I rapporti di produzione nella società mezzadrile toscana

Nel volume a cura di Borghero e Tognetti su contadini e proprietari in grandi aziende agrarie tra medioevo e modernità

Nicola
Nicola Novelli
20 agosto 2024 09:28
I rapporti di produzione nella società mezzadrile toscana

Ciò che possiamo conoscere sul rapporto di mezzadria deriva in gran parte dalla documentazione prodotta da una sola delle due parti, ovvero i proprietari delle terre, sia che fossero istituzioni, o privati. Grazie alla interdisciplinarità della moderna storiografia, oggi sappiamo però reinterpretare quei testi dando corpo e anima anche ai freddi dati di un registro dei raccolti. Escono così sotto traccia anche la voce e i volti dei mezzadri che hanno coltivato le terre di Toscana per secoli. Quello che si percepisce nella lettura del volume a cura di Francesco Borghero e Sergio Tognetti, pubblicato di recente da Olschki Editore, nella Serie I della Biblioteca storica toscana (vol. 892024, cm 17 × 24, vi-228 pp. con 11 figg. bn n.t. € 25,00, ISBN 6932 4).

Le trasformazioni del paesaggio agrario, la configurazione della grande proprietà, le forme di conduzione della terra, l’evoluzione dei canoni fondiari, i rapporti più o meno conflittuali tra contadini e proprietari: questi i temi affrontati nella giornata di studio svoltasi il 7 ottobre 2023 a Montevarchi presso l’Accademia valdarnese del Poggio e promossa dalla Deputazione storia patria per la Toscana, nell’occasione della quale sono state esaminate, da molteplici prospettive, le condizioni di lavoro dei contadini nelle grandi aziende agrarie toscane dei secoli XIV-XVII. Gli atti del convegno ora sono pubblicati nel volume di Olschki Editore.

Ecco che dalla documentazione relativa ai tenimenti agricoli dell’abbazia di San Salvatore di Settimo, oggi alla periferia ovest di Firenze, emerge indimenticabile la figura di don Andrea dei Pulci. Gli archivi danno conto evidente dell’incompetenza dell’abate (o scarsa vocazione?) nella gestione dei beni ecclesiastici, tanto che finisce per inimicarsi sia la comunità de contadini che quella dei religiosi. Sino a scatenare nel 1333 una rivolta popolare capitanata da tal Tignoso di Ranuccio della Casella, che pretendeva il ripristino della tradizionale distribuzione di vivande in occasione delle principali festività, cancellata improvvisamente da don Andrea.

Approfondimenti

Per lungo tempo trascurato dalle recenti tendenze storiografiche, l’universo agrario emerge qui come la struttura portante delle società tardo-medievali e di antico regime, analizzata grazie al paziente vaglio di una ricca documentazione notarile, fiscale e soprattutto amministrativa: in tal senso, i memoriali, gli inventari, i libri contabili di ampia e variegata tipologia – compilati tanto da laici quanto da ecclesiastici – rappresentano strumenti imprescindibili per ricostruire un inedito spaccato di storia socioeconomica a cavallo tra il Medioevo e l’Età moderna.

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