In Toscana 30 mila aziende artigiane in crisi per il caos dei Bonus

A Firenze, l’89% delle imprese ha crediti che non riesce a monetizzare per oltre 150 milioni di euro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 giugno 2022 22:51
In Toscana 30 mila aziende artigiane in crisi per il caos dei Bonus

Le agevolazioni fiscali sui lavori di ristrutturazione e risparmio energetico, i cosiddetti bonus edilizia, nate per adeguare gli immobili a criteri ecologici e di sicurezza, hanno costituito in questi mesi importanti motori di rilancio del settore costruzioni. Tuttavia oggi molte imprese di questi comparti sono a rischio chiusura a causa della difficoltà di cedere i crediti d’imposta e di continue modifiche alle normative. Tante aziende hanno applicato ai clienti lo sconto in fattura, acquistando i loro crediti d’imposta ed ora non sanno a chi cederli e si trovano in crisi di liquidità. Non riescono a pagare i dipendenti ed i loro fornitori e tanti cantieri sono a rischio blocco con conseguenze gravissime per le famiglie che hanno la casa in fase di ristrutturazione.

Per Giordano Cerofolini, presidente di Confartigianato Costruzioni Toscana: “ Le banche hanno cessato di acquistare i crediti d’imposta e le imprese si sono ritrovate senza liquidità. Purtroppo i continui cambiamenti delle norme hanno causato una situazione di grande incertezza e ora tante aziende non riescono a recuperare i crediti presenti nei propri cassetti fiscali per lavori già eseguiti e non possono pagare dipendenti, fornitori, tasse e contributi”. Altri gravi problemi sono stati causati dalla recente introduzione dell’obbligo di possedere un’attestazione SOA per operare nel mercato dei bonus edilizi.

La legge n. 51 /2022 ha imposto, anche per le imprese che operano in subappalto, il possesso delle attestazioni SOA – le certificazioni di qualità che vengono richieste alle aziende per partecipare a gare d’appalto per l’esecuzione di opere pubbliche - per i lavori che danno diritto alle detrazioni edilizie di importo superiore ai 516 mila euro.

Per Cerofolini: “ Quando le imprese lavorano in cantieri con le agevolazioni dei bonus edilizia devono già rispettare tante norme per garantire la sicurezza e la qualità dei lavori e molti adempimenti burocratici. Con l’introduzione dell’obbligo delle attestazioni SOA si limita la concorrenza e solo le grandi imprese potranno eseguire i lavori con i Bonus. Confartigianato è quindi contraria a questa nuova norma e dice basta alle continue modifiche alla disciplina degli incentivi in edilizia che rischiano di bloccare definitivamente i cantieri e portare alla crisi in toscana oltre trenta mila aziende artigiane che lavorano nel settore e che occupano oltre 90 mila persone”.

Conclude poi Cerofolini : “ Il Governo deve prima possibile varare norme che sblocchino le cessioni dei crediti d’imposta o si rischia la chiusura di migliaia di aziende e l’inefficacia di incentivi essenziali per la riqualificazione del patrimonio edilizio e per conseguire il risparmio energetico e la riduzione dei costi delle bollette, oggi particolarmente onerose per le famiglie e per le imprese “.

“Ogni giorno raccogliamo le drammatiche testimonianze di chi ha eseguito lavori, applicato lo sconto in fattura anticipando al cliente il beneficio fiscale, e oggi si ritrova con il cassetto fiscale stracolmo di crediti che nessuno, neanche i soggetti che avevano assunto l’impegno di farlo, vuole o può acquistare. Parliamo di imprese che, affidandosi con fiducia ad un meccanismo varato dal Legislatore, hanno anticipato l’acquisto di materiali, pagato il personale dipendente, versato tasse e contributi in cambio di crediti fiscali che avrebbero dovuto monetizzarsi grazie alla loro ulteriore cessione e che ora, invece, si ritrovano in mano come se fosse carta straccia.

La situazione in cui si trovano impantanate, oggi, migliaia di imprese edili, impiantiste e serramentiste, ulteriormente gravate dalla bolla speculativa dei costi dei materiali e dei semilavorati che si è venuta a creare, è a un passo dal trasformarsi in una vera e propria catastrofe”.

È con queste parole di Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana che l’associazione rinnova l’allarme sul caos normativo (decreto anti frodi del novembre 2021 e altri quattro interventi normativi succedutesi dal 27 gennaio al 17 maggio 2022) dei bonus edilizi che ha portato al blocco della cessione dei crediti mettendo a rischio il futuro del comparto.

“Un continuo rimetter mano alla norma che sembra avere il solo obiettivo di disincentivare il ricorso alla misura e coprire errori compiuti nella stima delle coperture finanziarie necessarie” suggerisce Cioni.

L’Osservatorio CNA che monitora costantemente il fenomeno stima che circa l’89% delle imprese della Città Metropolitana dei Firenze abbia crediti in ristagno nei propri cassetti fiscali, per un importo complessivo di oltre 150 milioni di euro.

Le ripercussioni? Ritardo nel pagamento di imposte e tasse (37% delle imprese), ritardo nel pagamento dei contributi (23%), ritardo nel pagamento dei fornitori (46%), ritardo nel pagamento dei salari (21%), ritardo nel pagamento di bollette (21%). Ma, soprattutto i rischi di sospendere i cantieri in essere (75%), di fallire (53%), di non avviare nuovi cantieri (88%), di insolvenza (82%), di sospensione del Durc (45%).

Disinnescare questa bomba economica e sociale? Per CNA è possibile, ma non con alcune delle soluzioni di cui si parla nei Palazzi Romani, come l’idea di allungare il periodo per beneficiare della deducibilità dei crediti.

“Ciò che serve è pensare prioritariamente alle imprese e riattivare la cessione dei crediti in modo che quelli maturati si trasformino in liquidità. Stiamo parlando di soggetti che hanno accettato uno schema di gioco nel quale sono stati chiamati ad anticipare ai cittadini un beneficio fiscale concesso dallo Stato. Peccato che, a partita in corso, il Governo abbia cambiato le regole del gioco. Bisogna intervenire prevedendo l’assunzione diretta dei crediti da parte del Governo stesso attraverso Cassa Depositi e Prestiti;ampliando la platea dei cessionari, dando la possibilità per le banche di cedere i crediti ai propri correntisti corporate rientranti nella definizione di piccole e medie imprese; riportando in partita Poste Italiane” spiega Cioni.

CNA rivolge ai parlamentari fiorentini un accorato appello ad intervenire, perché chi, oggi, può (e deve) farlo, non resti inerme a guardare il compiersi di una tragedia annunciata. Analoghe azioni si stanno svolgendo in tutte le altre province e regioni del Paese.

Notizie correlate
In evidenza