Il governo Conte ottiene la fiducia anche al Senato con 169 sì

Salvini: "Governo è minoranza nel paese". In Regione Pd, M5S e Sì-Toscana si dividono sulle grandi opere. Ma Confindustria chiede sostegno alla crescita

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 settembre 2019 20:09
Il governo Conte ottiene la fiducia anche al Senato con 169 sì

Firenze– Dibattito un po' agitato oggi pomeriggio in aula al Senato sulla fiducia al governo Conte. Ma dopo la replica del presidente del Consiglio il voto conferma la maggioranza, già manifestatasi ieri alla Camera dei Deputati. Con 169 voti favorevoli, 133 contrari e 5 astensioni, l'Assemblea ha approvato la mozione, presentata dai sen. Perilli (M5S), Marcucci (PD), Loredana De Petris (Misto-LeU) e Lanièce (Aut), che esprime la fiducia al Governo, udite le dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio.

"Siete la minoranza nel paese". E' un passaggio del'intervento di Matteo Salvini, leader della Lega, al Senato. "Non la invidio, presidente Conte-Monti... Si capisce quando uno ha un discorso che viene dalla testa, dal cuore, dall'anima e quando deve leggere un compitino scritto a casa... Siete passati dalla rivoluzione al voto di Casini, Monti, Renzi...". dice Salvini.

Il Governo deve mantenere gli impegni presi sulle grandi opere necessarie alla Toscana. È quanto chiede la mozione del gruppo del Partito democratico in Consiglio regionale, presentata in Aula insieme a quella del Movimento 5 Stelle, che impegna l’esecutivo ad attivarsi per portare avanti e completare una serie di opere infrastrutturali “utili, sostenibili e indispensabili per uno sviluppo economico e una crescita produttiva”, a risolvere i molteplici problemi legati al traffico, a mettere in sicurezza strade, ponti e dighe, ad andare incontro alle esigenze dei pendolari. Dopo ampio dibattito l’aula di palazzo del Pegaso ha registrato il voto favorevole su entrambe le mozioni.

Su quella a firma Pd hanno votato a favore i gruppi di Pd e Lega, mentre il M5S ha optato per l’astensione; contrari i consiglieri di Sì-Toscana a sinistra. Sull’atto del M5S hanno invece detto sì Pd, M5S e Lega, con voto contrario di Sì-Toscana a sinistra. L’esecutivo a guida Enrico Rossi, come ricordato nel corso dell’illustrazione dell’atto,è chiamato a “portare avanti con la massima intensità, gli interventi previsti nel Patto di sviluppo sottoscritto a luglio con categorie produttive, sindacati e parti sociali, per “sostenere l’economia e la buona occupazione”.

L’intesa, ricorda la mozione, si muove su specifici ambiti di intervento selezionati per il “rilancio degli investimenti e della competitività del sistema economico regionale”: il sostegno agli investimenti privati per l’innovazione e l’economia circolare; la formazione; l’attivazione di ‘Garanzia Toscana’ (sistema pensato per favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese); la promozione del marchio Toscana per il rafforzamento della competitività sui mercati internazionali. Tra le infrastrutture strategiche ricordate nella mozione, anche il completamento del corridoio tirrenico (774 milioni); il nodo dell’Alta velocità di Firenze (799,4 milioni), la Grosseto-Fano (274 milioni), la bretella di Piombino, il raddoppio ferroviario della Pistoia-Lucca (328,5 milioni), la Darsena Europa (667 milioni), il raccordo ferroviario tra il porto di Livorno e l’interporto Vespucci di Guasticce (23,8 milioni), l’integrazione degli scali aeroportuali di Pisa e Firenze che tiene dentro anche il nuovo Ponte sull’Arno di Signa (491,2 milioni).

Come spiegato dal capogruppo Pd Leonardo Marras, “nel giorno in cui il governo Conte ha avuto la fiducia in Senato, abbiamo pensato di salutare questo processo di cambiamento con una stagione di dialogo aperto e leale, mettendo nero su bianco una serie di opere e condizioni da realizzare in Toscana”. “Questa è la nostra mappa e la nostra direzione”, ha concluso.

Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere Giacomo Giannarelli (M5S) che, presentando la mozione del proprio gruppo, ha elencato come “indispensabili” per la nostra Regione una serie di interventi infrastrutturali: dal completamento delle terze corsie sulla A1 e A11 al completamento della Bretella di Piombino; dagli interventi sui tre porti strategici di rilevanza nazionale di Livorno, Piombino e Massa al recupero della ferrovia “marmifera di Carrara”. “Lavoriamo insieme sulle grandi opere nell’interesse della Toscana”, ha concluso.

