Il Mappamondo di Fra Mauro, il planisfero del 1450

Un'esplorazione multimediale del Museo Galileo di Firenze sulla copia dell'opera realizzata dal monaco camaldoles

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 marzo 2022 18:59
Il Mappamondo di Fra Mauro, il planisfero del 1450

Il Mappamondo di Fra Mauro, uno dei più affascinanti prodotti cartografici del Quattrocento, l'originale conservato nella Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia e una copia presso il Museo Galileo di Firenze, da oggi sarà “esplorabile” on line, disponibile in tre lingue – italiano, inglese e cinese (tradizionale e semplificato) – e fruibile in open access attraverso il sito web https://mostre.museogalileo.it/framauro, edizione digitale interamente realizzata dal Laboratorio Multimediale del Museo Galileo di Firenze, che si è avvalso della più recente edizione del mappamondo curata da Piero Falchetta.

L'edizione digitale del mappamondo è stata curata da Filippo Camerota (direttore scientifico del Museo Galileo) e Angelo Cattaneo (Cnr) grazie alla collaborazione istituzionale tra il Museo Galileo di Firenze, la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia e la Nanyang Technological University di Singapore, ed è stato reso possibile grazie a un progetto FISR finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca.

Il progetto è stato presentato oggi a Venezia in occasione dell'apertura al pubblico di una nuova ala museale della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia (Ridotti dei Procuratori) all'interno della quale spicca proprio il nuovo allestimento del Mappamondo di Fra Mauro e altri preziosi cimeli cartografici.

Grazie alla digitalizzazione l’utente potrà “navigare” il mappamondo da qualsiasi dispositivo multimediale e essere agevolato nella comprensione dell’opera: il sito web, infatti, permette di esplorare nei dettagli - con foto e video - la ricchissima informazione testuale e grafica del mappamondo, visualizzando i circa tremila cartigli che descrivono i regni e le province, selezionando mari e fiumi, città e monumenti, strade e itinerari commerciali terrestri e marittimi.

Il progetto si è reso necessario anche perché alla bellezza dell’opera, che rapisce immancabilmente lo sguardo ammirato dei visitatori, si contrappone un’oggettiva difficoltà di lettura per l’osservatore moderno, del tutto disorientato dalla rappresentazione capovolta del mondo e dalle quasi tremila iscrizioni in volgare veneziano che ricoprono in forma di "cartigli" l’intera rappresentazione geografica.

“Siamo davvero felici oggi – ha detto Roberto Ferrari, direttore del Museo Galileo di Firenze - di presentare l’edizione digitale del mappamondo di Fra Mauro: un progetto di ricerca che testimonia l’impegno della nostra istituzione a coniugare il rigoroso studio delle fonti con innovative modalità di divulgazione. Un lavoro enorme, realizzato anche in inglese e cinese, che ha impegnato tutto lo staff del museo e rinnovato la collaborazione con ISEM-CNR. Ringrazio le istituzioni che sono al fianco del Museo Galileo perché senza un impegno concreto dello Stato iniziative come questa sarebbero impossibili”.

Fra Mauro delinea l’immagine del mondo appena precedente alle navigazioni dei Portoghesi e degli Spagnoli, integrando la Geografia di Tolomeo (ca. 100 - ca. 175 d.C.) con i racconti di viaggio di Marco Polo (1254-1324) e Niccolò de’ Conti (1395-1469). Gran parte dei luoghi descritti da Marco Polo, ad esempio, nel progetto digitale sono stati individuati e geolocalizzati sulla mappa di Google in modo da poter ricostruire l’itinerario di viaggio di Marco, del padre e dello zio. Allo stesso modo è stato visualizzato l’itinerario di viaggio di Niccolò de’ Conti, così come le rotte dei Portoghesi, che poco dopo la redazione del mappamondo furono in grado di raggiungere le Indie via mare, doppiando il Capo di Buona Speranza e collegandosi a una rotta, segnalata da Fra Mauro, che da quell’estremo punto meridionale le giunche cinesi avevano già tracciato fino alle coste dell’India e del Catai.

