Immigrati: sanità e accoglienza anche senza permesso nella legge regionale

Susanna Ceccardi (Lega): "Dal Governatore Rossi un regalo ai clandestini con i soldi delle tasse dei nostri cittadini”

Redazione Nove da Firenze
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11 gennaio 2019 23:55
Immigrati: sanità e accoglienza anche senza permesso nella legge regionale

(DIRE) Firenze, 11 gen. - "Abbandonato dagli elettori, lasciato solo dal Pd, il governatore Rossi, nella solitudine piu' totale, regala la sanita' toscana ai suoi ultimi sostenitori, i clandestini. Con i soldi delle tasse dei nostri cittadini". Lo afferma la commissaria regionale della Lega in Toscana, Susanna Ceccardi, intervenendo sulla proposta di legge portata avanti dalla Giunta Rossi sull'accesso ai servizi d'assistenza per i migranti. "Dopo i diritti dei rom, Rossi, per il suo ultimo anno e mezzo di governo regionale, ha stabilito la nuova priorita': sanita' e strutture gratis per i clandestini- accusa Ceccardi- Una manovra per cercare di salvaguardare il suo ultimo bacino di consenso, a lui sempre fedelissimo in questi anni, ovvero tutti coloro che non sono toscani.

E dire che tra chi nel 2015 lo ha votato, non mancano i disoccupati". Rossi, pero', "agli italiani preferisce il resto del mondo, facendo il buon samaritano con i soldi dei cittadini toscani che ogni giorno vanno a lavorare per mantenere i suoi capricci". E cosi', prosegue, "la nostra Regione invece di puntare su una sanita' all'avanguardia, invece di abbattere le liste di attesa oggi chilometriche ed investire sullo sviluppo della nostra regione, crea un centro d'accoglienza permanente per migranti privi di permesso di soggiorno, cioe' clandestini".

Alla prossima tornata elettorale, conclude, "a Rossi consiglio di candidarsi non in Toscana ma in una delle Regioni della costa libica".

"È una questione che riguarda il Consiglio regionale. Avevo visto una volonta' del presidente della commissione di procedere velocemente. Non parlerei di stop. Siamo arrivati a discutere la proposta e non c'era il parere dell'ufficio legislativo, semplice". Lo spiega l'assessore regionale con delega alla Presidenza, Vittorio Bugli, rispondendo a margine di un evento a Prato sull'iter di approvazione della proposta di legge Rossi sull'accesso ai servizi d'assistenza per i migranti con o senza permesso di soggiorno.

Ieri la commissione Sanita' e Sociale, convocata d'urgenza, non ha potuto votare il testo della normativa a causa della mancanza di un parere giuridico degli uffici dell'assemblea toscana. Bugli non considera questo intoppo una battuta d'arresto, tuttavia una conseguenza pratica ci sara': "Questo portera' indubbiamente a non poter approvare la norma nel Consiglio della prossima settimana. Vorra' dire che ci sara' una discussione piu' lunga in commissione e poi porteremo la proposta all'ordine del giorno nella seduta successiva" programmata nel pomeriggio del 29 gennaio.

D'altro canto, Bugli evidenzia l'importanza di tornare a parlare della sostanza del testo: "Se si fa polemica sui tempi significa non voler affrontare gli argomenti di quella legge- sbotta-. Ci teniamo a quello che e' il contenuto della legge. La Toscana e' una regione dove i diritti delle persone non si possono violare. Per Costituzione dobbiamo gestire i servizi alla persona. Oggi siamo in una situazione in cui per fette di persone questo ci e' reso impossibile".

Le decisioni del governo, a partire dal decreto sicurezza, "stanno producendo una situazione nella quale migliaia di persone vanno in una pancia oscura di illegalita' senza volerlo. Fino a ieri, in effetti, si trovavano a fare dei percorsi di integrazione col riconoscimento della protezione umanitaria, domani scade questo riconoscimento e magari non hanno diritto ad averlo". Al quesito su cosa fare per contenere gli effetti collaterali della norma del governo 5 Stelle-Lega, Bugli da' una risposta netta: "In Toscana i cittadini, stranieri ma non solo, non li lasciamo a loro stessi se devono essere curati.

Se sono senza un tetto, un minimo di riparo qualcosa da mangiare in questa regione abbiamo sempre la dignita' di darlo". Col decreto, invece, "siamo in una situazione assurda, per cui se una famiglia, una chiesa, un'associazione intendono aiutare qualcuna di queste persone non possono farlo per via di una norma. Non c'e', pero', norma che tenga dinanzi al diritto delle persone a poter avere un minimo di dignita'". (Cap/ Dire)

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