Irene Galletti (M5S) si è invece concentrata sulle piccole infrastrutture, “sulle vie di accesso a terreni agricoli e forestali, che servono una Toscana minore ma che non sono meno importanti”; ha affermato la consigliera, augurandosi maggiori investimenti.

Per Elisa Montemagni (Lega) una cosa è certa: “La Toscana è indietro sulle infrastrutture e se il Pd riesce, insieme al M5S, a portare a casa la realizzazione di queste opere, non posso che fare i miei complimenti”. “Auguri al Pd – ha concluso – noi ci siamo già passati e sappiamo le difficoltà”, ha affermato annunciando il voto favorevole su entrambe le mozioni.

Stessa espressione di voto anche per il Pd, con Marras che ha parlato di “atto politico e sociale, che inaugura anche nei documenti uno stile più equilibrato”.

Fuori dal coro Sì-Toscana a sinistra. Secondo il capogruppo Tommaso Fattori “in questi anni sulle grandi opere si è fatta troppa retorica e non si possono votare delle liste di opere, essendo magari favorevoli ad alcune e contrari ad altre; il metodo più ragionevole sarebbe quello di affrontare separatamente ogni intervento infrastrutturale”. Da qui il voto contrario.

“La crescita deve essere il faro di questo nuovo Governo, la priorità fondamentale e non più rinviabile per il nostro Paese”. Non ha dubbi Fabrizio Bernini (Presidente di Confindustria Toscana Sud Delegazione di Arezzo) che aggiunge, con la concretezza dell’imprenditore “In questo momento abbiamo davanti una grandissima opportunità: lo spread si è stabilizzato intorno ai 150 punti base e questo si traduce per l’Italia in circa 10 miliardi di euro derivanti dal risparmio di spesa per interessi sul debito, al contempo, in Europa c’è una congiuntura favorevole alle riforme e un’apertura particolare al nostro Paese, espressa in più di un’occasione; infine Paolo Gentiloni è stato nominato proprio oggi nuovo Commissario agli Affari economici e finanziari dell’Unione europea.

Sta all’Italia approfittare di quest’ottima occasione, non certo adottando comportamenti irresponsabili come potrebbe essere quello di chiedere più flessibilità per ampliare il debito pubblico, ma proponendosi, al contrario, come responsabile attore di primo piano nell’orientare le regole europee per la crescita e gli investimenti. L’Italia, come ha detto recentemente il nostro Presidente Nazionale Vincenzo Boccia, potrebbe mettersi alla testa di un'interessante stagione riformista in Europa che punti su investimenti sovranazionali da finanziare anche attraverso Eurobond, un robusto piano infrastrutturale di 500-1.000 miliardi i cui effetti anticiclici darebbero nuova linfa all’asfittica economia del nostro continente.

Sempre avendo come faro la crescita, considerando una vicina Germania in recessione e l'economia globale che arretra, il Governo dovrebbe agire molto velocemente sul lavoro – continua Bernini – ed intervenire sugli effetti distorsivi prodotti dal Decreto Dignità. Consideriamo infine importante che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte abbia richiamato più volte l'attenzione sul ruolo cruciale dell'innovazione come volano per l'economia reale e la competitività. L’istituzione di un specifico Ministero a ciò deputato è una decisione sicuramente strategica che avvalora la tematica dell’innovazione e della digitalizzazione, potente driver di crescita della nostra industria che oggi necessita sempre più di nuove competenze professionali.

Serve una maggiore cultura sulla digitalizzazione che consenta di beneficiare delle grandi opportunità di sviluppo con la creazione di nuovi posti di lavoro ed una integrazione tra tecnologia e forza lavoro. Penso da sempre che quella digitale sia una sfida culturalmente irrinunciabile che dobbiamo raccogliere, in quanto il futuro delle imprese e della loro capacità di competere sui mercati passa inevitabilmente dall'innovazione e dall'alta tecnologia a prescindere dal settore in cui operano le aziende: la divulgazione dei temi inerenti la Digital Transformation è infatti una delle priorità del mio mandato di presidenza.

Confidiamo a questo punto che si voglia continuare ad investire sulla digitalizzazione, proseguendo sulla strada tracciata con Impresa 4.0 per andare incontro all’era dell’Intelligenza artificiale” conclude Bernini.

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