La sinistra analizza i risultati elettorali

Mazzantini e Parrini (Pd): «Serve una rigenerazione del partito»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 settembre 2022 21:21
La sinistra analizza i risultati elettorali

La conferenza stampa di analisi del voto a due giorni dalle elezioni è un appuntamento tradizionale per il Partito democratico dell’Empolese Valdelsa. Il segretario Jacopo Mazzantini ha inziato con i ringraziamenti per chi in questa campagna elettorale si è speso tantissimo: « I segretari delle unioni comunali, i segretari di circolo e tutti i volontari hanno messo a disposizione del partito il loro tempo libero e la loro passione politica per organizzare dibattiti, fare volantinaggi, cassettaggi, porta a porta e che domenica ai seggi sono stati fino a tardi a seguire gli scrutini come rappresentanti di lista. A loro e a tutti i nostri elettori va il grazie più grande e più sentito».

Poi si è passati a ciò che le urne hanno decretato: «Nell’Empolese Valdelsa il risultato del Pd è ben al di sotto delle aspettative, anche quelle più nere.

Nel nostro territorio stare sotto il 32% è una pesante sconfitta e poco ci consola essere la Federazione con il più alto risultato per il partito. Il giudizio delle urne è negativo, l’ unica nota positiva, la rielezione in Senato del nostro Dario Parrini, al quale vanno le mie congratulazioni e quelle di tutto il partito. La sua elezione garantisce:

- all’Empolese Valdelsa e alla Toscana un punto di riferimento istituzionale che è stato prezioso per cittadini, lavoratori e imprese in questi anni

- e al nostro partito territoriale una rappresentanza parlamentare che ora confido sia divenuto chiaro quanto fosse più difficile da ottenere all’esito del taglio dei parlamentari, visto che solo altre tre federazioni del PD toscano, quella fiorentina, quella pisana e quella senese portano a casa tale risultato e, quindi, le restanti nove ne restano prive, con esclusioni anche illustri».

Mazzantini si sofferma poi su alcuni errori fatti nella campagna elettorale: le alleanze risicate, una comunicazione del posizionamento post elettorale spesso contraddittoria e una propaganda più caratterizzata dallo spauracchio della destra che da nostre proposte politiche, che non si sono mai affermate al pari della flat tax del centro destra o del reddito di cittadinanza del M5S.

Detto questo la tornata elettorale consegna, oltre a un forte astensionismo, che mina la solidità del nostro sistema democratico e ci impone un maggiore attivismo sul territorio, tre messaggi politici chiari:

1- Il voto di appartenenza ogni cinque anni si riduce costantemente. La stessa affermazione di Fratelli d’Italia nell’Empolese Valdelsa sopra il 23% sta a rappresentare come, anche per una fetta importante dell’elettorato territoriale, la fiamma tricolore e ciò che rappresenta, di per sè, non induca alcun effetto respingente.

2- Il nuovo centrosinistra, che va da Calenda a Fratoianni, passando per il Movimento 5 Stelle, nell’Empolese Valdelsa come nel Paese, è maggioranza e tuttavia, a causa della incapacità di trovare una sintesi programmatica, consegna il Paese alle destre che non hanno meno elementi di differenziazione programmatica fra di loro ma che da quasi trent’anni, salvo l’eccezione del 1996, al momento delle elezioni politiche si presentano con una coalizione fatta sostanzialmente degli stessi quattro soggetti politici che si dichiarano compatibili per governare assieme e che traggono da tale rappresentazione costante una maggiore credibilità politica che si traduce in forza elettorale.

3- Prima di affrontare in chiave futura il tema delle alleanze bisogna partire dal PD, definire in modo più forte, chiaro e costante la nostra linea politica, le proposte identitarie, la leadership nazionale ed occorre riconoscere al segretario Letta di aver compreso come, a tal fine, l’interesse del partito richiedesse subito di avviare il percorso congressuale senza tatticismi.

Inizia, quindi, un’altra fase per il nostro partito e anche per il PD dell’Empolese Valdelsa.

Una fase che ha come orizzonte temporale più lungo le elezioni comunali del 2024. Un appuntamento da preparare fin da ora, con umiltà, fatica e ascolto, consapevoli che solo un tale approccio potrà consentire di valorizzare un duplice punto di forza distintivo su cui possiamo contare sul territorio.

