Firenze, 12 novembre 2025 – Qualcuno lo chiama “sambudello”, qualcun altro “salsiccia matta”. C’è chi lo mangia crudo e chi lo preferisce alla brace. Ma al di là dei nomi e delle preferenze, in tantissimi conoscono e apprezzano il bardiccio, salume tipico della Valdisieve e del Chianti Rufina. Se la sua fama ha oltrepassato i confini della Toscana lo si deve anche al libro di Alessandro Sarti, che a dieci anni dalla prima edizione torna disponibile in una versione profondamente rinnovata e aggiornata al gusto contemporaneo, intitolato Il Bardiccio: storie e ricette di un insaccato ribelle (ed. Polistampa, pp. 160, euro 23).
Alessandro Sarti, originario di Pontassieve, è un personaggio poliedrico: dopo la carriera di amministratore e promotore culturale, ha pubblicato libri sulla storia e i costumi della Toscana. Approdato al cinema, ha scritto e diretto i lungometraggi Saranno famosi? (2018), Quel Genio del mio Amico (2021) e Che bella storia la vita (2023). L’indagine sul bardiccio nasce dall’incondizionato amore per la sua terra, in particolare per le tradizioni artigiane e gastronomiche.
Pagina dopo pagina, questa salsiccia realizzata con gli ultimi scarti del maiale e insaporita dal finocchio selvatico diventa protagonista di un’incursione nella storia e nel folklore locale, alla scoperta di una cucina “povera” negli ingredienti ma testimonianza di un’antica sapienza contadina. Con un po’ di fantasia, si attribuiscono al bardiccio numi tutelari come Dante, Giotto o Cimabue: “ci siamo presi qualche licenza poetica”, spiega Sarti, “tirando in ballo con storie di fantasia artisti e personaggi illustri che hanno fatto la storia della nostra terra”.
Immancabile la sezione dedicata alla buona tavola, con oltre sessanta ricette firmate da rinomati produttori, chef, pizzaioli, ristoratori e abbinate ai vini tipici del territorio.
Il testo è arricchito da 14 illustrazioni di Lido Contemori e da una folta schiera di contributi: il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il sindaco di Pontassieve Carlo Boni, lo storico fiorentino Luciano Artusi, il presidente del Consorzio Chianti Rufina Gerardo Gondi, il giornalista accademico della Cucina Italiana Paolo Pellegrini, il critico enogastronomico Andrea Grignaffini, la linguista Matilde Paoli, la “cuoca pop” della TV Luisanna Messeri, il giornalista Franco De Felice. Testimonial d’eccezione è Caterina Bellandi, in arte Zia Caterina, che da oltre vent’anni con il suo taxi Milano 25 offre supporto a giovanissimi pazienti e alle loro famiglie.