Malgrado il 2014 sia stato caratterizzato da una fase di assestamento della crescita (rispetto al 2013: fatturato +0,3%, addetti -0,7%), le realtà imprenditoriali toscane ad alta tecnologia hanno saputo muoversi in controtendenza rispetto alla fase recessiva che ha interessato l’economia toscana negli ultimi anni, sviluppando il proprio volume d’affari (+5,6% fra il 2011 e il 2014), accrescendo la spesa per attività di ricerca e sviluppo (+5,9%) ed incrementando l’occupazione (+1,3%), soprattutto quella maggiormente qualificata (+3,5% per i laureati in discipline scientifiche e tecniche,+3,8% per gli addetti in laboratori di ricerca e sviluppo).
Le prospettive per il 2015 appaiono favorevoli, con previsioni di crescita del fatturato (+0,8%) in leggera accelerazione rispetto al 2014. Sono questi alcuni dei principali risultati contenuti nell’ultima indagine annuale sull’alta tecnologia in Toscana realizzata nell’ambito dell’Osservatorio sulle Imprese High-tech, frutto della collaborazione fra Unioncamere Toscana e l’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, e presentato ieri a Firenze nell’ambito di un convegno svoltosi presso la Presidenza della Regione Toscana.
Le imprese ad alta tecnologia in Toscana
Sono 1.568 le localizzazioni di imprese ad alta tecnologia censite in Toscana dall’Osservatorio sulle Imprese High-Tech, con un fatturato complessivo che nel 2014 ha superato i 18 miliardi di euro generando un’occupazione pari ad oltre 45 mila addetti. Tra questi, circa 10 mila sono ingegneri, tecnologi, biologi, ricercatori high skilled in campo scientifico, riguardando dunque profili professionali e competenze ad elevata specializzazione; 75 imprese high-tech toscane sono inoltre spin-off della ricerca pubblica e risultano costituite da ricercatori provenienti dalle principali università toscane (Università di Firenze 17; Università di Pisa 16; Scuola Superiore Sant’Anna 21; Università di Siena 13) e dal CNR (8 spin-off).
I settori che predominano sul territorio regionale sono rappresentati dall’Information and Communication Technology (il 38% del unità locali complessivamente presenti in Toscana sono attive nell’ICT e risultano costituite prevalentemente da piccole e piccolissime attività di ricerca e sviluppo) e dalla meccanica avanzata (20%, tra cui sono comprese aziende produttrici di strumentazione scientifica e grandi realtà dell’automazione industriale), seguite da elettronica ed ottica (10%), life sciences (10%, soprattutto imprese farmaceutiche e biomedicali), energia e ambiente (7%).
Pisa e Firenze si confermano le province con il maggior numero di localizzazioni high-tech. In particolare, sono presenti nel capoluogo toscano un terzo delle unità locali (33%), mentre Pisa si attesta al 18%, con oltre metà delle aziende concentrate nei comparti dell’ICT; seguono Lucca (8%), Siena (8%) ed Arezzo (7%).
Sotto il profilo occupazionale emerge il ruolo delle 27 grandi imprese high-tech (con oltre 250 addetti) presenti sul territorio regionale, che da sole impiegano ben il 41% degli occupati complessivamente presenti in Toscana nelle attività ad alta tecnologia. Accanto a queste, 130 medie imprese (fra 50 e 250 addetti) contribuiscono per un’altra importante quota (il 31%) all’occupazione generata in regione da realtà imprenditoriali high-tech.
Proprio per una maggiore presenza di grandi imprese, oltre l’80% del fatturato complessivamente realizzato dalle imprese toscane ad alta tecnologia è originato dai settori life sciences, meccanica avanzata e chimica (rispettivamente, per il 34%, per il 31% e per il 17%). Per lo stesso motivo, il 53% del fatturato totale è inoltre realizzato da imprese della provincia di Firenze, seguita da Arezzo (16%, soprattutto nei settori dell’elettronica e della chimica) e da Lucca (11%, principalmente nei settori elettronica, meccanica e Life Sciences).
Le performance
La popolazione di imprese high-tech toscane continua a crescere anche nel 2014, con un saldo fra ingressi ed uscite pari a +23 unità (+1,9%) rispetto al 2013. Tale espansione è stata accompagnata da una fase di assestamento del fatturato (+0,3%), in rallentamento rispetto agli ultimi anni sebbene – per il 2015 – gli imprenditori formulino previsioni di una nuova lieve accelerazione (+0,8%) del relativo andamento.
Nel 2014, la sostanziale stazionarietà del volume d’affari è la sintesi di andamenti anche molto differenziati sotto il profilo settoriale, con una variazione positiva per meccanica avanzata (+2,3%), ICT (+1,5%) e life sciences (+0,4%), ed invece arretramenti per elettronica-ottica (-3,8%), energia e ambiente (-3,0%), chimica (-2,7%) e servizi per l’innovazione (-2,4%). Allo stesso tempo, sotto il profilo dimensionale, le micro e le piccole imprese sono risultate più dinamiche (fatturato al +2,2% per quelle con meno di 10 addetti, al +1,4% per quelle comprese fra 10 e 49 addetti) rispetto alle medio-grandi (-0,5% per quelle con almeno 50 addetti).