Nessun altro partito nell’Empolese Valdelsa può mettere in campo decine di amministratori preparati e centinaia di militanti volontari disposti ad un impegno quotidiano, che è il presupposto per quel radicamento territoriale che ha bisogno di essere costantemente alimentato.

Il porta a porta riadottato nella campagna elettorale come modalità di azione politica ha confermato tutta la sua potenzialità. Proseguire con tale impostazione – conclude Mazzantini- anche dopo il voto ci permetterà di dimostrare la sincera volontà di ricostruire legami territoriali con i cittadini che il PD ha perso nel tempo, fondando su di essi il rilancio del nostro partito».

Il neo rieletto Senatore Dario Parrini si unisce ai ringraziamenti de segretario e continua l’analisi politica del risultato:«Un risultato così chiaro e netto impone una domanda: da dove si ricomincia?

Secondo me si ricomincia da un’opposizione seria e costruttiva. Ci saranno provvedimenti da contrastare e altri da migliorare, il nostro sarà un ruolo fondamentale.

Al Partito democratico occorre una rigenerazione, dobbiamo ripensare a tutto ciò che abbiamo fatto, senza farci sconti e senza furbizie, perché si vince e si perde insieme.

Dobbiamo analizzare gli errori fatti e anzitutto come ci rapportiamo ai bisogni, alle paure e alle speranze dei cittadini, metterci in discussione su tutto. Sarebbe bene che la rigenerazione riguardasse non solo il Pd ma tutta l’area di centro sinistra complessivamente intesa, un'area che è netta minoranza in Parlamento pur avendo preso nel Paese più voti della destra.

Da non sottovalutare poi il crescente astensionismo, un dato che ormai da anni è in aumento ma che non era mai aumentato così tanto da un’elezione all'altra. È un campanello d'allarme per tutti, vincitori e sconfitti. Dare risposte anche a quella parte di persone che non votano più, anche questo deve fa parte del processo di rigenerazione del partito».

"Il PD e la coalizione di centrosinistra hanno perso, in particolare a Signa con Fratelli d'Italia primo Partito al 28% circa. Questo è il dato e da qui dobbiamo ripartire. Quando un partito politico esce sconfitto dalla tornata elettorale, arrivano puntuali almeno due annunci: il primo, che verrà fatta una riflessione profonda; il secondo, che si aprirà una fase di rifondazione. Bene, che si facciano, purchè portino a qualcosa di concreto e vedano l’impegno sincero di tutti. Il Partito Democratico di Signa, in questi giorni, analizzerà il voto espresso sul territorio e, ai primi di ottobre, convocherà l’assemblea degli iscritti.

Qui, a Signa, vogliamo discutere con franchezza sul percorso che stiamo facendo e sui motivi che hanno portato a questo risultato alle elezioni. Nel 2024 ci saranno le elezioni amministrative e dovremo essere capaci di parlare ai cittadini, spiegando tutto quello che l’amministrazione ha fatto e farà nell’interesse dei signesi. Per farlo però ci vuole impegno, stando in mezzo alla gente, parlando dei temi che interessano ai cittadini e affrontandoli ovunque ci siano delle persone disposte ad ascoltare. A cominciare dai giovani, i grandi assenti alle urne.

Per questo, rivolgo un ringraziamento enorme a chi, del nostro Partito e della coalizione, in queste settimane si è speso per convincere i signesi ad andare a votare e votare PD/centrosinistra, un lavoro prezioso che sono sicuro servirà per la prossima sfida elettorale. Siamo contenti di aver contribuito all’elezione di Emiliano Fossi e di Ilaria Cucchi, siamo dispiaciuti invece che il nostro assessore Enrico Rossi non ce l’abbia fatta. Un grazie sentito, quindi, agli oltre 2000 signesi che, con il loro voto, hanno dato fiducia al PD e alla coalizione di centrosinistra. Per non commentare un’elezione così in futuro, il momento di rimboccarsi le maniche è questo" interviene Federico La Placa, Segretario PD Signa.

"In Toscana con Alleanza Verdi Sinistra abbiamo ottenuto un risultato, quasi il 5%, che lascia ben sperare per questo progetto di lotta contro le ingiustizie sociali e ambientali. Puntiamo a far crescere questo percorso che ci deve riportare obbligatoriamente sui territori e tra le comunità che stanno aspettando risposte, in un clima sociale per niente confortante se non esplosivo. Il risultato delle recenti elezioni nazionali lascia poco spazio alle interpretazioni e molto spazio alle valutazioni ,soprattutto nel centrosinistra, che deve, oggi più che mai, ritrovare un ruolo innovatore e non di puro mantenimento dello status quo.

