Il sindaco Brenda Barnini incontra i profughi dall’Afghanistan

Sono cinque persone, accolte dalla Misericordia di Empoli. Intanto a Firenze "Il Bolscevico" elogia la vittoria talebana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 settembre 2021 14:32
Il sindaco Brenda Barnini incontra i profughi dall’Afghanistan

EMPOLI – Il sindaco di Empoli Brenda Barnini ha incontrato questa mattina, venerdì 3 settembre, tre cittadini afghani da poco arrivati a Empoli e ospitati in emergenza grazie alla disponibilità della Misericordia di Empoli. Si tratta di due fratelli di 13 e 25 anni e dello zio materno di 34 anni.

L’incontro è avvenuto nell’appartamento che li ospita in città, messo a disposizione dell’Arciconfraternita rappresentata dal direttore Fabrizio Sestini e da David Mannini, capo area sociale.

Sono arrivati mercoledì sera a Firenze dopo il periodo di quarantena in un centro accoglienza a Cosenza. Il loro viaggio era iniziato oltre due settimane fa, fra i primi a lasciare l’Afghanistan con un volo dell’aeronautica italiana che li aveva portati in Pakistan, poi un'altra tappa in Qatar e quindi Roma.

«Siamo pronti ad ampliare il progetto di accoglienza dell’Unione dei Comuni dell’Empolese Valdelsa – ha spiegato il sindaco Brenda Barnini – per riuscire ad offrire condizioni di vita e opportunità di integrazione adeguate. Ascoltare i racconti di chi ha vissuto in prima persona le ultime settimane in Afghanistan è veramente angosciante e il pensiero fisso va a chi è ancora intrappolato in quel contesto in condizione di precarietà e insicurezza».

I giovani afghani, con l’aiuto di una interprete, hanno ringraziato sindaco e Misericordia raccontando la loro storia e le modalità con cui sono riusciti a uscire dal loro paese, dove hanno lasciato i familiari. Sempre ospiti della Misericordia anche un uomo e una donna, una coppia.

Intanto a Firenze, “Il Bolscevico”, organo del PMLI, ha pubblicato un articolo che elogia la "vittoria antimperialista" dei talebani: "Il vuoto lasciato dagli Usa sarà certamente riempito dalle rivali Cina e Russia che con Iran e Turchia non hanno chiuso le loro ambasciate a Kabul" si legge nell'articolo. La portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Hua Chunying, in conferenza stampa già il 16 agosto dichiarava che "la Cina rispetta il diritto del popolo afghano di determinare in modo indipendente il proprio destino e futuro ed è disposta a continuare a sviluppare relazioni amichevoli e di cooperazione”, leggi a prendere il posto degli Usa e fare i suoi affari nel paese confinante.

Nei 76 chilometri di confine in alta montagna tra i due paesi, il corridoio di Wakhan, Pechino ha già iniziato a costruire quella che è stata definita la "strada sul tetto del mondo" e diventerà la via di collegamento diretto del socialimperialismo cinese alle ricche risorse minerarie dell’Afghanistan, stimate in almeno mille miliardi di dollari. Dal 2017 a oggi la Cina ha investito in Afghanistan circa quattro miliardi di dollari per lo più nelle miniere di rame dell’Anyak, poco meno di quelli investiti per lo sviluppo dell’area portuale di Gwadar, in Pakistan, l'alleato nella regione lungo la nuova Via della Seta e protettore dei talebani.

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