Padalino: la gavetta, Zeman, Ventura e futuro (intervista esclusiva)

218 presenze e 13 reti in A. Parla il mister del Siena che Zeman volle in difesa. Vice di Ventura. Futuro da definire

Giuseppe
Giuseppe Saponaro
01 maggio 2022 11:43
Padalino: la gavetta, Zeman, Ventura e futuro (intervista esclusiva)

Esterno dello stadio Franchi. Ultimo allenamento. Pare stanco mister Padalino. Reduce da una stagione al Siena da subentrato. Mesi provanti con una piazza delusa per aspettative disattese. Salvezza raggiunta, playoff mancati di un soffio. L’annuncio di una conferma non ancora arrivata: la gran parte del tifo la vorrebbe. Del domani non ci è certezza dunque: così, l’allenatore di origini pugliesi fa un bilancio e ci regala un ritratto di se stesso inedito.

Mister lei nasce a Foggia il 26/07/1972. Perché diventa calciatore?

“A quei tempi non si faceva molto altro per strada. Il calcio era lo sport più praticato. Con il passare del tempo ho capito che la natura mi aveva donato doti che sono riuscito a portare avanti e migliorare grazie al seguito e sostegno dei miei genitori e tanti del settore giovanile che mi hanno dato una mano. La mia vera gavetta è stata la strada”.

E’ vero che Zeman ha inciso in modo determinante sul suo futuro?

“La mia carriera nasce come centrocampista: ero mezzala. L’allenatore della primavera mi provò più dietro. Con Zeman la mia consacrazione come centrale difensivo nel Foggia”.

Da li in poi una carriera di tutto rispetto con 218 presenze e 13 reti in A e 75 presenze e 1 rete in B. Stop al calcio giocato nel 2004 con l’inizio della carriera da allenatore

3 anni da vice Ventura tra Verona e Pisa. Cosa le hanno dato?

“E’ stata un’esperienza formativa importante con l’obiettivo di un calcio offensivo propenso a fare la gara per 90 minuti: è il bagaglio culturale e sportivo che porto avanti associandolo alle mie idee”.

Da li in poi diverse esperienze soprattutto nel calcio “caldo” del sud. Fino alla chiamata del Siena. Il suo primo pensiero

“Non avevo coscienza dei problemi interni del gruppo. Dall’esterno, leggendo i nomi, la squadra non sembrava cosi scarsa da poter inanellare le 6 sconfitte consecutive che hanno dato un forte colpo alla stagione. Da quel punto di vista, non è stato facile risalire, riprendere la fiducia nei propri mezzi, anche con gente esperta come quella che avevamo. Stagione intensa, carica di emozioni e situazioni positive e negative che ci hanno logorato ma che fanno parte di chi ha scelto questa vita. Abbiamo portato un risultato a casa grazie ai ragazzi, al mio staff e di tutti quelli che ho trovato qui a Siena. E’ stata una grande soddisfazione la vittoria di Pontedera e peccato per i playoff mancati di un soffio”.

Più difficile vincere in una piazza importante come Siena?

“Queste piazze ti danno lo stimolo a dare di più. Mentre in altre te lo devi creare. Io sono sempre per quelle situazioni che ti coinvolgono, con quella pressione necessaria nel quotidiano”.

Sorride, ci saluta. Il mister venuto dal sud, con “contaminazioni” di Zeman e Ventura, ha parlato. Il futuro dirà anche se pare che l’indeterminatezza non scalfisca l’animo di un allenatore e di un uomo abituato a sudare: per strada prima, in campo dopo e in panchina ora.

la foto è tratta dalla pagina facebook di Acn Siena. "Nove da Firenze" ringrazia l'ufficio stampa del Siena per la gentile collaborazione

In evidenza