In tutto questo, sullo scenario nazionale, la regione Toscana potrebbe rivestire un ruolo fondamentale per la ricostruzione di questa forza variegata, ma coesa, che possa dare un nuovo governo del territorio. Servono ora scelte che non portino verso le forze di centro che scollerebbero definitivamente l'assetto di centro sinistra ma, invece, si apra alle forze ecologiste e progressiste della Toscana per una vera ripartenza che possa essere un forte segnale anche a livello nazionale." Così in una nota Eros Tetti e Serena Ferraiuolo coportavoce di Europa Verde Toscana.

“Italia e Toscana: non ci sono veli a mascherare la sconfitta. Il centrosinistra ha perso. Per responsabilità in primis del Partito democratico. Non voglio dire che il Pd sia l’unico imputabile per la mancanza di accordi politici con le altre forze di centro e di sinistra. Lo sono altrettanto Calenda e Conte. Ma una volta che le alleanze sono abortite, una addirittura dopo una conferenza stampa a reti unificate disattesa nell’arco di 24 ore sui social, la pretesa dell’autosufficienza, al netto della presenza di Verdi e Sinistra, ha svelato l’inconsistenza della classe dirigente a ogni livello del Pd stesso" interviene da Arezzo il consigliere comunale di sinistra Francesco Romizi.

"L’autosufficienza è destinata alla sconfitta in virtù dell’attuale sistema elettorale, cosa di un’evidenza talmente assodata da risultare imbarazzante. Per assurdo, e cito un leader politico che non stimo affatto, poteva essere legittima quando nel biennio 2013-2015 c’era il vento in poppa e Renzi poteva tranquillamente dire: proviamoci.

Ma nell’ottobre 2022, quando anche i sassi conoscevano il trend prevalente, abbarbicarsi a una pretesa simile, senza allargare il campo - personalmente preferivo in direzione dei 5 Stelle - è stato semplicemente masochistico. Così, consegniamo a una minoranza, il 42% del 64% l’Italia. Soltanto questo dato sta a dimostrare come la partita fosse assolutamente contendibile.

C’è poi il dato Toscano che è emblematico: qui è profondo rosso, con solo l’area fiorentina a reggere. È un netto segnale di sfiducia nei confronti del Pd. Certo, anche del centrosinistra, ma devo registrare che nell’ambito di questa coalizione, il dato dell’Alleanza Verdi-Sinistra è superiore a quello nazionale.

Ad Arezzo il centrodestra canta vittoria ma ha perso voti: solo due anni fa Ghinelli ne aveva 23.638 e 23.620 rispettivamente al primo e secondo turno. Alla destra andrebbero peraltro ascritti i voti di Fabio Butali che sono altri 1.022. Ebbene, Nisini ha ottenuto 22.340 voti e Petrucci 22.401. Il centrodestra ad Arezzo è nettamente sotto il 50%. Quindi abbiamo un Fratelli d’Italia a livelli notevoli - complimenti ai veri vincitori di queste elezioni - e un centrodestra più debole, cannibalizzato dalla Meloni. Solo il dato della Lega: da 6.494 del 2020 a 3.487 voti del 25 settembre 2022. Il dato della vicesindaca Lucia Tanti è addirittura sconfortante.

Il partito democratico nel 2020 aveva 11.477 voti e a queste politiche 10.825. In città conferma il suo zoccolo duro di un aretino su 4, seppur in arretramento: è una buona base di partenza. Se verrà curata a dovere con una precisa fisionomia, senza ambiguità foriere di ulteriore astensionismo. E ora che fare? Il poeta Robert Frost ha scritto: divergevano due strade. In vista ovviamente delle prossime amministrative. Da una parte abbiamo un Movimento 5 Stelle che da 1.768 voti del 2020 passa a 4.416. Dall’altra abbiamo un’area di opinione di centro che si conferma oramai su uno standard di 4.500 voti circa: poco sopra Donati nel 2020, poco sotto i candidati della premiata ditta Renzi/Calenda. A proposito: quanto dureranno assieme queste due inconsistenti e melliflue primedonne?”.

Notizie correlate
In evidenza