi si occupa seriamente della crisi economica che le imprese stanno vivendo da tutto l'anno” - denuncia la presidente Grassini rivolta al Governo: “e allo stesso tempo è incomprensibile che la Toscana debba permanere ancora in zona arancione, quando regioni messe peggio di noi dal punto di vista sanitario, penso alla Lombardia e al Veneto, sono considerate gialle. Questo è un passaggio dovuto che il Governo e in particolare il ministro Speranza debbono fare da subito, senza perdere ulteriore tempo prezioso, rischiando con la loro indecisione di buttare a mare un altro weekend pre-natalizio”.

“Pensiamo agli esercizi di vicinato, alle attività al dettaglio, ai negozi all'interno dei centri commerciali, e ancora a bar, ristoranti, pubblici esercizi in genere – spiega il direttore Pieragnoli - “particolarmente penalizzati da questo mancato passaggio da arancione a giallo. Ulteriori ritardi oltre questo fine settimana sono inaccettabili, perché affosserebbero ancora di più le nostre imprese impedendo loro, per esempio, anche di organizzare le prenotazioni del pranzo di Natale. Una chiusura d’anno che mina il presente e forse il futuro non solo della ristorazione, ma con pesanti ripercussioni sull'intero tessuto commerciale, perché meno occasioni per i pubblici esercizi significano meno opportunità per l'intera rete commerciale e distributiva”.

“Chi ci governa, a tutti i livelli, deve rendersi conto della responsabilità che si assume con questa “non decisione” e della tragedia imminente, con tutte le conseguenze sociali che ne deriveranno: solo per restare all'intero comparto dei servizi market (commercio, turismo, servizi vari) oggi rischiano seriamente lavoro e dignità oltre 75 mila persone” - concludono presidente e direttore di Confcommercio.

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