La pronunciata capacità innovativa delle imprese high-tech si associa ad una elevata propensione ad operare sui mercati internazionali: circa la metà del relativo fatturato viene infatti realizzata all’estero, con punte del 67% nel caso della meccanica avanzata e del 58% nelle imprese di medie e grandi dimensioni (almeno 50 addetti). Come già registrato anche per altri settori dell’economia toscana, fra le imprese ad alta tecnologia la capacità di esportare si associa a risultati tendenzialmente migliori rispetto a quelli riportati dalle imprese non esportatrici.
All’espansione del numero di imprese high-tech ed alla tenuta del relativo fatturato fa invece da contraltare un lieve arretramento degli addetti (-0,7%), il cui livello resta tuttavia al di sopra dell’1,3% rispetto a quelli del 2011. La crescita di medio periodo dell’occupazione è inoltre accompagnata da un innalzamento delle qualifiche e delle competenze di cui le imprese high-tech toscane si sono dotate, nella misura in cui – sempre rispetto al 2011 – gli addetti laureati in materie scientifiche e tecnologiche sono cresciuti del 3,5% nel 2014, e gli addetti occupati in attività di ricerca e sviluppo del 3,8% (+1,9% durante l’ultimo anno).
A ciò fa riscontro la crescita registrata sul fronte delle spese in ricerca e sviluppo, aumentate del 5,9% nel corso dell’ultimo triennio (+1,4% nel solo 2014). La persistenza di un quadro macroeconomico caratterizzato da un elevato grado di incertezza ha peraltro accresciuto la rischiosità degli investimenti connessi all’attività innovativa: se nella rilevazione di un anno fa il 29% delle imprese dichiarava che i nuovi prodotti/servizi introdotti nel corso del precedente triennio avevano contribuito in modo decisivo all’aumento del fatturato, con l’ultima rilevazione la stessa quota è scesa al 15%.
In prospettiva, le imprese high-techtoscane fanno comunque registrare un miglioramento del clima di fiducia, ed affrontano il 2015 con rinnovate aspettative di crescita del fatturato (+0,8%) che spingono in alto la quota di coloro che prevedono di effettuare investimenti nel corso del prossimo triennio (dal 44% di tre anni fa al 73% dell’ultima rilevazione).
“Quest’Osservatorio costituisce una presenza ormai consolidata che -afferma Stefano Morandi, Vicepresidente di Unioncamere Toscana- nel corso degli ultimi anni, ha consentito di colmare un gap informativo importante sulla realtà economico-produttiva della nostra regione, un’attività costante di monitoraggio escouting delle realtà imprenditoriali high-tech che ci hanno consentito la mappatura ad oggi, di quasi 1.600 localizzazioni high-tech sul territorio regionale, che generano un’occupazione complessiva di circa 45.000 addetti di cui, un quarto composto da profili high-skilled.
Inoltre ci consente di affermare che quello dell’alta tecnologia toscana è un segmento a forte tasso di imprenditorialità con il più alto numero, a livello nazionale, di startup innovative appartenenti alle attività di “ricerca scientifica e sviluppo”. E’ chiaro quindi che con questi numeri, è importante puntare oggi sullaprogrammazione di interventi a sostegno agli imprenditori-ricercatori sul versante della pianificazione strategica, la ricerca di partnership per lo sviluppo di nuovi prodotti e la creazione di modelli di business in grado di allinearsi ai partner europei consentendo l’ingresso in nuovi mercati; elementi particolarmente utili alla pianificazione delle future azioni di policy a sostegno dell’innovazione tecnologica in Toscana.”
"Le imprese high-tech -commenta Andrea Piccaluga, dell’Istituto di Management Scuola Superiore Sant’Anna- rappresentano un asset fondamentale per l'economia toscana. I dati dell'Osservatorio ci dicono che queste imprese hanno resistito alla crisi, non senza fatica, e che si stanno preparando ad una fase di auspicabile crescita insieme al resto del sistema economico toscano. Rimane cruciale l'orientamento all'export".
“Le imprese hi-tech sul territorio toscano e -commento dell’Assessore Gianfranco Simoncini- in particolare quelle dei settori della meccanica avanzata e scienze della vita, hanno dimostrato di reggere meglio alla crisi e di essere capaci di crescere, sia in termini di occupazione che di fatturati. E' un risultato che ci conforta nello sforzo fatto per sostenere la propensione alla ricerca e all'innovazione del nostro sistema produttivo, nel valorizzare le eccellenze e supportare l'alta formazione e l'innalzamento di competenze dei lavoratori”. “La Regione ha raccolto la sfida dell'innovazione e del trasferimento tecnologico – ha ricordato inoltre Simoncini – convinta che si tratta di un passaggio obbligato per la crescita economica e sociale della Toscana.
E' anche per questo che abbiamo deciso di lanciare, ormai quasi un anno fa, i tre bandi per Ricerca, sviluppo e innovazione che chiamano grandi piccole e medie imprese, di tutti i settori produttivi, a cimentarsi con progetti innovativi in settori economici avanzati, con l'obiettivo di riposizionarsi sui mercati anche esteri”.