Il mappamondo di Fra Mauro è stato realizzato nel monastero camaldolese di San Michele in Isola, a Venezia, verso il 1450, rappresenta un ponte tra le conoscenze geografiche medievali e i progetti di esplorazione e commerciali che avrebbero portato pochi decenni più tardi alla scoperta del Nuovo Mondo e alla circumnavigazione dell’Africa. Nel 1942 il governo italiano voleva presentarlo all’Esposizione Universale di Roma come esempio eloquente del contributo italico alle grandi esplorazioni geografiche, e per quella occasione ne fece eseguire una riproduzione facsimile che oggi fa bella mostra tra le collezioni del Museo Galileo.

Dipinto e istoriato con colori vivacissimi, il mappamondo di Fra Mauro è inscritto in un cerchio di circa due metri di diametro. La rappresentazione geografica è arricchita da oltre tremila cartigli, moltissimi toponimi e centinaia di immagini di città, templi, strade, navi, oltre a un bellissimo paradiso terrestre miniato da Leonardo Bellini. Fra Mauro delinea l’immagine del mondo appena precedente alle navigazioni dei Portoghesi e degli Spagnoli, integrando la Geografia di Tolomeo (ca. 100 - ca. 175 d.C.) con i racconti di viaggio di Marco Polo (1254-1324) e Niccolò de’ Conti (1395-1469). L’ecumene antica si espande verso oriente fino al Giappone e verso sud fino alle latitudini più meridionali dell’Africa che, sebbene non completata, lascia intravedere chiaramente la possibilità della sua circumnavigazione.

Oltre ad aver immaginato e definito la possibilità concreta di congiungere il Mediterraneo con l’Oceano Indiano, circumnavigando l’Africa in un’unica immensa rotta, Fra Mauro disegnò una straordinaria e dettagliatissima rappresentazione delle regioni interne dell’Africa. Quella dell’Etiopia, in particolare, rimase insuperata per centinaia d’anni. Fra Mauro si avvalse di carte geografiche che ricevette da monaci etiopi giunti a Venezia, probabilmente per partecipare al Concilio di Firenze (1439-1440), raccogliendone i racconti e le testimonianze. Basandosi su queste notizie raffigurò i regni etiopi ben oltre le latitudini ritenute abitabili da Tolomeo.

Dalla bottega di Fra Mauro proviene anche una bellissima carta marina, oggi conservata alla Biblioteca Apostolica Vaticana, che si distingue dalla produzione cartografica nautica del tempo per la ricchezza dei contenuti cosmo-grafici. Non solo i cartigli la accomunano al mappamondo veneziano ma anche il disegno delle coste del Mediterraneo, che è del tutto coincidente, anche nelle dimensioni. Le due mappe sono perfettamente sovrapponibili, tanto che la scala delle distanze in miglia nautiche tracciata sulla carta marina, secondo la consuetudine del tempo, è legittimamente trasferibile sul mappamondo, permettendoci di misurare la grandezza del mondo allora conosciuto. Il mondo rappresentato da Fra Mauro risulta avere un diametro di circa 11.500 km, ovvero una circonferenza di circa 36.000 km, un dato che si colloca a metà tra i 33.000 km di Tolomeo (II secolo) e i 40.000 di Eratostene (III secolo a.C.).

“L’operazione, curata dal Museo Galileo, depositario di tanti strumenti scientifici coevi alla realizzazione del mappamondo – ha detto Alessandra Petrucci, Rettrice dell’Università di Firenze - offre un percorso di ‘esplorazione’ del mappamondo stesso e dei temi connessi, grazie al sito web dedicato, e un esempio virtuoso di collaborazione tra Enti e Persone, oggetti e testimonianze, in un dialogo esemplare che lega due città e due realtà conservative e di ricerca, ma che abbraccia, grazie a questo progetto, il mondo intero”.

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